domenica 11 giugno 2017

il vescovo del male e la fuga dei gerarchi nazisti


Una figura sinistra si aggira nelle pagine dimenticate della storia del Novecento.
Una persona che potrebbe rappresentare il male se non fosse un rappresentante del bene, o di quello che noi siamo abituati a pensare come tale. 
Sacerdote, Vescovo, consultore presso il Sant’Uffizio, scrittore filo-nazista ed artefice della Ratline che permise la fuga di diversi, ed importanti, gerarchi nazisti.
Andiamo con ordine e cerchiamo di ricostruire quest’assurda vicenda dimenticata nelle pagine di qualche libro da mercatino, o peggio ancora negli articoli da ventesima pagina nei quotidiani di qualche anno addietro.


Alois Hudal nacque a Graz il 31 maggio del 1885.
Fu ordinato sacerdote il 19 luglio del 1908 a 23 anni.
Nel 1923 fu nominato rettore della chiesa e dell’ospizio di Santa Maria dell’Anima, chiesa nazionale tedesca nella città di Roma.
Il 4 gennaio del 1930 fu nominato consultore della Suprema Sacra Congregazione del Sant’Uffizio, nome che dovremmo tradurre con Santa Inquisizione.
Il 18 giugno del 1933 fu ordinato vescovo dall’allora cardinale Pacelli, divenuto Papa con il nome di Pio XII.
Il 1933 anno complesso che dobbiamo analizzare insieme.
Il 20 luglio di quell’anno ci fu la firma del Concordato tra il Vaticano, allora retto da Pio XI, e la Germania che si era avviata al Nazismo: ricordo che il 30 gennaio di quell’anno Adolf Hitler fu nominato cancelliere del Reich.
La firma del concordato avvenne in un momento particolare della Germania nazista: il 14 luglio del 1933 fu discussa nel Parlamento tedesco la Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditaria, o che all’epoca si pensavano tali. Dato che il 20 luglio era il giorno prefissato per la firma con la Chiesa Cattolica, si ritenne opportuno posticipare la promulgazione della legge al 25 luglio dello stesso anno, cinque giorni dopo la firma tra Eugenio Pacelli che rappresentava Pio XI e Franz Von Papen che sostituiva il presidente tedesco Von Hindenburg.
Mi soffermo sulla legge promulgata qualche giorno dopo la firma con il Vaticano: tale legge prevedeva la sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di malattie ereditarie e degli alcolisti cronici. Il ministero degli interni supponeva un numero pari a 410.000 persone da sterilizzare. In quel periodo una figura, legata alla chiesa cattolica, si elevò a difensore dei poveri e dei disabili, il vescovo Clemens August von Galan. Negli anni successivi fu soprannominato il Leone di Munster in onore della sua forza e resistenza contro il governo nazista.
Non tutti i vescovi, cardinali e Papi si comportarono allo stesso modo, come vedremo in seguito diversi personaggi di spicco si collusero irrimediabilmente con Hitler e le sue folli idee.
Il concordato tra la chiesa cattolica ed il Reich prevedeva delle concessioni al Vaticano in terra tedesca, tra le quali la protezione delle associazioni cattoliche, la garanzia dell’insegnamento della religione Cattolica nelle scuole, la libera distribuzione degli uffici ecclesiastici e l’assicurazione della formazione dei sacerdoti nelle università. In cambio il regime nazista pretese che il clero fosse apolitico e che fosse mantenuto il matrimonio civile prima delle nozze religiose.
L’accordo tra Santa Sede e Germania prevedeva anche il giuramento dei vescovi davanti al governo, che recitava testualmente: davanti a Dio e sui Santi Vangeli, giuro e prometto, come si conviene ad un Vescovo, fedeltà al Reich Germanico e allo Stato. Giuro e prometto di rispettare e di far rispettare dal mio clero il Governo stabilito secondo le leggi costituzionali dello Stato. Preoccupandomi, com'è mio dovere, del bene e dell'interesse dello Stato Germanico, cercherò, nell'esercizio del sacro ministero affidatomi, di impedire ogni danno che possa minacciarlo. (articolo 16 Concordato).
Secondo Pacelli la firma del concordato non implicava il riconoscimento dell’ideologia nazista da parte della curia. Il Vaticano trattava con tutti i partner possibili, anche i regimi totalitari. Dal punto di vista politico, perché il Vaticano è un organismo politico, il concordato divenne una straordinaria linea di difesa per la chiesa cattolica rispetto all’avanzare delle idee comuniste. L’accordo fu salutato da Hitler come la conquista d’ulteriore prestigio internazionale, anche se con il passare del tempo divenne un vincolo scomodo.


