martedì 22 agosto 2017

terrorismo islamico: il nostro alleato per 38 anni



Caro diario, non posso mostrare questa lettera alle persone innocenti dell’America e del mondo, quindi è solo tra te e me. Immagina lo shock e l’oltraggio se dico che dobbiamo abbracciare il terrorismo islamico! L’uomo della strada non capisce cosa ci sia in gioco e di come a volte le élite devono contare sul “caos controllato” per un bene superiore.
I terroristi islamici sono strumenti meravigliosi nelle guerre per procura, costano molto poco e combattono senza paura. Sono una risorsa globale che può essere utilizzata in qualsiasi conflitto locale. Sono anche sacrificabili, li utilizziamo quando è conveniente e li uccidiamo quando sono scomodi.
Se questo turba la coscienza delle persone, significa solo che loro non hanno prestato molta attenzione. Consideriamo i seguenti esempi:
  • Thomas Friedman, del The New York Timesha scritto [in inglese] che “non dobbiamo attaccare l’ISIS in Siria” e “dobbiamo considerare di fornire gli armamenti all’ISIS per abbattere Assad”.
  • John Kerry  ha ammesso che “Gli Stati Uniti hanno cercato di utilizzare l’ISIS per spingere Assad al negoziato”.
  • Il capo militare israeliano ha spiegato [in inglese] che “Israele preferisce l’ISIS ad Assad”.
  • Il ministro della difesa israeliano ha commentato [in inglese]“l’ISIS non ci attacca intenzionalmente e, quando una volta è accaduto, l’ISIS si è immediatamente scusata”. Salve!
  • Hillary Clinton ha scritto [in inglese] “Arabia Saudita e Qatar armano e finanziano l’ISIS”.
  • Joe Biden, il generale Martin Dempsey, il generale Wesley Clark hanno confermato (quiqui e qui [in inglese]) che gli alleati americani del Medio Oriente armano e finanziano Al Qaeda e ISIS.
  • Molteplici messaggi del Dipartimento di Stato americano hanno chiaramente definito [in inglese] come l’Arabia Saudita è la prima risorsa di finanziamento per il terrorismo in tutto il mondo, non solo in Medio Oriente.
Ci siamo mai chiesti perché mai non andiamo in guerra contro di loro né imponiamo sanzioni a questi sponsor del terrorismo? Diavolo! Neanche li condanniamo!
Ciò che passa nella mente dei lettori quando vedono un articolo [in inglese] intitolato “Accettare Al Qaeda”, che è pubblicato dal Consiglio sulle Relazioni Estere, il gruppo di esperti dietro la linea politica estera statunitense? Oppure quando il consigliere principale di Hillary Clinton le ha scritto [in inglese] “Al Qaeda è dalla nostra parte”?
Posso dare molti altri di questi esempi ma, per un momento, facciamo un salto sulla macchina del tempo.
Afghanistan, 1979 – 1989. Abbiamo usato i mujahedeen per sconfiggere l’Unione Sovietica. Quella non fu una buona cosa? Ricordate come i media e Hollywood hanno glorificato quei combattenti afghani negli anni ’80? I ribelli afgani furono anche accolti in visita presso la Casa Bianca.
Ci sono due fattori critici che spesso vengono dimenticati nella storia dei mujahedeen: “combattenti stranieri provenienti da tutto il mondo” e “Islam fondamentalista”.
Negli anni ’80, più di 35.000 cosiddetti arabi afghani [in inglese] sono venuti da tutto il mondo per combattere i russi e noi non saremmo stati in grado di motivarli a combattere senza appellarci al concetti di Islam, di Califfato o di Jihad. “Combattere per Allah” è molto più efficace di “Lottare per il Paese X”. I combattenti motivati dalla religione sono estremamente utili nel campo di battaglia, dal momento che non hanno paura della morte. Questa mentalità è essenziale per l’uso di uomini-bomba suicidi senza i quali molte battaglie e guerre non sarebbero state vinte.
