venerdì 27 gennaio 2017

sono i bambini a scegliere i propri genitori

imagesPrima della nascita l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine o disegno che poi vivremo sulla terra, e riceve un compagno che ci guidi quassù, un daimon, che è unico e tipico nostro. Tuttavia, nel venire al mondo, dimentichiamo tutto questo e crediamo di esserci venuti vuoti. E’ il daimon che ricorda il contenuto della nostra immagine, gli elementi del disegno prescelto. È lui dunque il portatore del nostro destino.
Secondo Plotino (205-270 d.C.), il maggiore dei filosofi neoplatonici, noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e corrispondenti, come racconta il mito, alla sua necessità. Come a dire che la mia situazione di vita, compresi il mio corpo e i miei genitori che magari adesso vorrei ripudiare, è stata scelta direttamente dalla mia anima, e se ora la scelta mi sembra incomprensibile, è perché ho dimenticato.
(cit. tra virgolette tratte da: “Il Codice dell’anima”, James Hillman, ed. Adelphi)

Hai mai pensato di aver scelto i tuoi genitori prima di venire al mondo?

Premesso che esistono scuole di pensiero diverse nell’ambito della reincarnazione, sono molti gli studiosi e le correnti spirituali che attribuiscono questa scelta alla volontà personale. Che si tratti di scelta individuale, influenzata dalle circostanze e dai comportamenti adottati nelle vite precedenti o da altre presenze non è dato a sapersi. Ma una cosa è certa, perlomeno per chi si occupa di queste tematiche: i nostri genitori sono frutto di una scelta.

Il pensiero di James Hillman

A soffermarsi sul tema, fra i molti, lo psicoanalista James Hillman, secondo il quale a contraddistinguere la nostra vita è la ghianda che portiamo dentro, ovvero l’immagine di ciò che siamo davvero, scelta prima di venire al mondo. Ovvero il nostro destino che, rispetto a quanto si crede, è frutto di una scelta consapevole. Il concetto in realtà affonda le radici in un passato remoto, basti pensare al mito di Er de “La Repubblica” di Platone. Anche il filosofo neoplatonico Plotino condivideva la teoria, sostenendo che tutti noi scegliamo il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima. In tale ottica la nostra incarnazione è frutto di un destino già presente e questa scelta include, secondo Platone, sia il libero arbitrio che la necessità, le quali finiscono per coincidere.
L’idea che l’anima scelga dove e come incarnarsi ritorna in moltissime filosofie e religioni orientali, a partire dall’Induismo in cui il principio spirituale detto Jiva, che precede la forma fisica, fa la sua comparsa in questo mondo con l’individuo pur non nascendo con esso. Ovviamente la reincarnazione dello Jiva nella condizione umana non è casuale ma frutto del principio di causa effetto secondo la legge del Karma: “raccogliamo ciò che abbiamo seminato. Il buon seme procura buoni frutti; quello cattivo, frutti cattivi. Ogni azione, per piccola che sia, produce effetti sul carattere.”