La base della neutralità della Chiesa Cattolica durante la seconda guerra mondiale si pose nel luglio del 1933?
Le priorità del Papa, e della santa Sede, furono di impedire l’avanzata delle idee che scendevano come il vento impetuoso da Est?
Torniamo al Vescovo che rappresentava il male in terra, Alois Hudal.
Nel 1937 il primo passo verso l’adesione alle idee naziste: Hudal pubblicò un libro, I fondamenti spirituali del nazional socialismo, che rappresentava l’entusiastica adesione personale alle idee di Hitler. Nel forziere aperto nei primi anni del decennio scorso è apparsa l’edizione con la seguente dedica: al Fuhrer del rinascimento – risorgimento tedesco, al novello Sigfrido della grandezza e della speranza della Germania – Adolf Hitler.
L’anno seguente la Germania nazista invase ed occupò l’Austria. Il cancelliere austriaco, Seyss-Inquart chiese alla Germania di intervenire militarmente in Austria per porre fine ai disordini nel paese. Il 12 marzo 1938 l’esercito tedesco invase l’Austria. Per ordine del cancelliere l’esercito locale non oppose resistenza. Lo stesso giorno la Germania proclamò l’annessione dell’Austria alla Germania. Il vescovo del male non fece attendere molto la sua reazione entusiastica a quest’annessione. Inviò un telegramma alla dirigenza del Reich per congratularsi della buona riuscita dell’Anschluss, termine utilizzato per definire l’occupazione dell’Austria da parte della Germania. La traduzione dalla lingua tedesca è annessione o connessione.
Durante il periodo nazista, il vescovo cattolico Hudal ostentava, vergognosamente, la sua entusiastica adesione al regime. Si premuniva di girare per Roma con un distintivo in oro raffigurante i simboli del nazismo. Non accontentandosi di indossare delle piccole svastiche sopra il vestito da vescovo, fece incorporare il vessillo della Germania nazista sull’auto di rappresentanza.
Le parole potrebbero finire ora. Il giudizio è stato emesso: vescovo del Male. Dobbiamo andare oltre, inseguire la linea del tempo di quegli anni orribili, macchiati dal sangue di tanti innocenti.
Durante la guerra continuò a ricoprire ruoli di notevole importanza nell’apparato del Vaticano. Esistono delle connivenze con gli organi superiori del Vaticano?
Sappiamo che Hudal e Pacelli si conoscevano da molti anni, dai tempi della Germania. Nel 1933 fu proprio Pacelli ad elevare al grado di vescovo Hudal. Alcuni storici cattolici sostengono che Pacelli si allontanò dal vescovo del male: “Hudal non era gradito a Pio XII, che per quattro anni di fila negò udienza. Il vescovo non aveva organizzazione a sua disposizione”. Queste sono le parole di Robert Graham, gesuita e storico per la chiesa cattolica della seconda guerra mondiale.
Il giudizio d’altri storici è nettamente diverso poiché Pio XII era noto per le simpatie verso i regimi autoritari di destra. Pacelli fu vicino ad ambienti conservatori tedeschi, vicinanza dovuta al fatto che dal 1917 fu Nunzio Apostolico in Baviera, anche se non appoggiava il separatismo della Baviera perché riteneva che solo una Germania forte ed unita potesse fungere da baluardo contro il bolscevismo.
La guerra distrugge l’Europa, uccide milioni di persone.
Bombe, proiettili, camere a gas.
Il Vaticano cerca di correre in soccorso di tutte le vittime del conflitto. Il Papa affida alla Pontifica commissione per l’assistenza – la chiameremo PcA – la cura dei profughi e degli ex prigionieri di guerra.
Il nazismo è sconfitto. Hudal non demorde. I gerarchi nazisti debbono essere salvati.
La PcA austriaca, capeggiata dal vescovo del male, rilasciò carte d’identità riconosciute dalle autorità italiane ed alleate. I documenti, in bianco, furono firmati dal Barone Von Froelichsthal.
Alois Hudal si vantò, nelle memorie scritte negli ultimi anni di vita, di aver distribuito migliaia di documenti ad austriaci e tedeschi incorporati nel Reich di Hitler.
Alois Hudal operò in stretta collaborazione con un frate cappuccino, Leopoldo Von Gumppenberg, ex paracadutista dell’esercito, per salvare i gerarchi nazisti.
Pio XII, salito al soglio pontificio nel 1939, prese le distanze da Hudal dicendo. “può agire solo a suo nome e a sue spese”. Papa Pacelli avrà rifiutato contatti diretti con il vescovo del male ed avrà preso le distanze, ma non lo allontanò mai dal corpo della chiesa cattolica.
