venerdì 23 febbraio 2018

l'uomo che mise le braghe a Michelangelo


Daniele Ricciarelli nacque a Volterra nel 1509, motivo per cui è ricordato nelle biografie come Daniele da Volterra. Studiò inizialmente con gli artisti senesi del suo tempo, tra cui Baldassarre Peruzzi, e fu attivo nella città natale come frescante. Di quel periodo si ricordano gli affreschi, perduti, all'interno del Palazzo dei Priori e della facciata del palazzo di Mario Maffei, fratello di Raffaele figura di rilievo nella religiosità cristiana del tempo. Purtroppo anche la decorazione del palazzo di Maffei è andata perduta. La principale testimonianza della vita di Daniele è la biografia del Vasari, importante fonte anche se deformata da un malanimo originato, probabilmente, dal rapporto di amicizia che intercorrerà tra Daniele e Michelangelo Buonarroti. Secondo il Vasari, Daniele Ricciarelli imparò a disegnare da Giovanni Antonio Bazzi, il Sodoma.


Pare da escludere che questo avvenimento sia accaduto durante il soggiorno a Volterra del pittore vercellese. Dopo l'iniziale periodo artistico nella città natale, il pittore toscano si spostò a Roma. Come presentazione della sua arte portò con se una, perduta, Flagellazione di Cristo che fu ampiamente apprezzata dal cardinale milanese Trivulzio, che decise di acquistarla invitando Daniele a lavorare nella sua villa di Tivoli, progettata qualche anno prima da Baldassarre Peruzzi. Nel 1541 Ricciarelli si iscrisse alla compagnia dei pittori dell'Accademia di San Luca, presso la quale rivestì diversi incarichi. A quel periodo risalgono gli affreschi della cappella Orsini a Trinità dei Monti, dove collaborò con Perino del Vaga.
Il rapporto tra i due pittori potrebbe risalire a precedenti lavori poiché il Ricciarelli completò gli affreschi della cappella del Crocifisso in San Marcello al Corso su cartoni dello stesso del Vaga. Il rapporto con l'allievo di Raffaello favorì, probabilmente, Daniele da Volterra nell'esecuzione di svariati lavori nella città eterna. Concluso il rapporto con Perino, cominciò a lavorare nel circolo di Michelangelo Buonarroti, il quale utilizzò la sua influenza presso papa Paolo III per assicurare a Daniele la decorazione della sala regia nel Palazzo apostolico, sospesa alla morte di Perino del Vaga.


Durante il papato di Giulio III mantenne inalterato il prestigio conquistato: fu coinvolto nella decorazione di diversi ambienti del nuovo appartamento papale in Belvedere, per molta parte andati perduti. Per l'episodio del Cristo con la Samaritana sembra che utilizzò un disegno dedicato da Michelangelo a Vittoria Colonna. A partire dalla seconda metà degli anni cinquanta del cinquecento, l'impegno di Ricciarelli si spostò sempre più sul terreno della scultura. Nel 1556 eseguì la statua di San Michele arcangelo destinata al portale di Castel Sant'Angelo. Nel frattempo andava crescendo l'intimità e l'amicizia con Michelangelo. Da uno scambio di missive tra Leonardo Buonarroti e Diomede Leoni risulta che in punto di morte il grande artista volle Daniele accanto a sé.


Il giorno seguente la morte di Michelangelo, Daniele presenziò con Tommaso dei Cavalieri alla stesura dell'inventario dello studio di Macel de' Corvi. Nei mesi seguenti il Ricciarelli, dietro il pagamento di un modesto canone, ottenne la disponibilità della casa di Michelangelo, assumendosi l'onere di migliorarne lo stato. Nel 1564, in seguito alle disposizioni del Concilio di Trento, fu eretto il ponteggio per la copertura delle oscenità nel Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti. Il compito fu affidato a Daniele da Volterra, che per l'occasione si guadagnò il soprannome di Braghettone. L'intervento dell'artista toscano fu discreto, in relazione alla grande ammirazione verso l'arte sublime del maestro. Daniele si limitò a rivestire con panni svolazzanti le nudità di alcune figure, utilizzando la tecnica della tempera a secco.


Purtroppo ci fu una eccezione al minimale intervento di Daniele: la coppia di San Biagio e Santa Caterina d'Alessandria che fu al centro delle critiche più scandalizzate del tempo poiché la posizione poteva ricordare la copula. Una lettera indirizzata al papa ci permette di comprendere quale fu il tono dei commenti circa la posizione di San Biagio e Santa Caterina: «Per meglio fare le persone ridere, l'ha fatta chinare [santa Caterina] dinanzi a san Biagio con atto poco onesto, il quale, standole sopra coi pettini, par che gli minacci che stia fissa, et ella si rivolta a lui in guisa che dice "che farai?" o simil cosa».


Daniele da Volterra lavorò molto per rimuovere interamente le figure dei santi, scalpellando le vesti e la testa di san Biagio. L'artista decise di voltare il santo in direzione del salvatore e non verso santa Catarina, prona davanti a lui. L'intervento del Ricciarelli salvò il Giudizio Universale dalla furia distruttiva del clero post tridentino, poiché non pochi avrebbero voluto distruggere interamente uno dei lasciti più significativi dell'arte mondiale. Il lavoro di Daniele fu interrotto alla morte di Pio IV poiché l'impalcatura che usava per modificare la sublime arte del maestro fu rimossa frettolosamente per l'elezione del nuovo papa.Pochi mesi dopo Daniele Ricciarelli, colui che impedì la rimozione del Giudizio Universale, morì a Roma di catarro crudele, come riportato dalle fredde cronache del tempo.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

Bibliografia

Fabrizio Mancinelli, The Painting of the Last Judgment: History, Technique and Restoration. In Loren Partridge, Michelangelo: The Last Judgement - A Glorious Restoration. New York: Harry N. Abrams, 2000 


Daniele da Volterra, amico di Michelangelo, cat. della mostra a cura di V. Romani, (Firenze, Casa Buonarroti), Firenze 2003 

Ettore Camesasca, Michelangelo pittore, Rizzoli, Milano 1966 

Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999 

Pierluigi De Vecchi, La Cappella Sistina, Rizzoli, Milano 1999 

Giorgio Vasari, Le vite (1550 e 1568), a cura di R. Bettarini - P. Barocchi, V, Firenze 1984, pp. 160 s., 529, 539-550, VI, Firenze 1987


FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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