Le teorie di Robert Schwartz

Il famoso conferenziere Robert Schwartz, autore di “Anime coraggiose”, è uno fra i tanti sostenitori di questa teoria. Egli afferma che tutti noi programmiamo preventivamente le nostre esistenze, sfide comprese, per bilanciare il karma e conoscerci meglio: “La programmazione che facciamo prima di nascere è estesa e dettagliata. Essa include la selezione delle prove della vita ma va ben al di là di essa. Noi scegliamo i nostri genitori (ed essi scelgono noi), dove e quando incarnarci, le scuole che frequenteremo, le case in cui vivremo, la gente che incontreremo e le relazioni che stringeremo.Se qualche volta avete avuto la sensazione di conoscere già una persona appena incontrata, forse eravate nel vero. Quella persona faceva probabilmente parte della vostra programmazione prenatale. Quando un luogo, un nome, un’immagine vi sembrano stranamente familiari la prima volta che li vedete o sentite, si tratta spesso di un vago ricordo di ciò che fu discusso prima dell’incarnazione. In molte sessioni di programmazione usiamo il nome e prendiamo l’aspetto fisico che avremo dopo la nascita. Tali pratiche ci aiutano a riconoscerci l’un l’altro a livello fisico. La sensazione di dèjà vu viene spesso, giustamente, riferita a qualcosa successa in una vita passata, ma molte volte si tratta invece di ricordi delle programmazioni prenatali. Quando entriamo nella dimensione terrestre dimentichiamo tutto e prima di incarnarci sappiamo che subiremo questa amnesia auto indotta. Un dato importante è che la personalità è dotata di libero arbitrio. È dunque possibile resistere o accettare le prove della vita. La Terra è un palco sul quale la personalità realizza o devia dal copione scritto prima della nascita. Noi scegliamo come reagire se con rabbia e amarezza o con amore e compassione.  Quando riconosciamo che abbiamo programmato le prove della nostra vita la scelta diventa chiara e molto più facile“.
genitoriIn tale ottica i genitori non sono altro che parte del programma scelto prima di venire al mondo. Gli schemi che ereditiamo da loro sono una sorta di allenamento il cui scopo finale è insegnarci a vivere a modo nostro. Figli e genitori, quindi, si aiuterebbero reciprocamente a superare sfide, blocchi, ostacoli che in qualche modo li legano. Il fatto di vivere situazioni familiari devastanti o poco piacevoli è solo apparentemente negativo perché in realtà si tratta di una palestra per l’anima, attraverso le cui lezioni possiamo liberarci degli schemi di cui siamo prigionieri, scoprendo i nostri autentici talenti, i punti deboli e le abilità. Spesso è nelle difficoltà che troviamo la forza per cambiare.
Mettendo insieme i vari pezzi, progressivamente scopriamo chi siamo, la nostra vera natura. Ma per riuscirci è indispensabile comprendere che siamo registi, non semplici vittime della realtà circostante. Se abbiamo scelto i nostri genitori anziché altri non è un caso, l’abbiamo fatto perché solo con loro avremmo potuto imparare determinate cose in un reciproco scambio di insegnamenti. Quando invece ragioniamo da vittime, puntiamo il dito contro accusandoli di tutto ciò che non siamo riusciti a realizzare. Certo, non è facile comprenderlo, specialmente se sussistono situazioni complesse, eppure è solo assumendoci la nostra fetta di responsabilità che possiamo cambiare le cose. Perché solo se ci consideriamo registi della nostra vita riacquistiamo il potere perduto, quello che ci permette di cambiare in meglio.
Sebbene questa logica valga per tutti i rapporti interpersonali, quello con i genitori è particolarmente profondo, originato da accordi d’amore. Ed è per questo che il primo passo da compiere per riappropriarsi del proprio potere è perdonarli, accettarli per quello che sono e comprendere che non sono giunti a caso. Una volta che il perdono è concesso la vita, assicura chi supporta queste teorie, migliora a 360 gradi. La nostra come la loro. Il bambino interiore, attraverso questo processo di consapevolezza, non è più arrabbiato, non si sente più escluso, ma degno di attenzione e amore. E’ lui il creatore, è lui il nostro potere risvegliato. Vale la pena farci una riflessione!
Fonte tratta dal sito .
fonte: https://wwwblogdicristian.blogspot.it

terremoti anomali e dighe a rischio!

Gran Sasso - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

 di Gianni Lannes

Procurato allarme delle autorità italiane o verità imbarazzante da occultare? Tutta la valle del fiume Vomano, ovvero i centri abitatifino a Roseto degli Abruzzi rischiano qualcosa? E' un'altra strage annunciata? «C’è un rischio Vajont a Campotosto, anzi no». Il presidente della Commissione Grandi Rischi Sergio Bertolucci ha dichiarato testualmente domenica 22 gennaio 2017, al TG3 che«Nella zona di Campotosto, una delle zone che sono sotto osservazione, c’è il secondo bacino più grande d’Europa, con tre dighe: una di queste dighe è su una faglia che si è parzialmente riattivata, ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago e per dirla semplice è l’effetto Vajont». 

 Diga Piaganini (Enel) nei pressi di Campotosto (13 aprile 2009) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



Bertolucci ha proseguito spiegando che: «Se in questi casi si avverte un aumento del rischio bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione. La temperatura sismica non si abbassa di questa sequenza ci sono ancora molti scuotimenti, c’è ancora una situazione in evoluzione. Per cui non possiamo, sarebbe assolutamente pericolosissimo abbassare la guardia, soprattutto per quanto riguarda gli edifici strategici, le scuole, gli ospedali». Ma non è tutto: in una dichiarazione rilasciata all’ANSA alle 18, 30, Bertolucci ha smentito tutto: “Non c’è nessun pericolo imminente di un ‘effetto Vajont'”, ha dichiarato come riportato in una nota dell’agenzia di stampa. “È importante – ha sottolineato – continuare a monitorare l’evoluzione sismica in quella zona” in quanto “esiste un aumento della pericolosità dovuta ai movimenti della faglia”. E ancora: “Da tempo la diga di Campotosto viene studiata dalla Protezione Civile in collaborazione con l’Enel e con tutti gli organismi deputati”. Quanto al rischio legato all’eventuale caduta di materiali nel lago in caso di terremoto, Bertolucci ha rilevato che “non si configura la possibilità di avere onde che possano superare i dieci metri”. La situazione è disperata, ma non seria. L’Enel conferma che la diga di Campotosto è al sicuro: «Non è stato rilevato alcun danno. Alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni si è comunque deciso, come misura cautelare, estrema, di procedere ad una ulteriore progressiva riduzione del bacino”.



