venerdì 25 dicembre 2015

così fan tutte



« È la fede delle femmine come l'Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa! »

(Don Alfonso)

ossia La scuola degli amanti (K 588) è un'opera buffa in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart.

È la terza ed ultima delle tre opere italiane “buffe” scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte (da Le metamorfosi di Ovidio e da La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti). Fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena in seguito alle felici riprese viennesi (1788-1789) di Le nozze di Figaro e Don Giovanni.

La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790 con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci diretta dal compositore.

Del 1º maggio 1791 è la prima al Mainzer Nationaltheater di Francoforte di Liebe und Versuchung, nella traduzione tedesca di Karl David Stegmann e Heinrich Gottlieb Schmieder e dell'11 maggio la ripresa al Nationaltheater di Magonza.

Al Teatro alla Scala di Milano la prima fu il 19 settembre 1807, diretta da Alessandro Rolla e con Teresa Belloc-Giorgi.

Nel Regno Unito la prima fu a Londra, il 19 maggio 1811 all'Her Majesty's Theatre in Haymarket, con Teresa Bertinotti-Radicati.

Nel 1816 avviene la prima nel Teatro Carignano di Torino.

Al Wiener Staatsoper la première è stata il 18 ottobre 1872 e fino al 2014 ha avuto 379 recite.

Negli Stati Uniti la première è stata al Metropolitan Opera House di New York il 24 marzo 1922 con Giuseppe De Luca e Lucrezia Bori e fino al 2010 è stata rappresentata 178 volte.

Al Teatro La Fenice di Venezia la prima è stata nel 1934 nella trasferta dell'Opera di Stato di Vienna diretta da Clemens Krauss.

Al Glyndebourne Festival Opera va in scena nel 1934 diretto da Fritz Busch e fino al 2010 è stata in cartellone per 32 stagioni risultando l'opera maggiormente eseguita.

Al Grand Théâtre di Ginevra va in scena nel 1945 con Giulietta Simionato.

Al Teatro Regio di Torino va in scena nel 1946 diretta da Otto Ackermann con la Simionato, Emilio Renzi ed Enrico Molinari; allestimenti successivi vanno in scena negli anni: 1966, 1975, 1984, 2003 e 2012 con Carmela Remigio e Carlo Lepore.

Al Royal Opera House, Covent Garden di Londra la première è stata nel 1947 nella trasferta dell'Opera di Stato di Vienna.

Al Festival di Salisburgo va in scena nel 1947 con i Wiener Philharmoniker, Sena Jurinac, Hilde Güden, Anton Dermota ed Erich Kunz diretti da Josef Krips.

Al King's Theatre di Edimburgo va in scena nel 1948 con Kunz, Mariano Stabile (cantante) e la Güden diretti da Vittorio Gui per la Glyndebourne Festival Opera.

Al Teatro Verdi (Trieste) va in scena nel 1950.

Alla San Francisco Opera va in scena nel 1956 con Elisabeth Schwarzkopf.

All'Opera di Santa Fe (Nuovo Messico) va in scena negli anni 1957, 1958, 1962, 1969, 1975, 1977, 1988, 1990, 1997, 2003 e 2007.

Nel 1968 avviene la prima nel Teatro Comunale di Firenze diretta da Thomas Schippers con Mariella Adani, Renato Capecchi e Nicola Rossi-Lemeni.

A Bilbao va in scena nel 1997 con Barbara Frittoli e Natale De Carolis.

