martedì 6 giugno 2017

nel tempo in cui Cristo aveva tre teste


1628.
Papa Urbano VIII esclama: quel tipo di rappresentazione è inappropriato a raffigurare Dio!
Urbano VIII, il Papa poeta, è ricordato per altri motivi, poiché sotto il suo pontificato fu inquisito il genio di Galileo Galilei. 
Dopo che il Papa tuonò contro le raffigurazioni tricefale della Trinità, in tutte le chiese si dovette assistere alla cancellazione degli affreschi che rappresentavano il mistero di Dio uno e trino.
Facciamo un passo indietro.
La prima domanda che ci dobbiamo porre è la seguente:
In cosa consiste la Trinità Tricefala?
La risposta che vorrei dare, nel mio piccolo, attiene al fatto che gli uomini hanno cercato una rappresentazione antropomorfa del mistero della Trinità. 
Concretamente, l'uomo ha da sempre cercato di rappresentare Dio ed i suoi misteri sotto forma umana.
Per il cristiano è sempre stato complesso comprendere come Dio fosse uno e trino. 
Non trovando una raffigurazione più idonea iniziò ad utilizzare questa figura: Cristo con tre teste.


Effettivamente è complessa come raffigurazione.
Tale visione si andò affermando dal secolo XII. Con gusto medievale si pensò di rappresentare la Trinità come figura umana tricefala, ovvero costituita da un solo corpo e da tre teste, per indicare che in una sola sostanza si manifestano tre volti diversi. Una delle poche manifestazioni iconografiche superstiti si trova nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ad Armeno, piccolo comune della provincia di Novara. Una seconda si trova in Spagna, in uno dei capitelli gotici di Alquezar dove è scolpito un Dio con tre teste. Un terzo esempio si trova a Edolo, in Val Camonica, rappresentato al di sopra di un capitello di Casa Zuelli.


Per evitare questo tipo di rappresentazione si preferì, in Italia soprattutto, sostituirla con l’iconografia della testa trifronte. Un esempio lo abbiamo a Perugia, in un affresco del XV secolo, sulla facciata della basilica di San Pietro. Altri esempi sono ritrovabili a Firenze, nella chiesa di San Salvi e nel soffitto di Palazzo Vecchio, e ad Atri nella concattredale di Santa Maria Assunta.


La contaminazione con il paganesimo fece si che le immagini della Trinità fossero guardate con sospetto dalla Chiesa posttridentina e condannate da papa Urbano VIII nel 1628.
La prima volta che la vidi, nella chiesa di Armeno, rimasi perplesso. 
Non ero a conoscenza di tutto quello che ora vi sto raccontando. 
Entrai nella Parrocchiale, una sera di aprile, per ascoltare un concerto di musica classica legata alle imminenti festività pasquali. 
Non avevo dimestichezza con quell'affresco. 
La mia sedia era nelle vicinanze della colonna.


Casualmente alzai lo sguardo e la vidi.
Rimasi perplesso e misticamente raccolto nella visione.
Il concerto corse molto più velocemente del mio pensare.
Provai a chiedere informazioni ai presenti, ma quasi nessuno mi diede risposte concrete.
Tornato a casa iniziai a saziare la mia curiosità.
La seconda domanda sorge spontanea: Perché è giunta sino a noi  la rappresentazione tricefala della Trinità nella Parrocchiale di Armeno?
Le ricerche hanno portato a questa conclusione: si salvò in quanto la Chiesa venne utilizzata come lazzaretto durante la Grande Peste del 1630.
Finita la peste si dovette disinfettare la Parrocchiale. 


I muri e gli affreschi dipinti sopra di essi vennero coperti da uno strato di calce.
La calce venne poi ricoperta da arredi vari e ci si dimenticò degli affreschi... sino a quando vennero compiuti dei restauri per donare l'iniziale splendore a questo piccolo gioiello incastonato alle pendici del Mottarone e non lontano dal Lago di Orta.
Immagino quale fu la sorpresa per coloro che scrostarono l'intonaco e si trovarono questa immagine di fronte agli occhi....
Per nostra fortuna il Concilio di Trento era passato da tempo e con esso anche la volontà di cancellare i segni del nostro passato......

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

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