Ne scrivo con cognizione di causa, anche perché ho percorso più volte per anni, e in qualunque periodo dell'anno, anche sotto tormente di neve, la montagna del Gran Sasso e Monti della Laga. Il 10 novembre 2008, il quotidiano La Stampa, pubblicò in un paginone la mia inchiesta “Sotto la minaccia di diecimila Vajont”; qualche giorno più tardi ne parlai in diretta a Radio Gr Parlamento. Un anno dopo, esattamente il 14 maggio 2009, il giornale L’Unità pubblicò un’altra mia indagine, intitolata “Il tabù delle dighe nelle aree del paese a rischio sismico. E La Repubblica, in quei giorni pubblicò il mio reportage fotografico. Dopo anni dal mio ultimo reportage ho scoperto che le istituzioni tricolori non hanno fatto nulla per mettere realmente in sicurezza le predette dighe.



Già il terremoto dell'Aquila nell’aprile dell’anno 2009 aveva sollevato il problema delle dighe di Campotosto. Il rischio è che un sisma possa causare uno smottamento lungo le sponde e, in caso di un crollo imponente e repentino, i 10 metri di distanza tra il livello dell'acqua e la sommità della diga potrebbero non essere sufficienti a contenere un'onda di tsunami. Un'altra eventualità è che il sisma spacchi il terreno in superficie proprio in corrispondenza della diga. Nel 2009 Eucentre, il Centro europeo di ingegneria di Pavia, pubblicò un rapporto in cui metteva in guardia contro questa eventualità, definita "improbabile" ma "disastrosa", soprattutto per dighe di calcestruzzo come Rio Fùcino. La faglia di Campotosto potrebbe aprire una frattura nel terreno ampia fino a 90 centimetri, provocando, secondo il rapporto, "danni anche gravi che potrebbero determinare una fuoriuscita di acqua".

Il lago di Campotosto, esteso per 14 chilometri quadri, si trova 10-15 chilometri a est degli epicentri delle forti scosse di mercoledì scorso. L'Enel venerdì ha tuttavia ribadito "la totale assenza di situazioni anomale". Ma in caso di terremoto di magnitudo fino a 7, di problemi potrebbero invece sorgerne. Le tre dighe sono quelle di Poggio Cancelli, all'estremità nord del lago, quella di Sella Pedicate all'estremità sud e quella di Rio Fùcino, al centro sulla sponda est. Proprio sotto a quest'ultima passa una faglia sismica attiva. "Ipotizziamo che sia capace di generare un terremoto di magnitudo 6.5-6.6" spiega Fabrizio Galadini dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Dal 24 agosto in quella zona non c'erano stati segni di riattivazione della faglia. "Ma le scosse del 18 gennaio sono state molto vicine. E da allora con la neve è stato impossibile condurre rilievi".

Le precipitazioni nevose che stanno colpendo l’area da giorni, unito alle scosse di terremoto, mettono grossa pressione sul terzo bacino artificiale più grande d’Europa, 300 milioni di metri cubi d’acqua. nel cuore dei Monti della Laga a oltre 1.300 metri d’altezza. Uno studio del Centro europeo di formazione e ricerca in Ingegneria Sismica (Eucentre) non esclude nello scenario peggiore (giudicato “improbabile”) il rischio di danni alla diga in caso di rottura di superficie della faglia, come accaduto ad ottobre sul monte Vettore nel sisma che colpì Norcia. Una crepa come quella creatasi sulle pendici del monte avrebbe, sulla diga, un effetto devastante. Per ora da Regione Abruzzo e Prefettura sono tranquilli: “Le criticità ora sono altre”.

riferimenti:




fonte: https://sulatestagiannilannes.blogspot.it

Obama e il "disastro" in politica estera

«Altro che Nobel, bisognerebbe processarlo»


Intervista all’inviato di guerra del Sole 24 Ore, Alberto Negri: «Obama ha destabilizzato il Medio Oriente e anche l’Europa. Ora il terrorismo ha messo le radici anche da noi. Complimenti»

