mercoledì 26 agosto 2015

rose rosse, carrozze e Rolls Royce


Nell'antica Roma era consuetudine gettare petali di rose al passaggio dell’imperatore ed era fatta di rose la corona che egli portava sul suo capo. Il poeta latino Decimo Magno Ausonio associa alla rosa la fugacità della vita; in un suo idillio egli recita: “Una sola giornata comprende la vita della rosa; essa in un solo attimo congiunge la giovinezza e la vecchiaia”.

Anche molte iscrizioni funebri riprendono questo tema; ne sono state trovate alcune, deposte soprattutto per ricordare chi era defunto in età giovanile, con scritto: “Nacque e subito morì, proprio come una rosa”. Nel romanzo “L’Asino d’oro” di Lucio Apuleio, la dea Iside promette a Lucio, trasformato da un maleficio in un asino, di farlo ridiventare uomo durante una processione dedicata alla dea, non appena costui avesse mangiato una corona di rose che il sacerdote di Iside gli avesse consegnato.

Si riteneva che la rosa fosse dotata di poteri magici e che fosse alla base di ogni processo di rigenerazione che riguardava l’essere umano. Questo è anche testimoniato dall’affinità del termine latino rosa con quello ros che sta ad indicare pioggia, rugiada, elementi indispensabili allo svilupparsi ed all’evolversi della vita sulla terra. 


E' abbastanza singolare che il nome rosa sia comune in quasi tutte le lingue europee, con piccole varianti: die rose in tedesco; rose in francese, danese, inglese; rosa in spagnolo, italiano ed ancor prima in latino; roza in ungherese; ros in svedese; royz in yiddish, solo per citarne qualcuna.

Trattandosi sia di lingue derivate dal latino che da altri ceppi, possiamo a ben ragione affermare che questo fiore abbia diritto di essere considerato un elemento unificatore del nostro continente. Nell’alchimia e nelle scienze magiche in genere, la rosa rossa è ritenuta l'elemento primordiale di cui si ritiene composta la materia esistente: sostanza “volatile” e ingrediente “in combustione”. 


L’unione tra la rosa e la croce – oltre ad essere alla base della figura del rosone – è il simbolo dei Rosacroce, setta di impronta evangelica che nacque in Germania nel XVII secolo, per diffondersi successivamente in Francia. Il loro nome deriva da un adepto della setta, il cavaliere tedesco Kristian Rosenkreuz, vissuto nel secolo XV, la cui tomba venne scoperta in Marocco. I “Rosacrociani”, che si vantavano di predire l’avvenire e di poter guarire malati incurabili, avevano per simbolo una rosa a cinque petali posta al centro di una croce.


Nel mondo della massoneria la rosa riveste un’importanza fondamentale; durante il funerale di un “fratello” è, infatti, costume gettare nella tomba tre rose di colore diverso, dette Rose di San Giovanni che significano amore, luce e vita. Il 24 Giugno, giorno della festività di San Giovanni è consuetudine decorare gli interni di ogni loggia massonica con tre rose di diverso colore. Anticamente i Germani eseguivano in onore della divinità Ziu (l’equivalente del dio Marte) la “Danza della spada”, nella quale veniva simulato un combattimento tra giovani ballerini. Costoro, al termine della danza, univano le punte delle loro spade in modo da formare una rosa, e portavano in trionfo il corifeo, ossia colui che aveva guidato il ballo propiziatorio. (1)



Nel 1700 le feste dell'ordine della Gran Loggia anglosassone erano ordinariamente accompagnate da processioni solenni. In queste occasioni i fratelli percorrevano le vie decorati di grembiali, fasce ed altri massonici distintivi: portavano le loro bandiere, le due colonne portatili J e B, le spade fiammeggianti, i quadri simbolici; in una parola tutti gli oggetti che si trovavano segretamente conservati in loggia erano portati con gran pompa ed esposti alla vista di tutti i profani; bande musicali e cantanti si facevano sentire durante tutto il tempo della processione. Le vie da essa attraversate erano gremite di gente che correva da tutti i dintorni per curiosare.

L'abate Prevot ci ha conservato nel suo giornale il Pour et Contre una minutissima descrizione di una processione di queste.