La trama

Atto primo

In una bottega di caffè a Napoli, siedono i due ufficiali Ferrando e Guglielmo, che vantano la fedeltà delle loro fidanzate, Dorabella e Fiordiligi, sorelle.
Il loro amico Don Alfonso, anch'egli presente, li contraddice affermando, dandosi come sempre arie da filosofo cinico, che la fedeltà femminile non esiste (tutti sanno che c'è ma nessuno sa dov'è) e che, se si presentasse l'occasione, le due innamorate dimenticherebbero subito i loro fidanzati e passerebbero a nuovi amori.
A seguito di questa dichiarazione, i due intendono sfidarlo a duello per difendere l’onore delle future spose.
Don Alfonso scommette cento zecchini per provare ai due amici che le fidanzate non sono diverse dalle altre donne: per un giorno, Ferrando e Guglielmo dovranno attenersi ai suoi ordini.
Intanto nel giardino della loro casa sul golfo Fiordiligi e Dorabella contemplano sognanti i ritratti dei fidanzati, ma poi si preoccupano perché sono già le sei del pomeriggio e i due amanti non sono ancora venuti a trovarle, come fanno di solito tutti i giorni.
Ad arrivare è invece Don Alfonso, che reca loro una notizia terribile: i fidanzati sono stati convocati al fronte e devono partire all’istante. Arrivano Ferrando e Guglielmo e fingono anche loro di dover partire.
La cameriera Despina, complice di Don Alfonso, espone alle sorelle le proprie idee circa la fedeltà maschile ed esorta Fiordiligi e Dorabella a "far all’amor come assassine": i fidanzati al fronte faranno altrettanto. Don Alfonso cerca l’aiuto di Despina, promettendole venti scudi se insieme riusciranno a far entrare nelle grazie delle sorelle due nuovi pretendenti.
Gli stessi Ferrando e Guglielmo si presentano allora travestiti da ufficiali albanesi.
Le padrone irrompono furenti per la presenza degli sconosciuti e i finti albanesi si dichiarano spasimanti delle sorelle. Don Alfonso presenta gli ufficiali come Tizio e Sempronio, suoi cari amici.
Alle loro rinnovate e caricaturali offerte d’amore, Fiordiligi risponde che serberanno fedeltà agli amanti fino alla morte. Fiordiligi e Dorabella si ritirano.
Don Alfonso si allontana con gli albanesi, che poco lontano fingono di suicidarsi per il dolore bevendo del veleno.
Don Alfonso finge di andare in cerca di un medico e lascia i due agonizzanti davanti alle esterrefatte sorelle, che iniziano a provare compassione.
Arriva Despina travestita da medico, declamando frasi in un latino maccheronico, e fa rinvenire gli albanesi toccandoli con una calamita. I finti albanesi rinnovano le dichiarazioni di amore e abbracciano le donne.
Despina e Don Alfonso guidano il gioco esortando le donne ad assecondare le richieste dei nuovi spasimanti resuscitati, i quali si comportano in modo molto passionale.
Quando i due pretendono un bacio, Fiordiligi e Dorabella si infiammano indignate e rifiutano.

Atto secondo

Nella loro camera Fiordiligi e Dorabella vengono convinte da Despina a "divertirsi un poco, e non morire dalla malinconia", senza mancare di fede agli amanti, s’intende. Giocheranno, nessuno saprà niente, la gente penserà che gli albanesi che girano per casa siano spasimanti della cameriera. Resta solo da scegliere: Dorabella, che decide per prima, vuole Guglielmo, e Fiordiligi apprezza il fatto che le spetti il biondo Ferrando.

Nel giardino sul mare i due albanesi hanno organizzato una serenata alle dame, i suonatori e i cantanti arrivano in barca. Don Alfonso e Despina incoraggiano gli amanti e le donne a parlarsi e li lasciano soli. Fiordiligi e Ferrando si allontanano, suscitando la gelosia di Guglielmo, che offre un regalo a Dorabella e riesce a conquistarla. Fiordiligi è sconvolta, capisce che il gioco si è mutato in realtà. Quando Ferrando si accomiata ella ha un attimo di debolezza e vorrebbe richiamarlo, poi rivolge il pensiero al promesso sposo Guglielmo e si proclama a lui fedele. Questi è impacciato nel comunicare a Ferrando che Dorabella ha ceduto facilmente, ma è felice del fatto che Fiordiligi si sia dimostrata "la modestia in carne", commentando l’infedeltà di Dorabella.

In casa, Dorabella esorta Fiordiligi a divertirsi. Fiordiligi decide di travestirsi da ufficiale e raggiungere il promesso sposo sul campo di battaglia: si fa portare delle vesti maschili, si guarda allo specchio, constata il fatto che cambiare abito significa perdere la propria identità; immagina di trovarsi già sul posto e che Guglielmo la riconosca, ma Ferrando la interrompe, e chiede la sua mano, rivolgendosi a lei con parole che probabilmente Guglielmo non le ha mai detto. Guglielmo ha assistito al dialogo, è furente, e anche Ferrando odia la sua ex fidanzata, ma Don Alfonso, che ha dimostrato quanto voleva, li esorta a finire la commedia con doppie nozze: una donna vale l’altra, meglio tenersi queste "cornacchie spennacchiate". Don Alfonso spiega di non voler accusare le donne, anzi le scusa, è colpa della natura se "così fan tutte".

