martedì 25 luglio 2017

i misteri intorno alla morte di Rino Getano

Quel giorno Renzo uscì, andò lungo quella strada, quando un’auto veloce lo investì
[La ballata di Renzo – Rino Gaetano]

Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato, a firma di Rosella Reali, un articolo relativo al caso Wilma Montesi, la ragazza ritrovata morta sulla spiaggia di Torvaianica, presso Roma, sabato 11 aprile 1953. Il delitto è tuttora irrisolto.
La spiaggia, tra Torvaianica e Castel Porziano, del ritrovamento del cadavere risponde al nome di Capocotta.
Nulla di strano, uno dei tanti nostri articoli sui misteri di questo paese.
Qualcosa però non tornava, forse meglio affermare che qualcosa sfuggiva.
Immediatamente dopo la lettura dell’articolo, il nome della spiaggia ha iniziato ad incuriosirmi.
Dove l’avevo sentito?
Ero sicuro di conoscerlo ma non ricordavo il motivo.
Il caso giunge dove la memoria vacilla.
Ascoltando una canzone di Rino Gaetano il buio scompare.
Era lui l’autore dei versi che circolavano nella testa da giorni.
La canzone dove appare il nome della spiaggia è Nuntereggae Più, ed esattamente: ue paisà, il bricolage, il quindicidiciotto, il prosciutto cotto, il quarantotto, il sessantotto, il pitentrotto, sulla spiaggia di Capocotta.
Rino avrà cercato la rima?
Non ero convinto: premetto che non avevo mai letto nulla con riferimento alla morte di Gaetano.
Scopro velocemente che nel 1979, durante un concerto sulla spiaggia di Capocotta, Rino affermò: «C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta». 
Per quali motivi avrebbe dovuto spingersi tanto in là?
La frase finale del suo discorso, si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta, si riferiva a quella sera oppure all’aprile del 1953?
Vi conduco avanti nel tempo, sapendo che dovremo tornare indietro.
La vita di Rino s’interruppe tragicamente il 2 giugno del 1981, all’età di 30 anni, in seguito ad un incidente stradale. Già il giorno otto di gennaio dello stesso anno un fuoristrada contromano aveva spinto l’automobile di Gaetano contro il guard rail. L’auto che urtò il cantautore, insieme al suo conducente, si dileguò nel nulla. Rino rimase illeso, mentre l’auto fu completamente distrutta. Il 2 giugno, verso le tre di notte, Rino stava tornando a casa a bordo della sua automobile. Poco prima delle 4, percorrendo Via Nomentana, il cantautore invase la corsia opposta andando ad urtare un camion che stava sopraggiungendo. L’impatto fu terribile, Rino batté la testa contro il vetro e il petto sul volante. Arrivarono i soccorsi ed accertarono che Gaetano era in coma. Rino Gaetano è condotto al policlinico Umberto I, dove furono riscontrate: una rottura alla base del cranio, diverse altre fratture tra cui quella, sospetta, allo sterno. Il policlinico non prevedeva un reparto per la cura delle fratture al cranio. Il medico di turno tentò, invano, di contattare un altro ospedale dotato di un reparto di traumatologia cranica. Furono contattati il San Camillo, il CTO della Garbatella, il San Giovanni, il policlinico Gemelli e il San Filippo Neri.  Nessun posto disponibile per Rino Gaetano. Alle 6 del mattino del 2 giugno 1981 Rino spirò.
Scoppiarono molte polemiche in seguito alla successione degli eventi. Furono aperte un’inchiesta ed una interrogazione parlamentare, la numero 4 – 02031 del 4 giugno 1981.
Siamo alla presenza di un caso di malasanità oppure di una ferma volontà di rifiutare il ricovero di Gaetano?


Profetiche le parole di una canzone scritta dallo stesso Gaetano dieci anni prima, la ballata di Renzo presente nei quaderni personali del cantautore con l’originale titolo di Quando Renzo morì io ero al bar. Proviamo a rileggerle insieme:
Quel giorno Renzo uscì
andò lungo quella strada
quando un’auto veloce lo investì
quell’uomo lo aiutò e Renzo allora partì
per un ospedale che lo curasse per guarir
[...]
La strada molto lunga
S’andò al san Camillo
E lì non lo vollero per l’orario.
La strada tutta scura
S’andò al san Giovanni
E li non lo accettarono per lo sciopero.
[...]
Con l’alba,
le prime luci
s’andò al policlinico
ma lo respinsero perché mancava
il vice capo
[...]
Profezia?
Gaetano aveva poteri divinatori?
Altre profezie le aveva scritte?
Ricordo «Mio fratello è figlio unico, perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone». Chinaglia non passò al Frosinone ma la squadra di calcio, che allora militava tra serie C e D, negli ultimi anni ha conosciuto la serie A: non era prevedibile negli anni settanta.
Torniamo al mistero di quelle parole scritte sulla sabbia.
Cercando non ho trovato riferimenti precisi alla spiaggia di Capocotta e all’omicidio di Wilma Montesi.
Le parole raccontate sulla spiaggia si riferiscono ad altro?
Nel caso in cui non vi fossero riferimenti al caso Wilma Montesi, lontano oltre 25 anni dall’incidente del 1981, per quali motivi si parlò di complotto in relazione alla morte del cantautore?
Dobbiamo retrocedere nella linea del tempo.