Inoltre abbiamo appreso [in inglese] dall’Arabia Saudita che l’indottrinamento è essenziale per creare buoni soldati. Così la CIA si è avvalsa di libri di testo intelligenti per i bambini afgani che li ha introdotti ai concetti di jihad, armi e odio per i russi.
(Da allora, l’Arabia Saudita ha speso miliardi di dollari nelle scuole islamiche, le madrassa, in tutto il mondo. Queste scuole preparano il terreno per i futuri attivisti, estremisti e combattenti. I sauditi stampano i libri di testo che vengono utilizzati in tutto il mondo. I bambini imparano [in inglese] messaggi d’amore come “uccidere gli sciiti, i cristiani e gli ebrei”. Moschee e predicatori in tutto il mondo continuano a diffondere messaggi estremisti.)
Quando la guerra afghana stava per essere vinta, cominciammo ad accorgerci che il progetto Mujahedeen era un gioco brillante e avrebbe potuto essere replicato anche in altre parti del mondo.
Fu allora che nacque Al Qaeda. E questa fu una tempistica perfetta.
Vedete, Halliburton aveva appena scoperto enormi riserve di petrolio nei pressi del Mar Caspio, ma i paesi intorno a quella regione erano [in inglese] tutti pro-Russia, anche dopo la caduta dell’Unione Sovietica.
Senza che il pubblico americano ne sapesse nulla, i mujahedeen furono molto attivi [in inglese] durante tutti gli anni ’90 in Bosnia, Kosovo, Azerbaigian, Uzbekistan, Dagestan, Cecenia, eccetera. Questi combattenti furono utilizzati per tre scopi principali:
  • eliminare dittatori favorevoli alla Russia
  • installare leader favorevoli all’Occidente che ci avrebbero aiutati a costruire gasdotti e condividere le basi militari statunitensi
  • interrompere le condutture russe e altri loro interessi
In Azerbaigian fu facile ed inserimmo un nostro uomo nel 1993. In Georgia c’è voluto più tempo, ma George Soros e la sua rivoluzione dei colori alla fine installarono un nostro uomo, nel 2005. In un anno abbiamo ottenuto un gasdotto di 1000 miglia che ha collegato l’Azerbaigian (Mar Caspio), con la Georgia e la Turchia!
La Cecenia fu un successo parziale. Essi erano impegnati in una lotta per l’indipendenza dalla Russia, e accolsero con piacere i mujahedeen che avevano anche un sacco di soldi sauditi e armi statunitensi. In poco tempo, il sufismo non violento e mistico della Cecenia si trasformò nel wahabismo saudita.
Al Qaeda iniziò a colpire i gasdotti russi. La Russia invase la Cecenia nel 1994, perse la guerra e si ritirò. Era divertente guardare i notiziari di quei giorni. Ma poi Putin, tre anni dopo, diventò il Primo Ministro, intraprese una guerra spietata contro i jihadisti, vinse decisamente ed installò [in inglese] il proprio uomo forte in Cecenia. Perfino il sufismo ha visto un grande rilancio negli ultimi anni e i Ceceni hanno ora cominciato a rifiutare [in inglese] il wahabismo e lo jihadismo.
Al Qaeda fu estremamente utile in Bosnia, Albania, Macedonia e Kosovo. Alla fine degli anni ’90 abbiamo usato gli attacchi e i bombardamenti della NATO per liberarci del presidente pro-russo in Serbia.
Lontano dal cuore dell’Eurasia, l’estremismo islamico ed il terrorismo giocano un ruolo importante in Africa, nel Medio Oriente e in Asia per catalizzare le trasformazioni geopolitiche.
In Libia, in Siria, in Yemen e in Somalia noi dipendiamo dalla Fratellanza Musulmana, da Al Qaeda e dai Salafiti (coloro che seguono l’estremismo fondamentalista islamico sunnita).