Nella sala illuminata, con la tavola imbandita per gli sposi, Despina organizza i preparativi e il coro di servi e suonatori inneggia alle nuove coppie. Al momento del brindisi Fiordiligi, Dorabella e Ferrando cantano un canone, su un tema affettuoso, da musica da camera, mentre Guglielmo si mostra incapace di unirsi a loro e commenta: "Ah, bevessero del tossico / queste volpi senza onor!".
Il notaio (che è ancora Despina travestita) fa firmare il finto contratto nuziale. Ma un coro interno intona "Bella vita militar!" e le sorelle rimangono impietrite: tornano i fidanzati. Nascosti gli albanesi in una stanza, esse si preparano ad accogliere Ferrando e Guglielmo, che fingono di insospettirsi quando scoprono il notaio e il contratto. Don Alfonso si giustifica: ha agito a fin di bene, per rendere più saggi gli sposi. Le coppie si ricompongono come in origine e tutti cantano la morale: "Fortunato l’uom che prende / ogni cosa pel buon verso, / e tra i casi e le vicende / da ragion guidar si fa".

Analisi dell'opera

L'architettura di questo dramma giocoso è edificata su un divertente gioco di simmetrie. Le due coppie originarie (Fiordiligi e Guglielmo, Dorabella e Ferrando) sono perfettamente speculari: al binomio soprano-baritono si oppone quello di mezzosoprano-tenore. A questo incrocio, lo scambio di coppie insito nella scommessa sembra portare ordine (al soprano si abbina perfettamente il tenore, mentre al mezzosoprano il baritono). A queste geometrie non sono estranei nemmeno i rimanenti personaggi (Don Alfonso e Despina) i quali, seppure non partecipino ai giochi amorosi, sono attivi spettatori e incitano i protagonisti alle nuove unioni, nonché ad una filosofia di vita meno rigorosa. Da notare come molti allestimenti registici abbiano altrettanto giocato sulle simmetrie e sulle specularità dell'opera. Un'ulteriore osservazione va fatta in merito al rapporto tra musica e libretto: sulle geometriche simmetrie del libretto di Lorenzo Da Ponte, attratto dal carattere giocoso dell'aneddoto, la musica mozartiana si ammanta di caratteri elegiaci, quasi tragici, e l'ironia del tardo-Mozart si trasforma in rassegnazione. Il personaggio di Fiordiligi è un vero esempio: già dall'aria "Come scoglio" si evince il suo carattere spigoloso, la sua virtù superiore a quella della spensierata sorella, e perfino il cedimento alla corte del travestito Ferrando si ammanta di toni disperati. Non da meno è l'aria "Un'aura amorosa" di Ferrando, il quale si presta alla scommessa del cinico amico nella speranza di celebrare, alla fine, la sua vittoria nella dolce compagnia della sua amata. Da non dimenticare sono anche i toni mesti e i violini appena pizzicati del saluto "Soave sia il vento", nonché l'addio che lo precede: le due dame sono convinte di non rivedere tanto presto i due fidanzati, crogiolandosi nel proprio dolore. Sembra, insomma, che la musica assuma un tono "agrodolce".
Sul versante letterario, difficile è rinvenire nelle fonti anteriori il tema qui dominante dello "scambio di coppia". Si ritiene unico antecedente di Così fan tutte (e della filosofia di Don Alfonso) l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto: nel canto XXVIII si legge di due amici che, appresa l'infedeltà delle loro donne, decidono di partire per sfogarsi in nuove esperienze amorose. Il viaggio-studio però rivela l'amara verità: anche le altre donne non sono più caste. Insomma: così fan tutte! Quivi si rinvengono inoltre i nomi di Fiordiligi, Doralice, Fiordispina, Guglielmo e Don Alfonso. Evidente è l'analogia tra la nostra Fiordiligi (che minaccia di morire sul campo di battaglia insieme al suo amato, per non compromettersi) e quella ariostesca, che muore come simbolo di estrema fedeltà. Una situazione analoga allo scambio di coppie di Così fan tutte si rinviene nell'opera di Antonio Salieri La grotta di Trofonio. Le protagoniste, Ofelia e Dori, scelgono i propri futuri mariti sulla base di profili caratteriali che sono opposti alle rispettive attitudini di vita: una scelta dettata dalla ragione e non dal cuore. Solo alla fine, si rivedranno delle proprie scelte e si ricomporranno con i rispettivi mariti sulla base delle giuste affinità caratteriali. Anche se qui lo scambio non riguarda i fidanzati ma i rispettivi caratteri, è evidente che il tema aveva solleticato la fantasia di Mozart e di Lorenzo da Ponte.

fonte: Wikipedia

UN'AURA AMOROSA

OVERTURE

1 commento: