venerdì 28 dicembre 2018

gli amanti di Valdaro


Valdaro, ubicato alle porte di Mantova, salì prepotentemente alle cronache nel 2007 quando il suo territorio fu oggetto di un ritrovamento eccezionale: due scheletri del neolitico rinvenuti abbracciati. Le immagini della scoperta fecero, rapidamente, il giro del mondo. A questi scheletri fu dato il nome di Amanti di Valdaro. L'unicità della scoperta scomparve pochi mesi dopo poiché, in Turchia, furono rinvenuti scheletri posizionati in una situazione similare.
Ricostruiamo questa vicenda.
Nel febbraio del 2007 la Soprintendenza per i beni archeologi della Lombardia comunicava il ritrovamento di una sepoltura neolitica nell'ambito degli scavi di una villa romana in zona Valdaro. L'eccezionalità del rinvenimento consisteva nel fatto che due scheletri furono ritrovati sepolti di fianco, faccia a faccia, incrociati in un abbraccio che coinvolgeva anche gli arti inferiori. Si tratta di uno straordinario esempio di sepoltura doppia (o bisoma) in Italia Settentrionale. L'archeologa Menotti, che guidò gli scavi, riferì che il rinvenimento consisteva in due scheletri, un uomo ed una donna, non più vecchi di 20 anni alla morte e di un'altezza di circa 1 metro e 57 centimetri. Lo scheletro maschile fu ritrovato con una punta di freccia di selce vicino al collo. La femmina aveva una lama di selce lungo la coscia e due coltelli, sempre di selce, sotto il bacino. L'esame osteologico non rivelò alcuna prova di morte violenta; nessun trauma e nessun microtrauma. La spiegazione più probabile risiede nel fatto che gli strumenti di selce siano stati sepolti insieme alle persone come oggetti tombali.


Le fotografie dei due scheletri provocarono un'ondata di grande emozione popolare che permise una grande celebrità al ritrovamento. Le fotografie furono pubblicate nei giorni precedenti la festa di San Valentino e divennero simbolo dell'amore eterno di due amanti.
Però le cose potrebbero essere andate diversamente.
Potrebbe essere un sacrificio umano?
In questa visione, l'uomo sarebbe morto per primo e la donna sarebbe stata uccisa in seguito per permettergli di raggiungere l'uomo a cui era “appartenuta” in vita.
Le congetture si sprecarono come i rinvenimenti successivi a quello alla porte di Mantova. Pochi mesi dopo il ritrovamento degli Amanti di Valdaro, una spedizione archeologica nella provincia turca di Diyarbakir riportò alla luce i resti di due scheletri sepolti insieme, in una sorta di abbraccio. L'uomo, di circa trent'anni, e la donna, di circa vent'anni, furono ritrovati insieme a 22 tombe del periodo del Neolitico risalenti a circa 8000 anni fa.
Con il trascorrere degli anni altri ritrovamenti similari avvennero in tutto il mondo.


Nel 2009 fecero il giro del mondo le fotografie di due scheletri di età tardo romana sepolti mano nella mano. L'uomo e la donna furono rinvenuti durante gli scavi effettuati sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica dell'Emilia-Romagna in una via di Modena. L'uomo aveva il palmo rivolto verso l'alto, quasi a reggere quello femminile rivolto verso il basso. Praticamente i due scheletri si tenevamo per mano. La particolarità risiede nel fatto che l'uomo tiene la mano destra della donna con la sinistra, contrariamente al gesto ufficiale della dextrarum iunctio, dove avveniva l'unione delle mani destre di sposo e sposa come rievocazione del matrimonio. Quindi l'unione delle mani di queste persone nella sepoltura avvenne come gesto quotidiano e non come rievocazione di un rito nuziale.


Un altro rinvenimento spettacolare avvenne nel 2012 nel villaggio siberiano di Staryi Tartas. Gli archeologi rinvennero 600 tombe risalenti all'età del bronzo. Alcune di queste rivelarono sepolture di coppia o di un'intera famiglia. Gli esami archeologici evidenziarono che questi individui appartenevano alla cultura di Andronovo, che si sviluppò tra il 2000 ed il 1200 a.C. Le ipotesi degli archeologi rivelavano che tali disposizioni sepolcrali erano tracce di antichi sacrifici rituali. 
Una seconda ipotesi si potrebbe avvicinare a quella proposta per gli Amanti di Valdaro, ovvero che morto l'uomo tutta la famiglia sia stata uccisa affinché potessero “viaggiare” per l'eternità insieme. 


Agli inizi del 2015 un eccezionale scavo archeologico nella zona del Peloponneso permise di rinvenire un uomo ed una donna sepolti abbracciati. Nel comunicato dei responsabili dello scavo archeologico si leggeva: “le sepolture doppie e incrociate sono molto rare e quella di Diros è una delle più antiche rinvenute finora al mondo. Nei pressi dello scavo sono stati ritrovati anche le tombe di un bambino e di un feto, oltre ad un ossario di circa 4 metri. Siamo abbastanza certi che questa zona sia servita come luogo di sepoltura per migliaia di anni”.


Ma per ritrovare la scoperta archeologica più spettacolare tra le sepolture doppie o collettive bisogna risalire la linea del tempo sino al 1972, quando un team dell'Università della Pennsylvania rinvenne nel sito archeologico di Hasanlu, in Iran, due scheletri umani che si abbracciavano sino quasi a baciarsi. Si trattava di un uomo ed una donna tra i 20 ed i 30 anni che godevano di buona salute prima di morire. La coppia di scheletri fu ritrovata in una struttura simile ad un cestino, senza altri oggetti tranne una lastra di pietra sotto la testa. Morirono insieme nel IX secolo a.C., durante la distruzione della cittadella di Teppe Hasanlu.
Le scoperte archeologiche dimostrano quanto ancora non conosciamo della vita, e della morte, di chi ci ha preceduto sui sentieri della nostra esistenza.


Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.com/

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