In Libia, abbiamo sfruttato [in inglese] un’affiliata di Al Qaeda, chiamata Libyan Islamic Fighting Group (LIFG). Abbiamo rilasciato il suo leader (Belhadj) dalle prigioni della CIA, lo abbiamo ben vestito per l’occasione e abbiamo organizzato un servizio fotografico con John McCain, facendolo così diventare il combattente per la libertà che ha combattuto Gheddafi, il brutale dittatore!
In Siria, decine di migliaia di combattenti di Al Qaeda sono volati [in inglese] da tutto il mondo per rovesciare Assad. Se non fosse stato per gli interventi guastafeste di Putin, avremmo ora un oleodotto dal Qatar attraverso la Siria, ed Israele avrebbe potuto sfruttare [in inglese] il petrolio delle trivellazioni dalle alture del Golan. Davvero una situazione tragica.
In Africa, la Nigeria è un paese strategico con 170 milioni di persone e una terra ricca di risorse petrolifere e naturali. È qui che Boko Haram, l’ISIS africana, entra in gioco. È stata estremamente efficace in vari modi e, inoltre, grazie a Boko Haram, la metà della Nigeria è sotto la legge islamica della Sharia, che è un grande strumento per controllare le popolazioni.
In Asia, dobbiamo prevalere sulla Thailandia, sull’Indonesia e sulle Filippine. Senza di esse, perderemmo gran parte dell’Asia a favore della Cina. La legge della sharia ed il salafismo stanno guadagnando [in inglese] slancio in Indonesia, il che è un segno positivo.
Il pazzo leader delle Filippine, Duterte, è stato troppo amichevole [in inglese] con la Russia e la Cina. Egli perderà la sua popolarità e sarà sostituito se Abu Sayyaf, l’affiliato all’ISIS, riuscirà a provocare abbastanza problemi. Se Duterte contrattaccherà contro l’ISIS, piangeremo per i “diritti umani” e per la “islamofobia” presso le Nazioni Unite, ed imporremo sanzioni.
Anche la Thailandia si è spostata [in inglese] scioccamente nella sfera d’influenza russo-cinese. Bene, questo paese pacifico e buddista è di fronte all’estremismo sunnita/salafista nel sud. I leader tailandesi devono rendersi conto che l’intero settore del turismo è molto vulnerabile – alcune bombe e qualche attacco da parte degli jihadisti potrebbero avere gravi effetti.

Infine, spostiamo l’attenzione all’Europa. Ci sono stati molti problemi con l’immigrazione di massa, il terrorismo, la criminalità, eccetera. Tuttavia, ogni crisi è un’opportunità. Alcuni chiamano ciò “Problema-Reazione-Soluzione”.
Il problema è il terrorismo. La paura è la reazione. Il governo è la soluzione.
Il terrorismo e la criminalità ci danno la possibilità di militarizzare la polizia nella Unione Europea, creare una “NSA” per tutta l’Europa e perfino un esercito del’Unione Europea. L’onere finanziario causato dai rifugiati ci consente anche di imporre l’austerità e di ridurre la spesa per la salute. L’immigrazione di massa creerà anche una società europea più omogenea. Venti anni da ora e non ci sarà molta differenza tra Francia e Germania, e ciò significherà una gestione molto più facile dell’Unione Europea.
Andando avanti, la sfida economica più grande per noi sarà la Cina. Lei tuttavia ha un tallone di Achille, quello della provincia occidentale del Sinkiang che è prevalentemente costituita da musulmani. Con l’aiuto della Turchia [in inglese], abbiamo già creato in Sinkiang un movimento islamista che sta chiedendo la secessione. La One Belt One Road [la nuova Via della Seta Cinese] dipende molto dai treni merci che, nel loro viaggio verso l’Europa, viaggiano in sicurezza in quella regione. I nostri futuri mujahedeen del Sinkiang saranno utili se la Cina comincerà a comportarsi male.
