giovedì 26 ottobre 2017

Charles-Henri Sanson, quando tagliare teste era un affare di famiglia


Il 18 marzo del 1314 l'ultimo gran maestro dei cavalieri templari fu portato sulla pubblica piazza parigina per l'ultimo incredibile e doloroso atto della persecuzione contro l'ordine dei monaci-guerrieri. 
Alla fine del mesto corteo cosa accadde?
Il grande inquisitore di Parigi prese parola:«Parlate o Iacopo» disse.
«Impudenti menzogne» esordì l’ultimo Gran Maestro dei Templari.
«Menzogne noi stiamo ora udendo. Menzogne che voi fabbricaste ai nostri danni. Menzogne che ci strappaste dalle labbra nel momento della tortura. Io attesto qui per Dio, per la Vergine Santa e per San Giorgio, che tutti noi siamo innocenti» concluse Jacques de Molay nel suo primo intervento.
«Templari non volete pentirvi?» intervenne prontamente Fra Guglielmo, che aggiunse «confessate, confessate per pietà dell’anima vostra. I vostri minuti sono contati
Jacques de Molay non si fece intimidire e sferzante intervenne «sia. Ma dite a coloro che ci condannano che contati sono pure i loro giorni. Dite a Papa Clemente e al Re che prima di un anno da ora li attendiamo al cospetto della giustizia di Dio. La li attendiamo.»
Guglielmo di Nogaret, gran cancelliere del Re, concluse «Maledizione alle vostre anime. Ola giustizieri fate il vostro dovere».
Immediatamente costoro attaccarono i prigionieri ai pali. Uno di loro prese una torcia infiammata ed appiccò il fuoco alla catasta. Un turbine di fumo avvolse la piazza. Null’altro si vide per interi minuti. 
Il silenzio riempì la Parigi che nervosamente si avviava all'imbrunire.
Papa Clemente V si spense nell'aprile dello stesso anno mentre Filippo il Bello, Re di Francia, giunse sino a novembre, sempre dello stesso anno.



Charles-Henri Sanson, che vorrei presentarvi, divenne lo strumento della maledizione di Jacques de Molay poiché, secondo alcuni, avrebbe maledetto la discendenza del sovrano sino alla tredicesima generazione. Alcuni storici, che possiamo considerare e nominare sensazionalisti, riprendendo la maledizione dell'ultimo gran maestro dei templari riportarono la voce che Charles-Henri Sanson, prima di svolgere il suo lavoro di boia e decapitare Luigi XVI Re di Francia, avrebbe detto «io sono un templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta di Jacques de Molay».
Abbandoniamo la leggenda per tuffarci nella storia.
Charles-Henri Sanson svolgeva la mansione di boia.



Le origini della parola boia andrebbero fatte risalire all'Antica Grecia poiché, in occasione dei sacrifici, vi era una persona incaricata di uccidere i buoi. Seguendo il corso della storia, il termine greco boietai indicava le strisce di cuoio di bue con cui erano fatti i lacci e la frusta impiegati dai carnefici. In epoca romana il termine passò dall'indicare il collare con cui il prigioniero era tenuto fermo, durante la tortura, alle catene ed infine alla professione stessa di carnefice.
Charles-Henri Sanson vide la luce nella Parigi d'inizio Settecento, le cronache riportano il 1739 come anno di nascita. Rappresenta il più celebre boia di una dinastia familiare di esecutori di sentenze capitali, che ricoprirono questo incarico dal 1687 al 1847. Una singola famiglia parigina si occupò per oltre un secolo e mezzo di uccidere per lavoro nelle piazze di Parigi. 
Una famiglia di tagliagole. 