L’avvocato Paolo Franceschetti parlò d’assassinio massonico per Rino Gaetano. Un secondo avvocato, Bruno Mautone, ha ripreso questa visione asserendo che il cantautore poteva essere un adepto di una loggia massonica e che avesse a disposizione un insieme d’informazioni, nascoste alla maggioranza della popolazione, sui misteri d’Italia. Mautone non si ferma a questa prima asserzione spingendosi a dichiarare che Gaetano si sarebbe successivamente pentito dell’appartenenza e che avesse iniziato ad esternare rivelazioni, sotto forma d’allegorie e metafore, nelle sue canzoni. Questo fatto potrebbe aver infastidito il gruppo massonico di cui faceva parte, che avrebbe deciso per la soluzione finale: l’eliminazione fisica del cantautore.
I due avvocati su cosa basano le loro dichiarazioni?
Sulla presenza della rosa in molte canzoni di Gaetano. Prima di analizzare i testi vorrei ricordare che la Massoneria utilizza il simbolo della rosa, spesso affiancata da un pellicano che si squarcia il petto per nutrire i propri piccoli con il sangue. La rosa è utilizzata durante lo svolgimento d’alcuni riti, tra cui il funerale di un fratello: quest’occasione prevede che tre rose siano gettate nella tomba, con il significato di luce, amore e vita.
La rosa appare in diverse canzoni scritte da Rino: Rosita, Cogli la mia rosa d’amore e Al compleanno di Zia Rosina. Tutte le canzoni sono incluse nell’album Mio fratello è figlio unico.
I massoni tra loro si chiamano fratelli.
Gaetano decise di allontanarsi idealmente dalla massoneria dedicando a questo fatto non solo una canzone ma un intero disco?
In una delle tre canzoni citate, Al compleanno di Zia Rosina, possiamo leggere – o ascoltare:
[...]
Vedo già la mia salma portata a spalle
Da gente che bestemmia che ce l’ha con me
Povera povera povera la mia cara
Le racconterò di Cleme e rideremo insieme
[...]
In queste righe voleva farci comprendere che i fratelli massoni avrebbero portato a spalla la sua bara durante il funerale?
Interessante anche il verso le racconterò di Cleme e rideremo insieme.
L’avvocato Mautone suggerisce che Cleme sia il diminutivo di Clemente XII, papa che emanò la bolla contro la massoneria.
Rino Gaetano massone pentito?
In una delle ultime canzoni, Io ci sto, appaiono le seguenti parole:
[...]
Mi dicono alla radio, statti calmo, statti buono
Non essere scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo
Ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti
E costi quel che costi, la vincerò non ci son santi
[...]
L’album, con titolo omonimo della canzone, risale al 1980, pochi mesi prima dell’incidente.
In conclusione: Rino Gaetano entrò nella massoneria ma rimase deluso dal mondo che lo circondava. Nel frattempo era venuto a conoscenza di misteri, nascosti alla popolazione. Trovò il coraggio di creare un sistema di simboli e metafore per nascondere questi misteri nei testi delle canzoni, sino a quando gli diedero la possibilità di farlo.
La spiaggia di Capocotta avrebbe un senso in questo strano mondo: Gaetano sapeva chi aveva ucciso la ragazza nel 1953 e le parole a margine del concerto, tenutosi sulla spiaggia del litorale romano, sarebbero legate all’evento di Wilma Montesi e non alla prosecuzione dell’attività professionale del cantautore.
Il riferimento «Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta» è dovuto al fatto che la ragazza fu trovata con il volto rivolto verso la sabbia?
Se invece le parole fossero in relazione al sale ed alla sabbia gettata negli occhi degli italiani?


Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

Riferimenti bibliografici
Bruno Mautone, Rino Gaetano. La tragica scomparsa di un eroe, Grisignano, L'ArgoLibro, 2013

Gian Luigi Caron, Gianna - Rino Gaetano, un cantautore controcorrente, Lampi di stampa, 2015

Bruno Mautone, Chi ha ucciso Rino Gaetano? Il coraggio di raccontare: un'indagine tra massoneria, servizi segreti e poteri economici, Marene, Revoluzione, 2016

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