Ci sono voluti circa 60 anni per unificare in larga misura il Nord ed il Sud America sotto un comune sistema finanziario, aziendale, economico e militare (il Venezuela è fuori posto, ma ci stiamo lavorando). Potrebbero volerci altri sessanta anni per unificare l’Europa, la Russia e la Cina. A quel punto avremo il governo globale ed il definitivo Nuovo Ordine Mondiale. Senza confini e senza muri. Un Mondo. Per raggiungere un tale scopo, abbiamo molte frecce al nostro arco – commercio, soccorso finanziario/militare, colpi di Stato, rivoluzioni colorate, sanzioni, guerre, ecc. – ma il terrorismo e il fondamentalismo islamici continueranno a svolgere ruoli indispensabili e per questo dobbiamo accettarli ed avvalercene.
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Articolo di Chris Kanthan pubblicato su World Affairs il 30 maggio 2017Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
http://sakeritalia.it/america-del-nord/terrorismo-islamico-il-nostro-alleato-per-38-anni/

La fine della sporca guerra della CIA in Siria

La fine della sporca guerra della CIA in Siria

Quando verrà scritta la storia definitiva del conflitto in Siria, il ruolo degli Stati Uniti nel finanziamento, addestramento e armamento dei gruppi ribelli, costituirà necessariamente un capitolo importante.
L’annuncio [in Inglese] di Washington che la CIA ha cancellato il suo programma a sostegno dei “ribelli moderati” in Siria – che si stima sia costato ai contribuenti statunitensi oltre 1 miliardo di dollari, e che ha contribuito a perpetuare un conflitto in cui sono morte 400.000 persone, molte delle quali nel modo più atroce – è stato fatto di recente nel modo in cui una multinazionale mette fine ad un’impresa commerciale fallita all’estero.
Non c’è stata alcuna menzione del fatto che il programma sia stato avviato in violazione del Diritto Internazionale. Nessuna menzione anche del fatto che fosse a sostegno di un’insurrezione in gran parte costituita da non-siriani, che negli ultimi sei anni sono calati sul paese non guidati dal desiderio di creare una democrazia, ma piuttosto di imporre la tirannia religiosa e culturale.
Immaginate, per un momento, un ribaltamento delle parti. Immaginate se l’FSB russo avesse istituito e gestito un programma di questo tipo, a sostegno di un’insurrezione armata dominata da estremisti religiosi con la tendenza a torturare, schiavizzare le donne e tagliare le teste delle persone – il cui obiettivo è il rovesciamento del governo laico di un stato multi-religioso e multietnico – immaginate quale sarebbe la reazione nelle capitali occidentali. L’indignazione sarebbe stratosferica – e legittima.
Quanto a coloro che sostengono che in Siria l’Occidente abbia sostenuto sempre e solo i fanatici taglia-teste moderati [in Inglese], mai quelli estremisti, questa è una distinzione assurda che il popolo siriano non ha mai avuto il lusso di sposare.
In un articolo [in Inglese] del New York Times su questa storia veniamo a sapere di come “una volta che i combattenti addestrati dalla CIA arrivavano in Siria, gli agenti della CIA avevano difficoltà a controllarli. Il fatto che parte delle armi della CIA sono finite ai combattenti del Fronte al-Nusra – e che alcuni dei ribelli si sono uniti al gruppo – hanno confermato i timori di molti nell’amministrazione Obama da quando il programma è iniziato. Anche se il Fronte al-Nusra era chiaramente visto come un’efficace forza di combattimento contro le truppe del Sig. Assad, la sua affiliazione ad Al-Qaida ha reso impossibile all’amministrazione Obama fornire sostegno diretto al gruppo”.
La pura ostinata stupidità della politica statunitense in Siria negli ultimi anni sta tutta in questo passaggio. Cosa pensavano che sarebbe successo? La CIA credeva davvero che i loro bei ribelli moderati con le loro nuove e scintillanti armi e attrezzature fornite dagli Stati Uniti si sarebbero inseriti nel conflitto e sarebbero rimasti immuni dalle attenzioni dei ribelli estremisti cattivi? Sono davvero così incredibilmente inetti e disastrosamente male informati su una regione nella quale hanno riversato così tanti sforzi nel tentativo di dominarla, negli ultimi 70 anni?
