sabato 24 ottobre 2015

Una sintesi perfetta

Mentre ero su YouTube alla ricerca di una vecchia canzone di Zucchero, sono stata fagocitata nelle spire dei video, arrivando non so come al "singolo" di Sara Tommasi  e Andrè Diprè  o come diavolo si chiama.
Questo.

https://youtu.be/0eLfXzVbXBQ

Ammetto di averlo guardato tutto e, sorvolando su qualsiasi giudizio, ho pensato che se qualcuno mi chiedesse di fare una sintesi degli ultimi venti anni della nostra politica, che so...un extra terrestre, un eremita improvvisamente tornato alla realtà, un serial killer americano in fuga...ecco.
Il video è, come da titolo, una sintesi perfetta.
La risposta assoluta.
Per me ovviamente, che ho percorsi neurali brillantinati.

domenica 18 ottobre 2015

il Giudizio Universale di Rubens



anche detto Il grande Giudizio Finale, è un dipinto olio su tela realizzato dall'artista fiammingo Pieter Paul Rubens tra il 1614 e il 1617.

Descrizione

L'opera, che nacque come pala d'altare, fu eseguita su committenza di Wolfgang Wilhelm, Conte del Palatinato-Neuburg, per la chiesa dei Gesuiti di Neuburg. Rubens realizzò nello stesso periodo altre tre pale d'altare per la chiesa dei Gesuiti. Successivamente l'opera fu acquisita nella collezione privata del Principe elettore Giovanni Guglielmo del Palatinato.

L'intera realizzazione risente del clima controriformistico di inizio Seicento, caratterizzato, in campo artistico, dall'ostentata celebrazione della potenza della Chiesa e dalla volontà di censurare le licenze e gli abusi iconografici contrastanti con la dottrina ufficiale.

Nel dipinto è riscontrabile lo sforzo di esaltazione della teologia della resurrezione, con un'attenzione particolare rivolta alla certezza della salvezza dei giusti durante la parusia di Cristo. Questi ultimi, raffigurati nella parte sinistra del dipinto, ascendono al cielo, verso la parte alta della tela, dove il Cristo giudice, sovrastato da Dio e attorniato da Maria e dai santi, compie l'insindacabile ripartizione tra eletti e reprobi.