Massimo Gaggi ha già spiegato a Tempi quanto sia controversa e deludente l’eredità che Barack Obama nel campo dell’economia lascia agli Stati Uniti dopo otto anni presidenza (il 20 gennaio si insedia Donald Trump). Ma il vero tallone d’Achille del primo presidente afro-americano della storia americana è stata la politica estera. Dove, secondo Alberto Negri, inviato di guerra del Sole 24 Ore, ha compiuto un «disastro» dopo l’altro.
Il primo obiettivo di Obama, dettaglia Negri, era «sistemare l’Afghanistan»: con una media di 70 morti al giorno nel 2016, il 2,2 per cento di territori perso dal governo a favore dei talebani e la necessità di inviare di nuovo i marines sul terreno per la prima volta dal ritiro delle truppe Usa nel 2014, «è evidente a tutti che la situazione è ancora instabile e preoccupante». Il secondo obiettivo era stabilizzare l’Iraq: «C’è poco da dire. Obama ha permesso al governo sciita iracheno di emarginare i sunniti, facendo scoppiare una nuova guerra, ha assistito senza fare niente alla nascita dello Stato islamico, che ha conquistato il 40 per cento del paese, costringendo gli americani a tornare di nuovo a Baghdad».
Per quanto riguarda le primavere arabe, «uno dei calcoli più errati degli Stati Uniti», Obama ha puntato «tutto sui Fratelli Musulmani, rivelandosi un grandissimo oratore ma un pessimo politico». Soprattutto ha benedetto «un intervento franco-inglese in Libia, senza avere un’alternativa a Gheddafi, ripetendo così gli stessi errori di Bush. Con una differenza: questa volta nei guai per i profughi ci siamo finiti noi». E si arriva alla Siria, «il vero capolavoro» della coppia Obama-Clinton: «Prima hanno cercato di abbattere Assad, seguendo i desiderata dell’alleato saudita e della Turchia, poi quando sono stati avvertiti che bombardando Damasco avrebbero spianato la strada a tutti i jihadisti del Medio Oriente», si sono tirati indietro, «restando a guardare mentre il Califfato si espandeva a macchia d’olio».
Così hanno anche «lasciato un’autostrada all’intervento del loro grande nemico Putin, che si è rafforzato conquistando basi che prima non aveva». Tutta la guerra alla Russia è stata dettata dalla necessità di «impedire che si alleasse con l’Europa, trasformando l’Unione Europea in una potenza». La ciliegina sulla torta di questa politica è stata la destabilizzazione dell’Ucraina, un paese che sopravviveva solo perché «non pagava la bolletta del gas a Gazprom», per strapparla all’influenza russa. «Insomma, ci stiamo aggirando tra le macerie di un disastro».
Ci sono però anche dei «sottodisastri» per l’inviato di guerra: «A Obama va riconosciuto di avere ucciso Osama Bin Laden, però alla fine ha rafforzato il terrorismo jihadista continuando a scegliersi male i partner nella regione. Alleandosi con i sauditi, e firmando a loro favore il più grande contratto di vendita di armi della storia, gli Usa hanno sostenuto la loro guerra in Yemen, che non solo ha distrutto un paese ma anche rafforzato Al-Qaeda, usata come arma contro gli houthi sciiti. Anche in Siria gli Stati Uniti hanno finito per appoggiare ad Aleppo la fazione siriana di Al-Qaeda contro Assad (Al-Nusra). Risultato? Il terrorismo non solo non si è indebolito, ma è arrivato pure in Europa. Complimenti».
L’accordo con l’Iran potrebbe anche essere definito positivo, «ma nei fatti non è mai stato implementato». E per quanto riguarda il disgelo con Cuba, Negri lo relega a una battuta: «Mentre era all’Avana Obama guardava in televisione la situazione degli attentati a Bruxelles. Cuba è ormai un simbolo marginale buono solo per la sua immagine». In sintesi, «Obama aveva promesso di rimediare agli errori di Bush in Afghanistan e in Iraq, e ha fallito, in Siria e Libia ha compiuto un disastro, l’accordo con l’Iran non è mai stato implementato, in Siria è uscito sconfitto e ha determinato il ritorno alla grande della Russia in Medio Oriente. Ha cercato di arginare la Cina, ma senza riuscirci». Una tragedia, insomma, con un corollario: «Con le sue scelte errate Obama non ha destabilizzato solo il Medio Oriente, ma anche l’Europa. Per colpa sua sono affluiti sulle nostre coste milioni di profughi e il terrorismo jihadista ha messo le radici anche da noi. Altro che Nobel, bisognerebbe processarlo in tribunale».

Foto Pete Souza


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fonte: https://alfredodecclesia.blogspot.it

domenica 22 gennaio 2017

la grande truffa

A 15 anni dalla Grande Truffa dell’EURO – Un giornale? +123%. L’elettricità? +50%. La benzina? +45%… Un rincaro medio di quasi il 60%, pari a 14.000 Euro a famiglia!!!


Dall’introduzione dell’euro i prezzi sono aumentati in modo esponenziale. È dal 31 dicembre 2001 che l’euro è sul banco degli imputati come principale motivo della perdita di potere d’acquisto degli italiani,
peggiorata dalla crisi economica che ha colpito le difficoltà del nostro Paese. Il cambio ottenuto allora come una grande vittoria, quelle 1936,27 lire per un euro, fece improvvisamente diventare povera la gran parte degli italiani. Dall’introduzione dell’euro ad oggi il nostro potere d’acquisto è crollato di oltre il 15%.

Il NENS (Nuova Economia Nuova Società, la fondazione che fa capo a Pierluigi Bersani) ha fornito un termine di paragone fra i prezzi attuali e quelli di 15 anni fa. La lista dei rialzi è lunga. Eccoli.

Il caffè al bar è passato da 900 lire a 90 centesimi, la pizza margherita da 6’500 lire (3,36 a euro) agli attuali 7,5 euro. Il giornale comprato in edicola costava 1.500 lire, più o meno 75 centesimi di oggi. Comprarlo oggi significa dover spendere 1,5 euro. Un rincaro del 123%. Per l’elettricità, nel 2002 si spendevano 647mila lire (circa 334 euro), mentre oggi si parla di una spesa di 498 euro (+50% circa). Il gas ha avuto un rincaro del 16%, la benzina è passata da circa 2’000 lire per un litro agli 1,5 euro attuali (+45%).

Se siamo più poveri l’euro ha certamente delle responsabilità ma i governanti che non hanno saputo compensare gli effetti della crisi sono e restano i primi responsabili. Quelli che ci hanno fregato.




Secondo il Codacons Dal 2002 rincari per 14mila euro a famiglia!!!
Dall’introduzione dell’euro ad oggi, i prezzi e le tariffe in Italia per beni e servizi di largo consumo sono aumentati mediamente del +59,1% per un esborso pari a oltre 14mila euro a famiglia. Lo denuncia il Codacons, che fa i conti in tasca agli italiani a distanza di 15 anni dal passaggio dalla lira all’euro.

Dal gennaio 2002 al gennaio 2017, dunque, i cittadini hanno subito rincari medi del +59,1%. E se per un tramezzino si spende il 198,7% in più rispetto al 2001, non meglio va per il caffè, quello consumato al bar, il cui esborso è lievitato del 34% (sempre meno della doppia confezione da 250 gr. cresciuta del 143%) mentre quella per il classico abbinamento ‘cappuccino e brioche’ sfiora il 70%. Percentuali da brivido anche per i gelati: 15 anni fa un cono costava quasi il 160% in meno di oggi.

Rincarata notevolmente anche l’opzione ‘rosticceria’: la pizza 4 stagioni è salita dell’84% in 15 anni, seguita a ruota dai supplì che cadauno hanno registrato aumenti del 189%. Aumenti sostanziosi anche nell’alimentazione: dalle patate che toccano il +93,5% al kilo al +66% delle fettine di vitello; dal 51% delle zucchine al +75% della passata di mpomodoro in bottiglia; dal +73,5% del minestrone al 58,3% del pane al kilo.
Spaziando su altri settori la situazione non cambia: uno spazzolino da denti costa il 54,7% in più rispetto al 2001 e il dentifricio il 34% in più, calcola ancora il Codacons. Ugualmente il sapone per la lavatrice che ha registrato aumenti del 64,4% mentre l’ammorbidente si è fermato a quota 28%. Quasi esponenziale l’aumento del prezzo delle penne a sfera: in 15 anni sono salite, certifica il Codacons, del 207%.

Rincari anche per i ‘coiffeur’ dove le donne lasciano alla cassa mediamente il 48% in più sempre però che prima non passino per un prelievo al bancomat i cui costi sono lievitati del 17,6%. Anche lo svago ha i suoi aumenti: il cinema il biglietto intero costa il 26% in più mentre i quotidiani quasi il 95%. E non si pensi di risparmiare riducendo la mancia (minima) ai camerieri del ristorante: è aumentata anche quella del 96,1%.
fonte http://ilsapereepotere2.blogspot.it/2017/01/a-15-anni-dalla-grande-truffa-delleuro.html

fonte: https://alfredodecclesia.blogspot.it

trapelato audio di John Kerry

che rivela, il via libera al potere di ISIS , per ordine di Obama

Sean Adl-Tabatabai 



Una registrazione audio trapelata di John Kerry rivela che il presidente Obama ha richiesto la sua amministrazione di facilitare e permettere a ISIS di salire al potere. 

 Il 30 settembre 2016, il New York Times con molta calma ha pubblicato una registrazione audio trapelata del segretario John Kerry che discute la strategia della Casa Bianca e trattava di Siria e ISIS.

Theconservativetreehouse.com riferisce:

Quando si ascolta la registrazione audio (che trovate sotto) diventa subito evidente che cosa stava succedendo quando entrambe le dichiarazioni sono state fatte, era il 2014, dalla Casa Bianca. Inoltre, si scopre il motivo per cui questa perdita del racconto sbalorditivo nel 2016 fu nascosto dai media americani e come questo si collega a più di 5 anni di politica degli USA in Medio Oriente lasci tutti perplessi.

Questa evidenza all'interno di questa storia singola avrebbe / dovuto eliminare per sempre ogni credibilità della politica estera degli Stati Uniti sotto la presidenza Obama. Distrugge anche la credibilità di un gran numero di ben noti Repubblicani. Che la registrazione rivela:
  • In primo luogo, solo un cambio di regime, la rimozione di Bashir Assad, in Siria era l'obiettivo per il presidente Obama. Questo è ammesso e delineato dal Segretario John Kerry.
  • In secondo luogo, al fine di raggiungere questo obiettivo primario, la Casa Bianca era disposto a vedere il sorgere di ISIS, ponendo la loro scommessa che il successo di ISIS avrebbe costretto il presidente siriano Bashir Assad ad accettare i termini di Obama a dimettersi.
  • In terzo luogo, al fine di agevolare i due obiettivi, Obama e Kerry hanno dato intenzionalmente  armi a ISIS e anche, probabilmente, hanno attaccato un convoglio militaredel governo  siriano per fermare un attacco strategico sugli estremisti islamici uccidendo 80 soldati siriani.
Un momento di pausa per prendere in considerazione questi tre punti con attenzione prima di continuare. Perché l'audio (in basso), insieme con l'accompagnamento di ricerche che ora stanno emergendo, non solo espone questi tre punti come verità -, ma fornisce anche  prova specifica contro di loro.