Sin dall’inizio, Washington e i suoi alleati hanno completamente e dolorosamente travisato gli eventi non solo in Siria, ma anche in tutta la regione. Nel 2011 la cosiddetta Primavera Araba ha sorpreso gli Stati Uniti per la dimensione e la velocità con cui si è diffusa. Il risultato è stato il panico a Washington su quello che presagiva per l’influenza statunitense in Medio Oriente, producendo un collasso monumentale di un analisi responsabile del catastrofico intervento militare in Libia sotto l’egida della NATO.
A guidare la guerra in Libia non sono stati i puri ideali di aiutare a rovesciare un dittatore crudele e stabilire una democrazia Jeffersoniana al suo posto, come affermato. Infatti, com’era possibile, considerato che, mentre Gheddafi era al potere, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, i principali partecipanti all’intervento della NATO, godevano di buone relazioni economiche e di rapporti diplomatici quasi normali con la Libia? No, l’intervento della NATO in Libia è stato alimentato dal desiderio degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei di mettersi a capo di una Primavera Araba che all’epoca aveva già perso slancio.
Eppure, ciononostante, l’Occidente ha organizzato un intervento duro e pervicace, che ha solo aiutato ad attizzare le fiamme di un riflesso controrivoluzionario che non ha visto nascere la democrazia, ma lo jihadismo Salafita. Ad informare questa strategia è stato un trattamento Orientalista e riduttivo della regione come un insieme indifferenziato di stati arabi e Musulmani quasi identici nel loro aspetto, nelle dinamiche sociali e nel loro crollo, per non parlare del loro carattere nazionale. E quindi la Tunisia era uguale all’Egitto, come la Libia era uguale alla Siria, e così via.
Non c’è stata alcuna rivoluzione popolare in Libia, un’asserzione sostenuta dal fatto che, anche se Gheddafi non aveva un’aviazione consistente e nonostante la sua capacità di difesa aerea fosse debole e venne neutralizzata dalla NATO già nelle prime fasi nel conflitto, ci sono voluti otto mesi perché il leader libico venisse rovesciato e ucciso a partire dal giorno in cui i velivoli della NATO hanno cominciato a volare sul paese nel marzo 2011.
Allo stesso modo, in Siria, nel momento in cui il programma della CIA è iniziato nel 2013, il paese è stato devastato in modo simile a quando i Khmer Rossi decisero di attuare il proprio Anno Zero, portando al massacro e all’estirpazione di comunità minoritarie che possono tracciare la loro presenza nel Levante a svariati millenni fa.
Questo non vuol dire che ogni militante che combatte il governo in Siria sia un non-siriano ed un estremista Islamico. Bisogna dire, però, che i non-siriani e gli estremisti Islamici erano e rimangono ai posti di comando nella forgiatura del carattere settario del conflitto. La conferma di ciò è stata fornita da un rapporto declassificato dell’intelligence [in Inglese]risalente al 2012, prodotto dalla Defense Intelligence Agency facente capo al Pentagono.
Eppure, ciononostante, la CIA ha intrapreso comunque il suo programma fallito per individuare e finanziare una terza forza in un paese nel quale gli Stati Uniti non hanno mai avuto alcun diritto giuridico o morale per operare. Legalità e moralità che non hanno mai vincolato un’organizzazione le cui azioni, in tutta la sua storia [in Inglese], si sono conformate regolarmente con quelle comunemente associate ad un’organizzazione terroristica.
Fortunatamente, in Siria, queste azioni non hanno portato a nulla.
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Articolo di John Wight pubblicato su Counterpunch il 10 agosto 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
http://sakeritalia.it/medio-oriente/siria/la-fine-della-sporca-guerra-della-cia-in-siria/

fonte: http://alfredodecclesia.blogspot.it/

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