fonte: Wikipedia

Svetlana Alexievic, Premio Nobel alla Banalità Letteraria

I conflitti tra gli agenti strategici sono una caratteristica fondamentale delle società umane. Sono gli esiti di questi scontri a determinare i differenziali di potere tra i gruppi che si disputano il dominio nelle organizzazioni umane, all’interno di ogni sfera societaria. Da tali scontri nascono le stratificazioni in verticale dei ruoli e delle funzioni degli individui e dei raggruppamenti collettivi (la scala dei rapporti di forza interni tra drappelli che si contendono la supremazia nazionale, anche attraverso la sottomissione dei settori più deboli e numerosi come quelli detti popolari) e le segmentazioni in orizzontale (la scala dei rapporti di forza esterni tra formazioni che gareggiano per il primato globale o per uno più localizzato). Ovviamente, una lotta di potere in una nazione dominante o con una sensibile proiezione regionale (come gli Usa o la Russia), benché scaturente in un contesto apparentemente limitato, produce degli scossoni su pezzi importanti della scacchiera planetaria, dove si allungano le sue influenze.
Se tali diatribe scoppiano in un contesto periferico gli effetti generati sono più contenuti, anche se non inessenziali per gli equilibri internazionali. Spesso il peso specifico di uno Stato dipende, oltre che dalla sua forza intrinseca, anche dallaSvetlana Aleksievic, Premio Nobel 2015 per la Letteraturaposizione che si trova ad occupare nell’orizzonte storico degli eventi, cioè della fase geopolitica in corso. Se un paese è in grado di approfittare di questa rendita posizionale può anche modificare i suoi destini ma deve avere una classe dirigente all’altezza del compito. Dunque, questa legge ferrea del conflitto strategico tra gruppi decisori, quasi sempre coperto alla vista da istituzioni dissimulanti la partecipazione pubblica o il coinvolgimento della società civile, opera ovunque e con gli stessi mezzi (sotterfugi, inganni, complotti, screditamenti, ammazzamenti ecc. ecc.) per l’unico fine del comando sugli apparati decisionali, politici ed economici (con predilezione per quelli deputati all’ordine e alla “coercizione”).
Tuttavia, esiste una grande narrazione, molto in voga nell’area democratica occidentale, che fa coincidere l’impiego di tali mezzi spregiudicati e violenti esclusivamente con le usanze di luoghi ameni e barbarici, dove emergono dittatori senza scrupoli e tiranni assetati di sangue. Forse, in alcuni di questi territori si va un po’ più per le spicce, in mancanza di sistemi non così perfezionati di nascondimento e mistificazione della realtà profonda del potere, ma i combattimenti per l’egemonia condividono la medesima “natura”, da Washinton a Mosca, da Parigi a Pechino. Con uno sguardo analitico serio si può andare oltre l’epidermide sociale, dove regnano schede elettorali e diritti umanitari, e accedere all’intimità del potere dove trame e strategie la fanno da padrone. Al mondo libero piace far credere il contrario, affinché la pagliuzza negli occhi del nemico attiri l’attenzione più della trave nei suoi. Oggi, per esempio, è stato conferito il Nobel per la letteratura ad una donzella bielorussa che ha conquistato popolarità raccontando simili favole per deficienti. Costei ha descritto la Russia come l’impero del male e Putin come un sanguinario. Tanto è bastato ai giudici svedesi per premiarla. Hannah Arendt, che un Nobel lo avrebbe meritato, purtroppo non aveva capito nulla. Non è il male ad essere banale, è il banale ad essere un male. Eccone un’altra prova provata.
(Gianni Petrosillo, “Premio Nobel alla Banalità Letteraria”, dal blog “Vox Populi” dell’8 ottobre 2015).

fonte: www.libreidee.org

domenica 4 ottobre 2015

Rancore



Tarek Iurcich, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Rancore, è un rapper italiano.

Primi anni e Segui me

Rancore nasce a Roma nel 1989 da padre croato e madre egiziana; comincia il suo percorso musicale in ambito romano nel 2004, all'età di quattordici anni. Durante il suo primo anno di scrittura non frequenta la scena rap romana e realizza i primi testi senza confrontarsi, basandosi solo sul poco che ha potuto ascoltare occasionalmente. Inizia a conoscere l'ambiente hip hop grazie al Phat Roma, una manifestazione di improvvisazione che frequenta con cadenza settimanale. Qui ha la possibilità di eseguire i suoi primi brani dal vivo, di fronte ad un pubblico critico, e di provare i primi freestyle, accompagnato da Andy, con il quale registrerà la sua prima canzone Tufello talenti e presentandosi come Lirike Taglienti.

Nell'ambito del Phat Roma conosce le persone che poi lo aiuteranno nella realizzazione del suo primo disco Segui me, ovvero Jimmy, DJ Tetris e altri esponenti emergenti della scena, che gli concederanno basi e collaborazioni per il suo nuovo lavoro. Nonostante le molte difficoltà nel recuperare i mezzi e nonostante molti problemi personali che influiscono sulla sua emotività, l'artista riesce a concludere le registrazione del suo primo master, il percorso è in realtà pieno di esibizioni, di battaglie di freestyle, concerti nelle scuole, che portano Rancore a conoscere più gente e ad essere conosciuto da più gente. Tra questi conoscerà Jesto, rapper già noto sulla scena nazionale, il quale spingerà Hyst, anch'esso rapper già conosciuto in ambito hip hop, a produrlo come artista nell'etichetta (la ALTOent) che vedrà proprio il disco di Rancore come primo prodotto ufficiale oltre al disco di Saga Un bacio ai pupi.