Il problema nella strategia segreta di Obama / Kerry è diventato chiaro, quando ISIS è cresciuto in forza sufficiente, per dare l'ottimismo alla Casa Bianca sul regime - tuttavia, invece di capitolare Assad  si rivolto a chiedere l'aiuto dela Russia .


Quando la Russia è scesa ad aiutare Bashir Assad il governo siriano  ha acquisito la forza  necessaria per sconfiggere ISIS e gli elementi islamici estremisti dentro la Siria. Per il piano nascosto di Obama / Kerry (ma anche di McCain, Graham), la Russia sconfiggendo ISIS, al-Qaeda e al-Nusra, ha rovesciato il loro obiettivo.

Le rivelazioni all'interno di questo audio trapelato sono semplicemente stupefacenti. La discussione di 40 minuti ha avuto luogo a margine di una Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.

L'incontro ha avuto luogo presso la Missione olandese alle Nazioni Unite il 22 Settembre 2016: 

[...] la Conversazione, off-record di Kerry, era a quanto pare con due dozzine di "civili siriani ',  appoggiati dagli USA,  dell'opposizione legata alle ONG e gruppi di istruzione e medici che si suppone che lavorino per i ' ribelli '(aka terroristi-detenuti) in Siria. 
 Questo conclave dell'opposizione comprendeva anche 'soccorritori' che possono essere solo gli ambasciatori dei Caschi Bianchi, una pseudo ONG che funge a Washington e Londra per un fronte PR primario nella ricerca di una "No Fly Zone 'in Siria, e in fase di finanziamento dagli Stati Uniti , Regno Unito, UE e altri, la coalizione afferma che sia per una  somma di oltre 100 milioni di $ (finora).

Ascolta l'audio.

I momenti chiave di Kerry  al minuto 02:00, e di nuovo a circa 18:30 in avanti.

La discussione dal punto 18:30 fino alle 29:00 sono eccezionalmente rivelatrice e dovrebbero essere ascoltati da chi ha chiesto che cosa stava succedendo in Siria.
Kerry fa anche menzione della "responsabilità di proteggere,  R2P" linea di principio:

Hollande killer














Anna Lombroso per il Simplicissimus

Va a capire se fanno più paura i sospetti di indole criminale e propositi sanguinari condannati a morte senza processo da Hollande anche fuori dal suolo patrio o la sua intelligence, che in assenza della necessaria perizia investigativa, è stata autorizzata in questi giorni a fare giustizia sommaria di almeno 40 soggetti a alto rischio nel corso di missioni speciali da svolgere in nome della legittima difesa collettiva.
L’ometto dell’Eliseo, come spesso succede a individui affetti da un fisico poco atletico  e da una personalità ancor meno eminente e carismatico, ha scoperto il bello dell’autoritarismo più cupo in sostituzione di ragionevole autorevolezza: a lui si deve la svolta forte dello stato di eccezione “necessario” e stabile ben oltre l’emergenza che legittima come inevitabili restrizioni di libertà e diritti in nome dell’ordine e della sicurezza. E ora in prossimità della detronizzazione e a due anni da Charlie Hebdo realizza il suo incubo muscolare e  mette una pezza sulla credibilità perduta dei suoi servizi dopo innumerevoli fallimenti, tra operazioni mirate, non abbastanza se era sbagliato luogo e tempo della missione, sconcertante trascuratezza nei controlli e nella vigilanza su espliciti simpatizzanti della Jihad dediti al turismo in aree calde,  una tendenza estrema al grilletto tanto facile  da rendere impossibile l’accesso a informazioni cruciali.
Così si viene a sapere che ha autorizzato esecuzioni extra giudiziarie di supposti aderenti all’ideologia del Califfato fuori dai confini, per neutralizzare bersagli eccellenti, stanziali o di passaggio in territori un tempo appartenenti alle geografie coloniali francesi e oggi obiettivo di imprescindibili missioni di rafforzamento istituzionale, export di democrazia, aiuto umanitario secondo le regole Nato. E non c’è poi da stupirsi se intorno a certe misure eccezionali e a certi interventi contro svariati nemici Numero 1 si sbizzarrisce il fronte dietrologico tirato a cimento da disorientanti ritrovamenti sui luoghi degli attentati di copiose documentazioni attestanti identità, curricula criminali e frequentazioni di commissariati  e galere dei poco misteriosi killer, la non ardua rintracciabilità dei loro arditi spostamenti secondo una mobilità resa possibile da una stupefacente latitanza di vigilanza e accertamenti, e così via.
Il fatto è che laddove tutto è confuso, quando il “cattivo” trae la sua forza dal fatto di essere elusivo, sfuggente, capace di incarnazioni le più diverse. quando è sempre più impervio legittimare i costi umani, economici e sociali di guerre di aggressione contro Afghanistan, Iraq, Libia, strategia di destabilizzazione come in Siria, tracotanti presenze militari e appoggio a despoti sanguinari. Quando, tra l’altro, il Nemico Pubblico è stato e sarà magari un comodo alleato, finanziato proprio dai governi delle sue vittime transnazionali, sostenuto da alcuni dei migliori amici dell’Occidente ivi incluso un paese membro della Nato e aspirante all’ingresso nell’Ue, è difficile dimostrare che quella che si sta conducendo è una guerra giusta, rispettosa di imperativi morali e giuridici, in quanto difensiva della civiltà.. e che civiltà, quella che usa menzogna e trasformismo come sistema di governo, sicché Bin Laden era un fratello se combatteva i sovietici in Afghanistan e il terrorista più efferato se ispira gli attentatori delle Torri Gemelle e gli islamisti che compivano stragi a Damasco erano benevolmente definisti “ribelli anti Assad” dalle generose cancellerie per essere retrocessi a macellai feroci se usano lo stesso trattamento a civili di Bruxelles o Parigi.
Non è una novità e dovremmo preoccuparci, perché certe esecuzioni in giro per il mondo e non solo in America Latina hanno rivelato che agli occhi e al giudizio dell’impero il tremendo e aberrante flagello del terrorismo  poteva assumere le fattezze di sindacalisti e oppositori, se la “sicurezza” della scuola americana ha forgiato le élite più repressive e ferine del Guatemala, del Salvador, del Cile, dell’Argentina,  dell’Honduras, dove la formazione dell’esercito, delle polizie, dei servizi, ma soprattutto degli squadroni della morte,  era a cura della Cia che insegnava i modi e gli usi della giustizia sommaria, delle necessarie condanne a morte senza processo.
Non c’è nulla di buonista nel reclamare il rispetto delle leggi. E nemmeno nel dire che se il terrorismo è l’assassinio di persone innocenti per conseguire fini politici, come dovremmo chiamare guerre condotte per scopi economici, sopraffazione e sfruttamento in cui ancora più numerosi e altrettanto innocenti individui, regrediti a effetti collaterali, vengono ammazzate? E che nome dare a altre forme non meno cruente di conflitto, la riduzione di servitù dei lavoratori, il ricatto come strumento di potere, l’intimidazione come mezzo di persuasione, la limitazione di prerogative e diritti, la cancellazione di assistenza e cura, la dilapidazione e la svendita di beni comuni? E non è affine alla sovversione più cruenta corrompere le leggi per la difesa di interessi particolari, promuovere emergenze e nutrire minacce e paure per autorizzare regimi e misure speciali e illegittimi, irridere valori e principi etici per imporre il comando del più forte? Attenti a dirlo però, potrebbe esserci un ometto che digrigna i denti e comanda di farvi star zitti in qualsiasi modo.

