mercoledì 16 novembre 2016

Italia: disintegrazione

Ho lasciato l’Italia nell’estate del 2014.
Avevo un contratto a tempo indeterminato, un lavoro come ingegnere nel settore aerospaziale, una famiglia con un bimbo di 4 anni.

Ció che mi spinse a lasciare il mio paese natale furono considerazioni di tipo economico e sociale, che ho spiegato qua, e che posso cosí riassumere:
1. La convinzione, basata sui miei nuovi e grossolani studi di macroeconomia, che all’interno della zona Euro non c’era futuro per l’industria italiana, e
2. la consapevolezza che il tessuto sociale ed etico del mio paese, e specialmente della mia cittá natale, Roma, stava disgregandosi. Non volevo che mio figlio vivesse una vita peggiore della mia.

Io e mia moglie abbiamo incontrato molte difficoltá ad ambientarci in Olanda. Un conto é trasferirsi con un’ambasciata, o quando la tua azienda pensa a tutto, un altro é affrontare tutte le difficoltá da soli, senza amici, parenti, e nel contesto di una lingua assolutamente ostica. Le maggiori difficoltá extra-lavorative erano per nostro figlio. Catapultato a 5 anni in una scuola dove non capiva una mazza. Ha ripetuto un anno. Qua in Olanda é normale. Lo fanno anche i bimbi dutch. Considerano lo sviluppo del bambino una cosa non standard: ogni bimbo ha i suoi tempi e li rispettano. Mio figlio ora a 7 anni é bilingue, mia moglie si sta impegnando a imparare l’olandese con un corso avanzato, io al lavoro parlo inglese tutti i santi giorni. Finalmente dopo due anni siamo riusciti a vendere casa in Italia, cancellando malumori, nervosismi, scazzi per extra tassazione etc.

E proprio dell’emigrazione e del mercato immobiliare vorrei parlare oggi.

Nonostante le difficoltá, sono felice delle scelte fatte. Nel 2014 non stavo nemmeno a pensare al problema dell’immigrazione dall’Africa all’Italia. Sapevo che era un problema enorme, ma avevo altro per la testa. Ignoravo la demografia e il legame migrazione-asset immobiliari.

Due notizie di oggi:

1. La prima da qua. Un giudice del nord Italia ha deciso che se uno é in ritardo coi pagamenti del mutuo, allora la sua casa puó essere “temporaneamente”assegnata a immigrati che godano dello stato di rifugiati. In altri termini, il giudice puó stabilire che la casa non vada all’asta, (per mezzo della
quale esiste almeno per il proprietario la possibilitá di ottenere qualche spiccio), ma venga concessa a uomini e donne di un altro paese.

Ho vissuto in un condominio dove l’appartamento sotto al mio era stato affittato ad una famiglia di quattro persone dell’est europa. Bene, funziona cosí: prima, arriva la famiglia. Ora, non sai se sono veramente marito moglie e figli, devi fidarti delle loro dichiarazioni (sbarcano in Italia senza documenti e ci vogliono gli interpreti). Questa famiglia prende possesso dell’abitazione. Ovviamente, dopo poche settimane, i loro familiari o amici andranno a vivere con loro. Da quattro finiscono per essere in almeno sette. Ora, se il proprietario originale non pagava il mutuo perché non aveva i soldi (o magari perché era un delinquente, ne ho conosciuto uno italianissimo che metteva sempre incinta la moglie per tenersi un serbatoio di figli minorenni per non dover sloggiare) sicuramente non pagava il condominio. Ora, pensate che la famiglia di immigrati, oltre a non pagare il mutuo, pagherá il condominio? Non credo. Immaginate quei condomini dove le spese per l’acqua corrente o il riscaldamento sono comuni. Se un condomino non paga, pagano tutti gli altri per lui. Con famiglie di migranti senza un lavoro, che vivono di sussidi statali, ci sará una impennata di inquilini morosi. E di condomini con bilanci in rosso. Se giá era impossibile prendere i soldi da un inquilino italiano, in questo caso sará impossibile. Ora, non parliamo proprio di rientrare in possesso della casa data “temporaneamente”in uso a extracomunitari. Siamo sinceri: la possibilitá diventa zero. Parliamo anche solo del fatto che abitiate vicino, nello stesso condominio, ad una di queste famiglie extracomunitarie, che da 4 membri sono diventati almeno 7, che non pagano, perché non possono, i servizi comuni. Che hanno le loro tradizioni. La loro cucina. Pensate che riuscirete a vendere la VOSTRA, di casa? Forse, ma con un ulteriore sconto rispetto allo sconto imposto dalla crisi attuale. Questo distruggerá il mercato immobiliare delle periferie delle cittá ancora di piú. Inutile girarci intorno. Verranno colpiti soprattutto gli anziani, che non hanno figli minorenni.

2. La seconda notizia da qua. Dice che c’é la proposta di legge di tassare di 100mila euro l’anno coloro i quali decidono di venire a vivere in Italia per godersi il sole e l’arte. Ovviamente sono benestanti che richiedono la residenza (tedeschi? olandesi? ah saperlo!). Sapete una cosa? In Spagna il tempo é bello uguale e le tasse sono piú basse. Andate verso Alicante. 250 euro al mese per 140 metri quadri. Ma non é questo il vero punto. Il punto é che quando sono venuto in Olanda, ho ottenuto per 8 (otto) anni una grossa riduzione delle tasse. Lo fanno per incentivare gli Expat che vengono in Olanda che hanno giá un contratto, sono medici, ingegneri, tecnici altamente specializzati cui viene riconosciuto uno stato fiscale privilegiato. Ho dovuto mostrare certificato carichi pendenti, casellario giudiziario, certificato di laurea, contratto di lavoro, e dichiarazione di due miei amici che mi conoscevano da piú di dieci anni! Se non avessi goduto di questa agevolazione, non sarei venuto in Olanda, ma sarei andato in Germania. In Italia, fanno l’opposto: tassano i benestanti che decidono di trasferisti nello Stivale! In Italia, assegnano case di italiani in stress finanziario, arredate con mobili pagati con i soldi di una vita, a estranei che non hanno qualifica, e che sovente non sanno leggere né scrivere.

Quanto a lungo puó durare un Paese in questo modo?

http://www.rischiocalcolato.it/2016/10/italia-disintegrazione.html

http://altrarealta.blogspot.it/

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