Quale era l’importanza della PcA?
Quest’organizzazione giocò un ruolo fondamentale nell’ottenimento del titre de voyage che era rilasciato dalla Croce Rossa. I membri dell’organizzazione raccomandavano i personaggi alla Croce Rossa, la quale rilasciava il titolo di viaggio che consentiva l’emigrazione in quei paesi disposti ad accogliere profughi, e gerarchi nazisti, dall’Europa. Nel 1947 la Croce Rossa aveva già rilasciato 25000 titoli di viaggio per l’emigrazione dei profughi europei.
Uno dei paesi maggiormente attivi nell’accoglienza di profughi, gerarchi nazisti in primo luogo, fu l’Argentina di Juan Domingo Peron. Il dittatore aveva creato una rete perfetta per portare nel suo paese i criminali nazisti ricercati dagli alleati. Dal 1947 ai primi anni Cinquanta il terminale europeo della Ratline, linea dei ratti, fu Genova dove esisteva uno speciale ufficio retto da un ex delle SS amico di Peron. A Genova vi era un secondo ufficio che collaborava con quello di Peron, gestito dai cattolici e precisamente da Monsignor Petranovic, che dipendeva direttamente dal cardinale Siri. Questo cardinale divenne famoso dopo la morte di Pio XII per essere stato eletto Papa per il breve trascorrere di un giorno.
Tramite Hudal e la sua organizzazione fuggirono gerarchi nazisti come Klaus Barbie - capo della Gestapo - Franz Strangl - comandante del campo di sterminio di Treblinka - Adolf Eichmann, Eric Priebke e Joseph Mengele: per gli ultimi tre, purtroppo, non servono presentazioni. 
Nel periodo immediatamente successivo alla fine della guerra Hudal collaborò con la rivista Der Weg, che aveva redazione a Buenos Aires, retta da Juan Maler criminale di guerra nazista fuggito grazie all’intervento del vescovo del male. Juan Maler era il falso nome di Reinnard Koops, gerarca nazista di stanza nei Balcani. Der Weg rappresentò il punto di riferimento per gli ex nazisti e i loro sostenitori in tutto il mondo. Juan Maler in una lettera al vescovo afferma che: “Der Weg è l’unica possibilità di mantenere vivi i rapporti e i valori della nostra civiltà cristiana occidentale, in epoca di totale abbandono”.
Nel 1948 apparve su Der Weg un articolo di Hudal nel quale scriveva: “Passerà soltanto qualche anno e inizierà la grande revisione della storiografia tedesca degli ultimi 30 anni, al fine di garantire al nostro popolo diritto e giustizia”. Il vescovo si spinse a dire. “E’ un delitto la distruzione dell’esercito tedesco perché esso è il più disciplinato che la storia abbia mai visto”.
Sempre del 1948 è una lettera, ritrovata presso Santa Maria dell’Anima, che Max Fuhrer, criminale nazista, inviò a Hudal da San Paolo in Brasile. Del 1949 una seconda lettera indirizzata al vescovo Hudal da Walter Tubenthal, dal 1934 al 1945 presidente distrettuale a Treuburg nella Prussia Occidentale.
Il 3 febbraio del 1950 un dirigente della PcA, Monsignor Baldelli, scrive alla Reverenza Eccellenza Alois Hudal per comunicargli la chiusura della PcA Austriaca.
Nel 1952 Hudal perse il posto di rettore del collegio di Santa Maria dell’Anima e diede le dimissioni da ogni incarico. Trascorse gli ultimi anni di vita nel ritiro di Grottaferrata scrivendo le sue memorie, intitolate Romische Tagebucher, in altre parole i Diari Romani. In questi suoi fanatici e farneticanti scritti Hudal non arretrò mai, anzi: “ Era sempre meglio Hitler che la paccottiglia giudeo – bolscevica, la democrazia socialdemocratica o per contro il capitalismo americano”. Difese sino in fondo la sua idea, ricordando che: “Nell’ospedale di Santo Spirito a Roma è morto tra le mie braccia, assistito da me sino all’ultimo, il barone Von Wachter che era ricercato ovunque dalle autorità alleate ed ebraiche. Von Watcher riuscì grazie all’aiuto commovente dei sacerdoti italiani a vivere per mesi a Roma sotto falso nome”.
L’articolo si conclude aprendo una nuova strada. Nell’incedere dei fatti ho nominato la Ratline e il cardinale di Genova Giuseppe Siri: forse non tutti sanno che il 26 ottobre del 1958 sarebbe stato eletto Papa, assumendo il nome di Gregorio XVII.
Pagina che non mancherò di raccontarvi nel prossimo articolo.