Il primo album di Rancore, intitolato Segui me, esce nell'agosto del 2006 ed ottiene subito buoni riscontri grazie anche alle vincite che Rancore ottiene nelle battaglie di freestyle, all'Underground Skillz 2006, alla presenza continua alle Jam session, ai concerti nei licei e alla partecipazione all'Hip-Hop Session di TRL organizzata da Piotta. Viene presentato il video di Tufello, brano tra i più noti dell'album.

Collaborazione con DJ Myke

Agli inizi del 2008, Rancore esce dalla ALTOent e decide di affrontare il suo nuovo progetto proseguendo per un'altra strada. In questo periodo, il rapper pubblica sotto lo pseudonimo di RINcuore l'EP S.M.S. (Sei molto stronza), disco che ha come tematica l'amore e tutte le sue sfaccettature, soprattutto negative. Inoltre in questo periodo collabora con diversi artisti tra cui Gli Inquilini e Fedez.

Ad inizio 2010 esce il brano Lo spazzacamino, contenuta nell'album Hocus Pocus di DJ Myke, che riscuote molto successo soprattutto tra i fans di vecchia data di Rancore che temevano un suo abbandono riguardo al rap. Dopo ciò esce la traccia Harakiri, contenuta in BlackJack, disco del producer e DJ romano 3D (TDC21). A fine 2010 esce in free download Acustico EP con DJ Myke contenente 7 tracce inedite (più la skit di Squarta) ed il 15 aprile 2011 viene pubblicato Elettrico, album realizzato insieme a DJ Myke. Ad ottobre è stato pubblicato il mixtape Roccia Music II di Marracash, nel quale è presente il brano L'albatro, realizzato in duetto con Dargen D'Amico e lo stesso Rancore. Verso la fine del 2011 viene reso disponibile per il download gratuito sul Nill Forum Exclusives, raccolta contenente oltre a vari extra come la discografia completa e la biografia 5 tracce di Rancore più la ghost track La morte di RINcuore, la vera ultima traccia dell'alter ego di Tarek, ovvero RINcuore, che si pensava fosse "morto" nel 2008. Sempre a fine 2011 partecipa all'MTV Spit Gala, anticipazione del programma iniziato ufficialmente a marzo 2012, che vince in parità con Clementino a differenza della prima stagione dove è stato battuto in semifinale da Ensi.

Il 15 maggio 2012 esce per il download gratuito L'albatro RMX, realizzato da Marco Zangirolami; il 26 giugno 2012 viene pubblicato sull'iTunes Store il singolo Anzi... Siamo già arrabbiati, il quale ha anticipato nuovo album di Rancore & DJ Myke, intitolato Silenzio e pubblicato il 16 ottobre dalla Doner Music di Big Fish. Da questo album sono stati estratti anche i singoli Capolinea e Horror Fast Food, rispettivamente pubblicati il 15 ottobre e il 25 dicembre. Il 24 maggio 2013 viene pubblicato su YouTube il videoclip di un ulteriore brano estratto da Silenzio, intitolato Dove siete spiriti.

Discografia

Solista

Album in studio

2006 – Segui me

Raccolte

2011 – Exclusives
Extended play
2008 – S.M.S. (Sei molto stronza) (pubblicato come RINcuore)

Singoli

2007 – Tufello
2011 – Brutti & cattivi
2012 – Anzi... Siamo già arrabbiati
2012 – Capolinea
2012 – Horror Fast Food
2013 – Dove siete spiriti
2013 – D.A.R.K.N.E.S.S.
2015 – "S.U.N.S.H.I.N.E."

