venerdì 5 aprile 2019

la fiaba della piccola Greta, un business che arriva al Nobel

Greta Thunberg è la vera “rockstar” del momento. Prime pagine di tutti i più importanti giornali del mondo, approfondimenti di ogni tipo, interviste: tutti ne parlano. La consacrazione definitiva è arrivata in queste ore, come riporta l’Ansa: l’attivista 16enne svedese promotrice delle marce dei giovani per il clima in tutta Europa è stata proposta per il Premio Nobel per la Pace da tre parlamentari norvegesi «in segno di riconoscimento per il suo impegno contro la crisi climatica», prodotta dal riscaldamento globale. «Abbiamo nominato Greta perché la minaccia del clima potrebbe essere una delle cause più importanti di guerre e conflitti», ha sottolineato il parlamentare Freddy Andre Oevstegaard. In un’intervista a “Repubblica”, Greta Thunberg ha osservato che «siamo nel pieno di una crisi, ed è la più urgente e grave che il genere umano abbia mai dovuto affrontare. Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti e la maggior parte della popolazione mondiale non ha idea delle possibili conseguenze della nostra incapacità di agire». Il 15 marzo, anche in Italia gli studenti hanno aderito al Climate Strike, lo sciopero proclamato nel mondo dai giovanissimi attivisti che, sulla scia dell’iniziativa di Greta, stanno manifestando per chiedere ai governi interventi urgenti sui cambiamenti climatici. Ma chi è davvero la giovane attivista svedese e come ha fatto a diventare così famosa?
Sia chiaro: «Greta è sicuramente una ragazza adorabile e la sua battaglia offre spunti di riflessione importanti, al di là da come la si veda sul tema del riscaldamento globale», scrive Roberto Vivaldelli su “Gli occhi della guerra”. «Il punto è un altro: si Greta Thunbergtratta davvero di un fenomeno così spontaneo e nato dal nulla oppure di un’abilissima strategia di marketing?». Tutto è nato la scorsa estate, ricorda Vivaldelli. Dall’agosto 2018, ogni venerdì mattina, Greta si reca di fronte al Riksdag, il Parlamento svedese, e rimane lì, con un cartello in mano: “Skolstrejk för klimatet”, sciopero scolastico per il clima. All’inizio era da sola, supportata solo dai genitori, poi la sua protesta è diventata virale. Tanto che a dicembre ha partecipato alla Cop24, la ventiquattresima conferenza sul clima che si è tenuta a Katovice, in Polonia. Lì ha tenuto un discorso che ha fatto il giro del mondo. Come è accaduto? A svelare il segreto del successo di Greta – scrive Vivaldelli – è stato Andreas Henriksson, noto giornalista d’inchiesta svedese. Secondo la sua ricostruzione, lo sciopero scolastico altro non era che parte di una strategia pubblicitaria più ampia per lanciare il nuovo libro della madre di Greta, la celebre cantante Malena Ernman – che nel 2009 partecipò anche all’Eurovision e vanta diverse apparizioni televisive.
Il grande stratega mente di questa campagna sarebbe Ingmar Rentzhog, esperto di marketing e pubblicità, che ha sfruttato a sua volta l’immagine della ragazza per lanciare la sua start up. «Ora posso dire che la persona che sta dietro al lancio del libro e lo sciopero scolastico, nonché la successiva campagna di pubbliche relazioni sul problema del clima, è il “pierre” professionista Ingmar Rentzhog», scrive il giornalista Andreas Henriksson sul suo profilo Facebook. La storia di Greta Thunberg inizia il 20 Ingmar Rentzhogagosto 2018. Rentzhog, che è fondatore della start-up We Do not Have Time, incontra Greta di fronte al Parlamento svedese e pubblica un post commovente sulla sua pagina Facebooke Instagram. Siamo al primo giorno dello sciopero iniziato da Greta. «Curiosamente, quattro giorni più tardi, il 24 agosto, esce il libro dei genitori di Greta, “Scenes from the Heart”, che racconta i dettagli della vita privata della coppia e della figlia». Una banale coincidenza? Da lì a poco, continua Vivaldelli, We Do not Have Time guarda caso decolla, proprio grazie alla spinta mediatica di Greta. Il 24 novembre Rentzhog la nomina nel board. Solo tre giorni dopo, la start up lancia una campagna di crowdfunding per 30 milioni di corone svedesi (circa 2,8 milioni di euro).
Greta è nominata ovunque. Lo stesso Ingmar Rentzhog si vanta di «aver scoperto» la ragazza (ma nega, in seguito, di averne sfruttato l’immagine per raccogliere denaro, pur sostenendo di «aver avuto un ruolo centrale nella crescita della sua popolarità». Il quotidiano svedese “Svenska Dagbladet” lo incalza e accusa la start up di aver sfruttato la ragazza (che è affetta dalla sindrome di Asperger) utilizzando la sua battaglia sul clima per mero tornaconto personale. Dal canto loro, i genitori sostengono che la battaglia di Greta è assolutamente genuina e sincera, ma non smentiscono affatto i rapporti con Rentzhog e il suo abilissimo entourage. «Una campagna pubblicitaria perfetta», la definisce il quotidiano conservatore “Weltwoche”, che indaga sulle origini del fenomeno Greta. Anche “Weltwoche” si concentra sulla figura controversa di Rentzhog: «Il pubblico mondiale celebra Greta come esperta di salvaguardia del clima», Malena Ernman, la madre di Gretascrive il quotidiano della destra svedese. «La ricerca da parte dei media più critici ha dimostrato, tuttavia, che il suo successo è dovuto in gran parte all’esperto svedese Ingmar Rentzhog, che ha buoni contatti con diverse organizzazioni».
Pesa anche la coincidenza con l’uscita del libro della madre: lo stesso giorno, prosegue “Weltwoche”, «Rentzhog ha pubblicato una foto di Greta su Instagram e ha scritto un lungo articolo su Facebook: ciò ha innescato una reazione a catena in molti giornali e altri media». Alla fine di dicembre, la rivista “Samhällsnytt” ha rivelato che Greta «aveva pronunciato il suo famoso discorso alla conferenza di Katowice davanti a sedie vuote, mentre la televisione di Stato svedese si comportava come se avesse parlato davanti a un pubblico entusiasta». Sedie vuote, addirittura? Manipolazione completa? Sempre secondo “Weltwoche”, la madre di Greta, Malena Ernman, avrebbe confermato che l’attivista ambientalista Bo Thorén aveva reclutato sua figlia. Thorén è membro del consiglio di amministrazione di Fossilfritt Dalsland ed è un rinomato rappresentante del movimento ambientalista internazionale Extinction Rebellion. Insomma, conclude Vivaldelli: dietro a Greta Thunberg c’è un libro di una famosa cantante (la madre), una start up in cerca di visibilità, un abile comunicatore ed esperto di pubblicità, diverse organizzazioni che bramano di diffondere il loro messaggio. Poi vengono l’ambiente, il Climate Strike e le mobilitazioni globali. «Nulla, però, accade per caso. E se non vi è dubbio di dubitare che ciò che racconta Greta al mondo sia sincero, chi le sta attorno ha abilmente beneficiato di un ritorno mediatico che era voluto e studiato a tavolino».

fonte: LIBRE IDEE

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