Il 9 maggio 1737, giorno stabilito per l'installazione del conte di Damley, in qualità di nuovo gran maestro della società dei liberi muratori, tutti i grandi ufficiali della confraternità, rivestiti dei collari d'ufficio, si portarono presso questo signore, onde complimentarlo per la sua carica di gran maestro. Il cammino si fece nel modo seguente:

"1. Sei carrozze occupate dai dodici fratelli intendenti della festa (stewards) rivestiti di collari e grembiali, tenendo in mano le loro bacchette bianche;
2. Cento maestri delle diverse logge della società, rivestiti dei collari i distintivi, occupavano cinquanta carrozze;
3. I sorveglianti ed i principali membri delle altre logge andavano pure due a due in altre carrozze;
4. Un naccherino, quattro trombette ed otto corni da caccia, montavano tredici cavalli bianchi;
5. Il conte di London, gran maestro uscente di ufficio ed il conte Damley, nuovo gran maestro, erano seduti in un superbo cocchio tirato da sei cavalli grigi pomellati, coperti di gualdrappe di velluto cremisi ricamate in oro;
6. Degli araldi d'armi precedevano le carrozze portando le insegne del gran maestro e molti uscieri camminavano vicino agli sportelli del cocchio;
7. La carrozza era seguita dai domestici di questi due signori in nuove livree di gran lusso; alla testa del corteggio camminava a cavallo il grand'esperto con la spada fiammeggiante in mano.

Giunti alla sala dei mercanti pescivendoli, i fratelli furono ricevuti nel primo cortile dai membri della società con grida di gioia".



Le prime volte che si fecero questo processioni, imposero alla massa del pubblico; ma le frequenti repliche dissiparono quel gran prestigio che avevano destato; lo spirito si diede a divertirsi a spese della confraternita con dei frizzi e dei scherzi, ai quali succedevano dei malumori spaventosi, particolari al popolo nei suoi cattivi momenti. I fratelli fecero da principio buon viso, ma tosto la disparità d'idee si introdusse nelle loro file. I più zelanti voleano che si attaccasse di fronte l'uragano, i più prudenti erano d'avviso di non esporsi. Alcuni degli ultimi credettero ottenere più presto una decisione conforme alle loro vedute, con questo mezzo, cioè facendo causa comune coi motteggiatori, organizzando a grande spesa delle processioni grottesche, con le quali essi divertivano gli oziosi della città. 

Questo argomento fu poco massonico, e bisogna credere che invece di convincere i più zelanti li dovette irritare; però si pubblico nel 1742 una caricatura che ebbe un successo sì grande da attirare tante satire suiprocessionisti che bisognò di buono o mal grado considerarsi battuti. (2)




Osho, assieme a Rael e Sai Baba é certamente tra i più conosciuti “profeti” della New Age, ancora oggi celebrato da milioni di ingenui che pubblicano le sue frasi ad effetto su social network e vedono in questo truffatore patentato un “maestro” di vita, nonostante siano ormai moltissime le testimonianze che raccontano qualcosa di completamente diverso, descrivendo un vero e proprio Guru, a capo di un incubo Orwelliano.


Scrive Christopher Calder in “Osho, Bhagwan Rajneesh e la Verità Perduta”


“Rajneesh modellò la comune dell’Oregon sulla sua mente. Si fece dittatore definitivo, la sua foto era collocata ovunque come in un incubo orwelliano. L’atmosfera totalitaria fu solo una delle molte ragioni per cui non mi fermai alla comune e mi limitai a brevi visite. Ero stato catturato nell’interesse per la “meditazione” ma quello che trovai era un grande campo di concentramento dove gli esseri umani venivano trattati come insetti privi di intelligenza propria. Rajneesh metteva tanta enfasi sul fatto che i discepoli dovessero eseguire senza far domande. Sheela e la sua gang, come amava definirli Rajneesh, misero su un sistema di intercettazioni ambientali e telefoniche che stupì gli agenti dell’FBI che lo esaminarono, durante le indagini effettuate dopo la fuga dalla Comune del gruppo dei venti capeggiato da Sheela. Non c’era luogo della Comune che sfuggisse alla loro occhiuta sorveglianza, gabinetti e camere da letto comprese, anche i bambini della scuola venivano sorvegliati. Inoltre i tecnici dell’FBI rimasero meravigliati dal sistema di intercettazione telefonica e della possibilità di poter non solo monitorare tutte le comunicazioni ma di registrarle contemporaneamente. Un sistema avanzatissimo che non avevano mai avuto occasione di vedere altrove”. In breve… il “NUOVO ORDINE MONDIALE”… in piccola scala.