Con DJ Myke

2010 – Acustico (EP)
2011 – Elettrico
2012 – Silenzio
2015 – Sunshine (EP)

Altre collaborazioni

2007 – Jimmy feat. Rancore - Nodi al pettina (da Memorie dal sottosuolo)
2007 – Jimmy feat. Rancore, Suarez, Jesto & Mic Killarz - R.M. Confidential (da Memorie dal sottosuolo)
2007 – J-Joe feat. Rancore & Jimmy - Che ne sai? (da Roma 2013)
2007 – Lame feat. Rancore, Saga & Hyst - Merda (da 9000 Giri Mixtape)
2008 – Exen Producer feat. Rancore - Sono buono (da 18 carati Mixtape)
2008 – Lirike Taglienti feat. The Hinterland, Broy & Rancore - Intercity (da Lirike taglienti)
2008 – Fedez feat. Jimmy, Rancore, DJ Pankes & DJ Frak - Back in Days (da Pat-a-Cake)
2008 – DJ Dust & K-9 feat. Jimmy, Rancore & Ehrgo - La risposta (da Tra bianco e nero)
2008 – DJ Dust & K-9 feat. Jimmy, Rancore & Ehrgo - Dimmi se (da Tra bianco e nero)
2008 – Maut & 3D feat. Rancore & Mr Cioni - Corri (da Numeri)
2010 – DJ Myke & Rancore - Jingle (È facile)
2010 – DJ Myke, Max Zanotti & Rancore - Sigla B Side
2010 – DJ Myke feat. Rancore - Lo spazzacamino (da Hocus Pocus)
2010 – 3D feat. Rancore - Harakiri (da Blackjack)
2011 – Cane Secco & 3D feat. Rancore - Skit Rancore (da 21 ore troppo più estreme)
2011 – Piotta feat. Rancore & Men in Skratch - È difficile (da GO 5.1)
2011 – DJ Myke, Svedonio & Rancore - Acoustic Session Training (Singolo) [Versione acustica di Cosa Sai?, traccia contenuta nell'album Elettrico
2011 – Men in Skratch & Rancore - Brutti & cattivi RMX
2011 – Men in Skratch & Rancore - Comprare RMX
2011 – Men in Skratch & Rancore - Disney Inferno RMX
2011 – Men in Skratch & Rancore - Il grande falò
2011 – Men in Skratch & Rancore feat. Mr Brown - Sai che mi ha detto il Grinch
2011 – Marracash feat. Dargen D'Amico & Rancore - L'Albatro (da Roccia Music II)
2011 – Piotta feat. Rancore & DJ Myke - Roma Calling (da Wag 20 Years of Style [Dee Mo Side])
2012 – Rancore & DJ Myke Feat. Vinnie G - Il mio quartiere RMX
2012 – Marracash Feat. Dargen D'Amico & Rancore - L'albatro RMX
2012 – DJ Double S Feat. Rancore- Freestyle (da Al centro della scena Mixtape)
2012 – Rancore & Deleterio - Best (da MTV Spit Mixtape)
2012 – Rancore & DJ Nais - Guerra tra crani (da MTV Spit Mixtape
2013 – Big Fish & Rancore - La macchina del tempo (da Niente di personale)