fonte https://ilsimplicissimus2.com/

fonte: https://alfredodecclesia.blogspot.it

martedì 10 gennaio 2017

l'Italia importa grano radioattivo dall'Ucraina e dalla Russia

Manfredonia, 2 gennaio 2017 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes


Non è un segreto anche se la maggioranza della popolazione italiana non lo sa; e non è la prima volta, basta scorrere le cronache dagli anni ’80 in poi, per accertare l’inquietante fenomeno. Latitudine 41.61678 N e longitudine 15.95111 E. Magari ai profani questi numeri non dicono niente, eppure sono coordinate interessanti per illuminare l’importazione di materia prima trasformata in cibofalsamente italiano.



 Manfredonia, 2 gennaio 2017 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Le ultime due navi sorprese a scaricare grano importato dall’estero sono il cargo Azov Coast proveniente dal porto russo di Yeysk, e la bulk carrier Matteo Br giunta da Nikolaev in Ucraina. Entrambesventolano il vessillo maltese, ovvero una bandiera di comodo, ossia ombra. Ieri pomeriggio, 2 gennaio 2017, alle ore 15, erano entrambe ormeggiate al cosiddetto porto “alti fondali” di Manfredonia, un attracco fantasma, ufficialmente inagibile, e dunque secondario dove, singolare coincidenza, non c’erano controlli della Guardia di Finanza, eppure il loro arrivo era ben noto alla locale capitaneria di porto. Comunque, nelle piazzole di sosta i camion facevano la spola per caricare la mercanzia e tagliare la corda. Chi sono i clienti industriali nostrani che si approvvigionano così e spacciano infine pasta italiana solo di nome?

  Manfredonia, 2 gennaio 2017 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


In fondo galleggia l'imbarazzo della scelta per sviare i già scarsi e superficiali controlli. Gli 865 chilometri di costa rendono la Puglia uno dei punti più sensibili dell’import/export italiano. Bastaindividuare con comodo un approdo secondario, come per esempioMolfetta, è l'affare va in porto a gonfie vele. Tanto che importa la salute pubblica, se poi per salvare le apparenze i "grandi" marchi nostrani appiccicano la bandiera tricolore sulla merce in tavola, e l'illusione funziona.
  

