lunedì 26 giugno 2017

Beatrice Lorenzin lascia o raddoppia i vaccini assassini?


Roma (7 marzo 2016): iniziativa Farmindustria


di Gianni Lannes

Un ministro che mente spudoratamente e reiteratamente - forse per ignoranza o altro - può licenziare un decreto legge incostituzionale per imporre in modo coercitivo ben 12 vaccini obbligatori a minori sani, mettendo a repentaglio la loro salute? Gli articoli 76 e 77 della Costituzione repubblicana italiana non ammettono dubbi o fraintendimenti: “soltanto in casi di straordinaria necessità e urgenza”. Il presidente del consiglio pro tempore, Paolo Gentiloni, assurto alle cronache per aver regalato 339,9 chilometri quadrati di mare italiano alla Francia, ha dichiarato in conferenza stampa il 19 maggio scorso: «Non si tratta di uno stato di emergenza». Infatti, in Italia non sono in atto epidemie e non dilagano pandemie. Dunque, perché bombardare di iniezioni neonati, bambini e adolescenti?  


Per capire di che pasta scientista è fatta l'ex forzitaliota Lorenzin, è sufficiente ricordare la trasmissione Porta a Porta della Rai, andata in onda il 22 ottobre 2014: al minuto 36’,20” il ministro Beatrice Lorenzin dichiara che «solo di morbillo a Londra, cioè in Inghilterra, lo scorso anno (ossia nel 2013, ndr) sono morti 270 bambini per una epidemia di morbillo molto grave». Esattamente un anno dopo, il 22 ottobre 2015 alla trasmissione «Piazza Pulita» sempre lei se ne esce con la seguente frase (al minuto 5’57’’): «di morbillo si muore, in Europa! C’è stata una epidemia di morbillo a Londra lo scorso anno (2014) e sono morti più di 200 bambini». Inverosimile: i bambini sterminati dal pericolosissimo virus del morbillo sono calati a 200. A conti fatti, secondo le dichiarazioni della Lorenzin, in Gran Bretagna i bambini morti per morbillo nel 2013 sarebbero stati 270, nel 2014 circa 200. Quindi in due anni 470 bambini morti per morbillo in Inghilterra di cui la metà a Londra? I dati ufficiali del Public Health England, ovvero il portale governativo di salute pubblica inglese, attestano ben altro. Titolo: «Measles deaths by age group: 1980 to 2013 (ONS data)». Nel 2013 c’è stato un solo morto, aveva 25 anni e la causa non è stato il morbillo ma le complicanze polmonari. Sorvoliamo sulle frescacce inventate e propagandate sempre dalla Lorenzin relative a Gardaland. In uno Stato civile le false dichiarazioni in tv di un ministro della salute (moglie di Alessandro Picardi, il direttore delle relazioni istituzionali della RAI), in più occasioni e su più argomenti sarebbero più che sufficienti per imporre le immediate dimissioni.    
Alla voce analfabetismo funzionale. La Lorenzin in un’intervista intervista a Sky TG24 ha dichiarato: «Ci sono paure che non devono essere alimentate ma invece devono essere sedate». Mentre in trasmissione a La7 ha avuto l’ardire di dare sfoggio alla sua sapienza a proposito dei virus: «quando ci sono dei buchi i virus camminano, saltellano». 


 Conflitti interesse? A parte Ricciardi e Guerra, il 27 settembre 2016 Renzi ha partecipato a Verona, ad un’iniziativa della Glaxo Smith Kline.  E il Tempio di Adriano si è colorato di rosa. Alla vigilia della festa della donna, Farmindustria ha infatti organizzato un convegno sul tema: “Le Donne per la Farmaceutica, La Farmaceutica per le Donne”. Sono intervenute, tra gli altri, anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dell’Istruzione Stefania Giannini. 



Qualche tempo prima, il Sole 24 ore del 7 ottobre 2014 riportava questo articolo profetico: 

«Metti dieci Ceo mondiali di Big Pharma a Palazzo Chigi e un premier che li invita a puntare (e a investire) sull'Italia. E metti che Big Pharma risponda: lo stiamo già facendo, anche oltre le promesse fatte, «siamo pronti a dare ancora una mano». Prove tecniche di sintonia tra il Governo e le industrie farmaceutiche ieri a Roma. Con un incontro a sorpresa tra Matteo Renzi e le imprese del farmaco internazionali, comprese alcune italiane come Menarini e Chiesi, che già hanno base e forza in Italia. Un incontro che fa seguito a quello avvenuto nei mesi scorsi a Bari, quando il premier per la prima volta fece un esplicito endorsement pro industria farmaceutica, definendola strategica per lo sviluppo e invitandola a consolidare e ad allargare la propria presenza nel nostro Paese…  Restano sul tavolo gli inviti di Renzi alle industrie a «investire in Italia, per voi è un'opportunità, il Paese sta cambiando», avrebbe chiosato il premier. Come interamente sul tappeto restano le richieste rilanciate dalle farmaceutiche al Governo: stabilità normativa e certezza di regole, un sistema regolatorio forte e solido, snellezza burocratica, una riforma dell'Aifa (Agenzia del farmaco) che la rende efficiente, che acceleri l'accesso dei prodotti ai mercati e le ispezioni. Una nuova prospettiva italiana per il farmaco, insomma. Che per Big Pharma costituisce quasi una pre condizione per continuare a scommettere sull'Italia, o addirittura per arrivarci ex novo. Chissà. Certo è che la presenza a palazzo Chigi dei Ceo di Bayer, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Johnson & Johnson, Merck Serono, Novartis e Roche, insieme a due delle italiane ben radicate all'estero, non è stato un evento di secondo piano. «Per la prima volta un primo ministro italiano incontra un gruppo di Ceo mondiali dello stesso settore, gliene va dato atto. Per noi questo è un segnale molto positivo e anche una dimostrazione di fiducia nel nostro Paese», ha commentato Scaccabarozzi. Ora, è chiaro, si attendono i fatti da parte del Governo. Chissà se già con la prossima legge di Stabilità. La presenza di altri ministri accanto a Renzi, – da Pier Carlo Padoan (Economia) a Beatrice Lorenzin (Salute) fino a Federica Guidi (Sviluppo) – è di sicuro un segnale in più di attenzione verso le industrie. La manovra 2015 potrebbe essere la prova della verità».



riferimenti:






  


















https://eupha.org/repository/conference /2015/EPH_Conference_Programme_Update_1_Oct_2015.pdf 


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