fonte: Wikipedia

TUFELLO

sacrifici umani, il suicidio dei carabinieri secondo la maga

«Tranquilli, non mi sono bevuto il cervello: so bene che i sacrifici umani sono una follia, un delirio. Solo che accadono veramente. E sono così folli, per noi, che nessuno li scoprirà mai. Nessuno arriverà mai ai colpevoli, perché non ammettiamo l’idea che si possa uccidere qualcuno in un rito propiziatorio». Così, l’ex avvocato Paolo Franceschetti prova a rileggere la strana morte di una bella ragazza, Claudia Racciatti, di professione tenente dei carabinieri. Decesso imbarazzante, archiviato come suicidio: si sarebbe sparata davanti ai due colleghi che, in caserma, la stavano interrogando per una storia di irregolarità contabili. Troppe stranezze, rileva Franceschetti: in genere chi si uccide lo fa in luoghi isolati. «Vero è che di suicidi in caserma, tra polizia e carabinieri, ce ne sono una marea; ma è altrettanto vero che, appunto, in genere non si tratta di suicidi». In più, il tenente Racciatti era una testimonial dell’Arma, fotografata per il calendario e per diverse campagne pubblicitarie. Bella, prestante, solare. Tutto il contrario di un’aspirante suicida. Quanto al movente – i presunti ammanchi attribuiti alla donna – secondo Franceschetti non regge: un vero ladro tenta di giustificarsi fino a negare l’evidenza, di sicuro non si spara alla testa. E nonostante la notorietà dell’ufficiale, i media non si sono occupati del caso. Strano, no?
Troppo spesso, scrive Franceschetti nel suo blog, vengono trasferiti funzionari onesti solo per minime manchevolezze, mentre i veri criminali vengono coperti: «L’esempio più eclatante è quello della banda della Uno Bianca, che terrorizzò l’Emilia Claudia Racciatti, tenente dei carabinieriRomagna per anni. Era evidente a chiunque fosse un esperto di armi e strategie militari che si trattava di azioni commesse da personale addestrato militarmente, ma i componenti della banda furono coperti per anni ad alti livelli. E il poliziotto che indagò su di loro e incastrò i fratelli Savi invece venne trasferito». Altrettanto spesso, la teoria del furto compare quando un fatto di sangue viene presentato come suicidio. I giornali parlarono di “furto di carburante” nel caso del comandante di stazione Angelo Simone, «suicidatosi dopo aver ucciso il commilitone Angelo Nella». Altra tragedia in caserma, altro suicidio. «Altro disinteresse. Altro silenzio». Come per la Racciatti: non una parola, da giornali e televisioni «sempre pronti a interessarsi della nuova camicia indossata da Michele Misseri per dire l’ultima idiozia a cui non crede nessuno». Davvero non interessa, la tragica morta del giovane tenente donna? «Nessuna domanda ai due colleghi che erano nella stanza, nessuna domanda sui motivi reali del suicidio, nessuna notizia, niente di niente».
«Mi sono sempre domandato il motivo di questa morte», scrive Franceschetti. «Perché si può uccidere una persona in una caserma? Quale può essere il motivo?». L’ex avvocato ritiene si sia trattato di un “omicidio rituale”. E indica le iniziali del nome della vittima, Cr, acronimo dei Rosacroce, ricercatori spirituali apparsi in pubblico con questo nome nel Rinascimento, cui ora si ispirerebbero settori super-segreti di massonerie deviate. E il movente? «Un omicidio rituale indica un rito, ma un rito deve essere finalizzato a qualcosa. E allora la domanda è: a cosa serve questo rito?». La possibile risposta, Franceschetti sostiene di averla trovata in un libro di Dion Fortune, una delle esoteriste più famose al mondo, che visse in Inghilterra all’inizio del ‘900. «Insieme a Aleister Crowley, Israel Regardie e Arthur Edward Waite, è l’esoterista che ha maggiormente contribuito alla diffusione dell’esoterismo anche tra coloro che non sono “iniziati” a una confraternita segreta». Se i libri di esoterismo sono un Dion Fortuneimpervio labirinto, quelli della Fortune – in particolare “Magia applicata”, “La dottrina cosmica” e “La battaglia magica d’Inghilterra” – forniscono le basi dell’esoterismo, in termini comprensibili anche ai non iniziati.
