domenica 11 settembre 2016

la morte di Marat


DETTAGLIO

è un dipinto a olio su tela (165x128 cm) realizzato nel 1793 dal pittore Jacques-Louis David. È conservato nel Museo reale delle belle arti del Belgio con il titolo di Marat assassiné e fa parte assieme a La morte del giovane Barra e Gli ultimi istanti di Michel Lepeletier della trilogia dedicata ai martiri della Rivoluzione.

Descrizione e stile

Il dipinto raffigura Jean-Paul Marat, una delle menti della Rivoluzione francese, riverso nella vasca (dove si trovava sempre, a causa di una dermatite contratta in ambienti malsani), pugnalato a morte da Charlotte Corday. La giovane era andata da lui con una lettera (ancora visibile tra le mani di Marat) nella quale gli chiedeva una grazia («Al Cittadino Marat: la mia grande infelicità mi dà diritto alla vostra benevolenza»), ma dopo aver consegnato la missiva, lo uccise.

Questo dipinto è da considerarsi la santificazione laica di un rivoluzionario; ogni oggetto presente nel quadro assume una funzione simbolica e di reliquia. Su di una cassa di legno di fianco alla vasca e usata da Marat come sostegno per scrivere, è scritto il laconico omaggio dell'artista: «À Marat, David». Il calamaio, la penna d'oca sulla cassetta, la penna nella mano destra e nella mano sinistra il biglietto che la sua assassina gli aveva scritto per chiedergli di essere ricevuta da lui, con la subdola intenzione di ucciderlo. ("13 luglio 1793. / Marie Anne Charlotte / Corday au citoyen / Marat. / Basta che io sia / tanto infelice / per aver diritto / alla vostra benevolenza"). Per terra vi è anche un assegno che aveva preparato per una vedova.

Il dipinto ha forti richiami caravaggeschi, David infatti aveva visto i dipinti di Caravaggio in Italia, nell'illuminazione che evidenzia la cruda realtà delle cose e del cadavere. Lo stesso braccio di Marat non è altro che la ripresa quasi letterale del braccio del Cristo nella Deposizione, come di quello raffaellesco della Deposizione Borghese (a sua volta ripreso da un sarcofago con morte di Meleagro, in cui si vede il braccio pendulo dell'eroe). La penna d'oca nella mano di Marat e il coltello alla sua destra sono due armi, una metaforica e l'altra concreta. La penna di Marat e il coltello dell'assassina creano un contrasto volto ad accentuare la bontà del primo e la crudeltà della seconda.

Tutti gli elementi superflui, persino l'assassina, sono stati rimossi dall'autore. L'opera è fortemente neoclassica; lo si scopre ad esempio nel dettaglio del viso dello stesso Marat: l'espressione non trasmette la drammaticità della morte, Marat sembra quasi sorridere, una caratteristica tipica delle sculture dell'arte greca. Questa espressione del viso sta anche a significare che Marat è morto felice e fiero di se stesso, è questo che il pittore vuole trasmettere. La pennellata è precisa, accademica, fine in ogni suo dettaglio.

Dimenticato dopo la morte di Robespierre, riscoperto da Stendhal e poi da Baudelaire (la sua analisi rimane un riferimento celebre), il quadro di David ha ispirato molti artisti ulteriori: Munch, Picasso e Ferdinando Cicconi, per esempio, ne hanno dipinto una versione.

In letteratura il quadro ha ispirato Peter Weiss per il suo famoso lavoro di teatro La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell'ospizio di Charenton sotto la guida del marchese de Sade.

fonte: Wikipedia

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