Fabio Casalini

Un sentito ringraziamento a Rosella per il lavoro svolto e l'aiuto determinante alla riuscita delle ricerche.

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/


Bibliografia
Caldiron GuidoI segreti del Quarto Reich, la fuga dei criminali nazisti e la rete internazionale che li ha protetti. Newton Compton Editori. Roma, edizione e-book 2016
Concordato Vaticano - Germania, Libreria editrice Vaticana, 1933
Feldkamp MichaelLa diplomazia Pontificia. Edizioni Jaca Book, Milano 1995
Lai BennyIl Papa non eletto. Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa. Laterza editore, Bari 1993
Patti MartinoIl Fuhrer e il prelato, cattolici con la svastica. Articolo apparso sul Manifesto del 6 ottobre 2006
Politi MarcoAnche un ente vaticano favorì i nazisti in fuga. Articolo apparso sulla Repubblica del 29 maggio 1994
Renzetti RobertoSan Francesco e i crimini dei francescani. Tempesta editore, Roma 2013
Wolf HubertIl Papa e il diavolo. Il Vaticano e il Terzo Reich. Donzelli editore. 2008

Illustrazioni
1- Firma del concordato tra la Santa Sede e la Germania. Nella fotografia sono riconoscibili Eugenio Pacelli, futuro Papa Pio XII, Alfredo Ottaviani ed Enrico Maria Montini, futuro Papa Paolo VI.
2- Alois Hudal, il vescovo del male.
3- Eugenio Pacelli tra soldati nazisti all'uscita da un incontro.

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