La famiglia Sanson aveva acquisito il titolo di Executeur des hautes oeuvres de Paristradotto in esecutore delle alte opere di Parigi, nel 1688 con Charles Sanson de Longval, il bisnonno del nostro Charles-Henri.
Le scarne cronache del tempo ci riportano che Charles-Henri iniziò la sua lugubre attività all'età di 15 anni, poiché nel 1754 dovette succedere al padre gravemente malato. Solo nel 1778 ottenne il titolo di Bourreau de la Ville, Prévoté et Vicomté de Paris, perché in quell'anno morì il padre e il titolo si ereditava alla morte di colui che l'aveva ricevuto dal predecessore.
Allo scoppio della Rivoluzione francese, pragmaticamente, simpatizzò con gli insorti senza mai partecipare attivamente ai moti. Riuscì a mantenere inalterato il suo status sociale continuando ad esercitare la propria attività, senza mancare una sola esecuzione capitale. Ottenne anche il titolo di cittadino, che deriva dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino varata nel 1789 dall'Assemblea Nazionale. Per la prima volta in europa, all'interno di uno Stato, tutti i cittadini sono liberi ed eguali nei diritti.
Il 21 gennaio 1793 fu eseguita la decapitazione del Re di Francia, Luigi XVI. 



Nel corso del tempo molte nebbie e leggende hanno ricoperto la testa rotolante del sovrano, senza scalfire l'importanza del gesto. La sentenza di morte contro il Re fu eseguita per il tramite della ghigliottina.
Negli anni della Rivoluzione francese, Charles-Henri Sanson fu l'autore di 2.918 decapitazioni. Proviamo a fare alcuni calcoli: la rivoluzione ebbe inizio nel 1789 e si concluse 10 anni dopo, nel 1799. Il tagliagole Sanson riuscì nella non facile impresa d'uccidere quasi una persona al giorno. Il problema risiede nel fatto che Sanson si ritirò nel 1795, per cui gli anni di effettiva attività sono 6 ed il numero di sentenze eseguite giornalmente sale a quasi 1,5. Charles-Henri Sanson durante la rivoluzione francese si occupò di sradicare dalla faccia della terra 3 uomini ogni 2 giorni. In questo periodo, nella cesta della sua ghigliottina rotolarono teste molto importanti, oltre a quella di Luigi XVI: da quella di Maria Antonietta a quella di Robespierre, da quella di Hébert a quella di Danton, senza dimenticare quella scientifica di Jean Sylvain Bailly, padre della rivoluzione del 1789 e noto astronomo nonché accademico. 



La colpa di Bailly? Essere un moderato agli occhi dei Giacobini.
Una domanda sorge spontanea, chi erano i Giacobini?
Il club dei Giacobini fu un'associazione politica fondata a Parigi nel 1789, con sede nel convento domenicano di San Giacomo. Dopo aver modificato svariate volte il proprio nome, assunse quello definitivo nel 1792 facendosi riconoscere come Società dei Giacobini, amici della libertà e dell'eguaglianza. Il club sopravvisse a stento alla caduta di Robespierre per essere soppresso d'autorità nel 1794.
Pensare ai Giacobini come amici della libertà, dopo aver saputo del loro accanimento verso alcuni personaggi, lascia senza risposte molte domande.
Il nipote di Sanson, Clement Henri, volle ricordare nelle sue Memorie familiari la figura del nonno in relazione all'esecuzione dell'accademico Bailly: riportò che Charles-Henri sostenne durante tutto il tragitto l'astronomo, bersagliato da sputi e spintonato dalla folla che gli gettava fango.
Nel 1797 si ritirò, sopraffatto dalla stanchezza, passando il testimone al figlio Henri.
Morì nel 1806 e la sua salma fu tumulata nel cimitero di Montmartre.
Ancora oggi potete trovarlo in quel luogo.

Fabio Casalini

fonte: https://viaggiatoricheignorano.blogspot.it/

Bibiografia
- Michel e Danielle Demorest, Dictionnaire historique et anecdotique des bourreaux, 424 p., Gens de Justice, 1996
- Henri-Clément Sanson, Sept générations d'exécuteurs. Mémoires des Sanson
- Jacques Delarue, Le Métier de bourreau, Fayard, 1989 

- Henri E Marquand, "Confessioni di un boia" (intervista a Henri Sanson), Endemunde Edizioni, 2012 



FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti
Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità... sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale, che si avvia a diventare un vero e proprio modello di diffusione della tradizione popolare, dell’arte meno conosciuta, dei misteri e delle leggende conosciuti o meno, in un felice connubio con le moderne tecnologie. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.

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