 Manfredonia, 2 gennaio 2017 - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
Secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace - “Nuclear scars: The Lasting Legacies of Chernobyl and Fukushima” - l’inquinamento nucleare dopo il disastro di Chernobyl dilaga in Ucraina e in Russia, proprio in zone ampiamente coltivate a cereali. Oltre 10.000 chilometri quadrati (1.000.000 di ettari) tra Russia, Bielorussia e Ucraina sono inutilizzabili per qualunque tipo di attività e i 10 (chilometri quadrati) attorno alla centrale lo saranno per 10.000 anni, a causa del plutonio che impregna il terreno. Eppure, in queste stesse zone coltivano grano contaminato e lo vendono proprio nel belpaese. Insomma, il popolo italiano è trattato peggio delle cavie.Non è tutto: per non farci mancare nulla il belpaese fa incetta dall’estero (in particolare dal Canada) di un prodotto della terra trasformato nello stivale in pasta per bambini con cadmio e piombo, spaghetti al glifosato, grano duro con micotossine cancerogene. Il grano tenero - spesso radioattivo - lo importiamo addirittura dalla Francia.
L’Italia produce poco più del 50 per cento del proprio fabbisogno complessivo di cereali e semi oleosi. Per quanto riguarda il grano, importiamo più del 50 per cento del grano tenero per pane e prodotti da forno, e il 30/40 per cento del grano duro usato per fare la pasta.  

Nel 2016 l’Italia ha circa quadruplicato il grano di importazione dall’Ucraina rispetto all’anno precedente, passando dalle 139 mila tonnellate del 2014 a 600 mila tonnellate. L’ex nazione sovietica - nostro importante fornitore di mais per mangimi, è anche il terzo fornitore di grano per l’Italia. L’aumento di importazioni di grano dall’Ucraina risponde ad una precisa strategia dell’Europa di fare nuovamente di questo gigante agricolo «il granaio d’Europa». In questa direzione va l’accordo di libero scambio tra UE e Ucraina, entrato in vigore il 1 gennaio 2016, che ha eliminato in parte i dazi di importazione rendendo più competitivo il grano ucraino.

Il mercato del grano, e non solo, è ormai una giungla senza regole. Siamo ormai a livelli così esagerati di importazioni che il prezzo a cui mediatori e grandi industrie acquistano il grano sono diventati tanto bassi da renderne sconveniente la coltivazione. Il rischio è che migliaia di ettari coltivati anche con grani di elevata qualità vengano addirittura abbandonati. È un rischio che porterebbe alla desertificazione di un territorio (si pensi alle zone della Murgia tarantina) oppure a situazioni di dissesto idrogeologico per la conseguente mancanza di cura del territorio. A beneficiare del crollo del prezzo del grano sono stati esclusivamente grandi mediatori e grosse ziende alimentari. Malgrado le riduzioni di oltre il 30 per cento della materia prima grano, pane e pasta non hanno subìto alcuna riduzione di prezzo. Attualmente, lamentano gli agricoltori, le importazioni di grano sono praticamente libere, non regolamentate da leggi che in qualche modo tutelino produzione italiana che garantisce sicuramente maggior controllo della filiera e quindi maggiore sicurezza per i consumatori. I maggiori costi di mano d’opera e la maggiore tassazione rendono i produttori nostrani meno competitivi rispetto a quelli dei mercati esteri. La mancanza di obbligo da parte delle aziende di pasta e altri farinacei di indicazione di provenienza del grano da esse utilizzato non favorisce il consumatore che volesse scegliere consapevolmente il prodotto da acquistare e innesca una spirale di discesa del prezzo del cereale sempre più nefasta per gli agricoltori italiani. Il prezzo del grano lo fanno, in pratica, le grandi multinazionali: i piccoli produttori possono solo adeguarsi, se ci riescono, o sospendere la produzione.

Soluzioni? Promulgare immeditamente una legge che tuteli la produzione italiana, per esempio con l’introduzione dell’obbligo, da parte delle aziende alimentari, di indicare il luogo di origine della materia prima (grano). Si devono poi mettere in atto strumenti e iniziative per valorizzare maggiormente la qualità eccellente di alcune qualità di grano italico antico. Molto simile a quella del grano, per l’importazione massiccia e senza regole, è la situazione del mercato del latte e dell’olio. Anche qui crollo dei prezzi e mancanza di tutele per i consumatori sulla tracciabilità della filiera che porta fino in tavola, prodotti lavorati con materia prima proveniente da chissà quali paesi d’origine. Per la cronaca ignorata: in Italia, negli ultimi cinque anni, hanno chiuso il 50 per cento degli allevamenti. Tre mozzarelle su quattro vengono prodotte con latte importato dall’estero. Che ci vuole a rendere obbligatorio un bollino d’ordine per il grano?

riferimenti:





http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/Media_briefing_L_eredita%cc%80_nucleare_di_Fukushima_e_Cernobyl.pdf

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/10/alimenti-radioattivi-dalla-francia-in.html 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/10/01/il-grano-di-chernobyl.html 

http://www.termolionline.it/?p=142241 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/03/barilla-armi-in-pasta.html 









fonte: https://sulatestagiannilannes.blogspot.it