Nei suoi romanzi, la Fortune ha inserito «molti segreti altrimenti intrasmissibili», e inoltre «ha fornito importanti indicazioni sul modus operandi delle società segrete», a cominciare dalla “legge del contrappasso” su cui si incardina la Divina Commedia di Dante, grande iniziato dell’epoca, leader della setta pre-rosacrociana dei “Fidelis in Amore”. «In particolare – sostiene Franceschetti – la Fortune fornisce una chiave di lettura per alcuni omicidi inspiegabili, come questo di Claudia Racciatti». Non era solo «un’iniziata e una maga, fondatrice di una sua confraternita tuttora operante», ma era anche transitata nella famigerata “Golden Dawn”, nell’Ordine della Rosa Rossa, e in diverse altre società segrete. «Secondo l’autrice, per ogni evento importante che accade nella storia, occorre un sacrificio umano, di una o più persone». Esempio: «Per la costruzione di un tempio, devono essere sacrificate una o più vite umane». Oppure: «Per la costruzione di una città, di un palazzo, per far nascere una nuova associazione, organizzazione, per promuovere un evento, occorre un sacrificio». E la La Racciatti in uniformevittima deve avere delle caratteristiche che richiamano – nel nome, nella professione, nella sua vita personale o nell’aspetto – le particolarità dell’evento che si vuole propiziare.
Delirio? Senz’altro. Ma poi, sostiene sempre Franceschetti, accade che quel “delirio” uccida realmente, armando la mano di qualcuno e organizzando le necessarie coperture: magari, di mezzo ci finisce un capro espiatorio, un balordo come Pacciani, mentre i veri colpevoli restano lontanissimi dai riflettori e dalle indagini. Stando alla Fortune, dunque, il motivo “propiziatorio” – nel 2010 – potrebbe esser stato il fatidico scioglimento dell’Arma dei carabinieri, destinata ad essere abolita per poi confluire nell’Eurogendfor, la super-polizia europea istituita dal Trattato di Velsen, del 2007. Trattato ratificato proprio nel maggio del 2010. Sempre secondo la “delirante” logica iniziatica, la morte della Racciatti – nel caso non si sia trattato di suicidio, come sostiene Franceschetti – sarebbe stata «un sacrificio per propiziare la nascita della nuova struttura e ritualizzare la fine dei carabinieri»? Nessuno meglio di lei era idonea a rappresentarli, «dato che col suo bel volto aveva fatto da testimonial all’Arma». Franceschetti aggiunge che «spesso, i sacrifici richiesti per un’operazione su larga scala non sono unici», e rileva che, sempre nel maggio 2010, per la precisione il giorno 14, si è suicidato un carabiniere di 43 Paolo Franceschetti, ex avvocatoanni a Viterbo, nel quartiere Santa Barbara. «Non solo Santa Barbara è la protettrice dei militari, ma guarda caso il 14 maggio è anche la data in cui viene promulgata la legge che ratifica il Trattato di Velsen».
Franceschetti cita anche la strage di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Tre persone, morte in una caserma dei carabinieri: due militari e la moglie del comandante della stazione. «Manco a dirlo, l’assassino dopo la strage si è suicidato: il modo migliore per archiviare tutto e non fare alcuna indagine». Conclude Franceschetti: «Noi, che vediamo delitti rituali ovunque, siamo un filino paranoici: in fondo, che ci sarà mai di strano in tutti questi carabinieri che si suicidano?». E aggiunge: «A coloro che, leggendo questo articolo, penseranno che mi sia bevuto il cervello e che l’idea di uccidere una persona a fini sacrificali sia una follia, rispondo che è vero, è una follia. Un delirio. Ma occorre soffermarsi a riflettere che le persone che decidono la morte di un carabiniere a fini sacrificali, sono le stesse che decidono di muovere una guerra all’Iraq e fare un milione e mezzo di morti raccontandoci la favoletta prima delle armi chimiche e poi del petrolio di Saddam, oppure dell’attacco alla Libia per difendere le popolazioni civili dalla cattiveria di Gheddafi, e la maggior parte della gente si beve queste idiozie e si abitua a tutti questi morti. E per questi esseri, la morte di qualche carabiniere, raccontandoci poi la storiella del suicidio avvenuto per il timore di un’azione disciplinare, non conta nulla».

fonte: www.libreidee.org