Rajneesh aveva manifestato la sua volontà di serbare il pubblico silenzio. Quindi sostituì gli usuali incontri pubblici che si svolgevano a Poona con delle “passaggiate” in Rolls Royce. Nel 1980 acquisto la sua prima Rolls Royce, una Cornicle protetta da corazze e vetri antiproiettili. Dopo che si fu stabilito nella comune i suoi discepoli dissero che voleva una Rolls per ogni giorno dell’anno e iniziarono a comprarle, a volte, al ritmo di due al mese. (Incredibilmente questo meccanismo é IDENTICO a quello dei RAELIANI, anche il GURU RAEL oggi corre in lamborghini sui circuiti TOTALMENTE SPESATO dai suoi “fedeli”…) La Comune mise su un proprio centro di assistenza e un ingegnere della Rolls si recava periodicamente alla comune per testare le automobili. Una Rolls costa circa 173.000 dollari, dalla vendita della flotta di Rajneesh si ricavarono qualcosa come 1,4 milioni di dollari.

Questa passione smodata per le Rolls Royce fece guadagnare a Rajneesh il soprannome di “Guru delle Rolls”: “Io sono il più povero uomo sulla terra. Non ho un solo centesimo con me”. (Osho)

Quando si domandò ad Osho della sua faraonica ricchezza egli scrisse:“Quelle macchine non mi appartengono, nulla mi appartiene. Sono il più povero uomo nell’intero mondo, La mia gente mi ama; vogliono fare qualcosa per me. Tutte quelle macchine appartengono alla comune. Loro le rendono disponibili a me per un’ora ciascun giorno. Io non so che macchina essi portano, ma una cosa è certa, che io sto bene solo in una Silver Spur. E loro mi amano così tanto che stanno tentando di avere trecensosessantacinque Rolls Royce, una per ciascun giorno. E io dico, perchè no? Grande idea!” Queste parole sono una presa in giro… Il delirio totale. Ma i fedelissimi pagano… e tacciono. (3)


Tornando al funerale del boss Casamonica e al risalto mediatico di questi giorni, ritengo che si siano voluti lanciare dei messaggi; da parte non solo dei Casamonica, ma di tutto il mondo che gravita attorno (e sopra) a loro: il “Mondo di Sopra”, come lo definiva Carminati. E qui arrivo anche all’aspetto simbolico... Già giovedì stesso, leggendo la notizia, non ho potuto fare a meno di notare le rose rosse lanciate dall’elicottero: a mio parere sono una firma, a suggellare l’intera operazione. I media continuano a ripetere come un mantra: l’elicottero che lancia i petali di rosa, la musica del Padrino, la Rolls Royce, la scritta “Re di Roma”... Perché questa insistenza proprio su questi elementi? Si potrebbe pensare perché sono elementi pittoreschi e colpiscono, dunque a livello giornalistico e mediatico funzionano. Sì, è una risposta... A livello basso è così.

Ma c’è una risposta più profonda, che prende in considerazione appunto il livello simbolico. I petali di rose rosse, il Padrino nel film porta una rosa rossa sulla giacca, Rolls Royce - RR, Re di Roma - RR, Re Casamonica - RC... Sicuramente alla maggior parte delle persone questi particolari non dicono nulla, oppure penseranno che sono solo coincidenze, o peggio ancora che sono deliri; ma occorre conoscere la simbologia della Rosa Rossa per capire. Penso che nemmeno la maggior parte dei membri della famiglia Casamonica sia consapevole di ciò: non credo che i ragazzotti che sono stati intervistati in tv conoscano la simbologia esoterica. Ma chi è sopra di loro ha manovrato consapevolmente il tutto, a più livelli.


Ho ascoltato diverse interviste ad alcuni Casamonica in questi giorni. Tra i tanti strafalcioni, una cosa giusta l’hanno detta:“Abbiamo fatto un altro funerale tre anni fa, con lo stesso stile. Come mai non ne avete parlato? Come mai adesso fate tutto questo clamore?”. Eh, appunto: come mai? Perché ora le condizioni sono diverse rispetto a tre anni fa... Perché ora questo funerale è strumentale e serve non solo a manipolare l’opinione pubblica, ma soprattutto a lanciare messaggi e forse anche avvertimenti e minacce a qualcuno.

Quando qualcuno viene ucciso per mano della Rosa Rossa, compaiono le rose nella simbologia del delitto. Inizialmente volevo intitolare questo post “Rose Rosse per Vittorio Casamonica”Ma le rose rosse non sono per Vittorio Casamonica... sono per la città di Roma. A più livelli. Però mi ha colpito anche il nome: Vittorio. E i petali di rosa sembrano quasi suggellare la “Vittoria” del vero Re di Roma (che non è sicuramente lui) sulla Capitale. (4)

Il lavaggio del cervello è TOTALE.

Fonti:

(1) - La compagnia della rose
(2) - Storia della massoneria e delle società segrete di B. Clavel 
(3) - Lo Sai
(4) - Paolo Franceschetti

fonte: freeondarevolution.blogspot.it

Nessun commento:

Posta un commento