sabato 24 gennaio 2015

Anna Comnena



in greco Ἀννα Κομνηνή; è stata una storica e principessa bizantina. Figlia di Alessio I Comneno e Irene Ducaena (o Doukaina), è una delle prime donne storiografe conosciute.

Vita

(EL)

« Ῥέων ὁ χρόνος ἀκάθεκτα καὶ ἀεί τι κινούμενος παρασύρει καὶ παραφέρει πάντα τὰ ἐν γενέσει καὶ ές βυθὸν ἀφανείας καταποντοῖ ὃπου μὲν οὐκ ἂξια λόγου πράγματα, ὃπου δὲ μεγάλα τε καὶ ἂξια μνήμης, καὶ τά τε ἂδηλα φύων κατὰ τὴν τραγῳδίαν καὶ τὰ φανέντα ἀποκρυπτόμενος. Ἀλλ' ὃ γε λόγος ὁ τῆς ἱστορίας ἔρυμα καρτερώτατον γίνεται τῷ τοῦ χρόνου ῥεύματι καὶ ἵστησι τρόπον τινὰ τὴν ἀκάθεκτον τούτου ῥοὴν καὶ τὰ ἐν αὐτῷ γινόμενα πάντα, ὁπόσα ὑπερείληφε, ξυνέχει καὶ περισφίγγει καὶ οὐκ ἐᾷ διολισθαίνειν εἰς λήθης βυθούς. »

(IT)

« Il Tempo, nel suo scorrere perpetuo e irresistibile, trascina via con sé tutte le cose create, e le sprofonda negli abissi dell'oscurità, siano esse azioni di nessun conto o, al contrario, azioni grandi e degne di essere celebrate, e pertanto, come dice il grande poeta tragico, "porta alla luce ciò che era nascosto e avvolge nell'oscurità ciò che è manifesto [Sofocle]". Ma il racconto dell'indagine storiografica è un valido argine contro il fluire del tempo, e in certo modo costituisce un ostacolo al suo flusso irresistibile, e afferrando con una salda presa quante più cose galleggiano sulla sua superficie, impedisce che scivolino via e si perdano nell'abisso dell'Oblio. »

(Anna Comnena, Proemio dell'Alessiade)

Primogenita e figlia preferita dell'imperatore bizantino Alessio I Comneno, fu accuratamente allevata nello studio della poesia, delle scienze e della filosofia greca. Ma a parte le vaste capacità di apprendimento e la buona volontà nello studio, Anna aveva un carattere ambizioso e incline all'intrigo, pronta a superare ogni limite pur di guadagnare a se stessa fama e potere.

Appena nata fu promessa a Costantino Ducas, figlio dell'imperatore Michele VII Ducas e di Maria d'Alania. Quest'ultima viene sposata dall'imperatore Niceforo III Botaniate (1078-1081) e questo causò uno scandalo. Niceforo III Botaniate inoltre annunciò che il suo erede non sarebbe stato il figlio di Michele VII Ducas e la famiglia Ducas gli si rivolta contro. Viene acclamato Alessio I nel 1081 che aveva sposato una Ducas e dopo una marcia su Costantinopoli costringe Niceforo ad abdicare. Secondo i pettegolezzi di corte Maria d'Alania fu amante di Alessio I, quest'ultimo aveva adottato Costantino Ducas proclamandolo co-imperatore e suo diretto successore. Una posizione di potere che venne meno con la nascita di Giovanni II Comneno, primo figlio maschio di Alessio I e pertanto naturale erede al trono. Il fidanzamento di Anna e Costantino fu presto annullato e la stessa Maria fu allontanata dalla corte imperiale e confinata in un convento.

Le nozze di Anna si celebrarono nel 1097, quando la quattordicenne principessa sposò Niceforo Briennio, un giovane e valente nobiluomo appartenente ad una famiglia aristocratica che aveva reclamato il trono prima dell'avvento di Alessio. Trovato l'appoggio della madre Irene, Anna tentò vanamente di indurre il padre, malato e prossimo alla morte, ad annullare il diritto ereditario di Giovanni, garantendo la corona a suo marito Niceforo. Per nulla scoraggiata dal fallimento dell'impresa, nel 1118 prese parte ad una congiura per deporre suo fratello Giovanni, ma lo stesso marito si rifiutò di appoggiarla. In questa occasione, Anna esclamò «La Natura ha sbagliato i nostri sessi: avrebbe dovuto essere lui la donna».

Scoperto il complotto contro il nuovo sovrano, Anna perse le sue proprietà e la dignità di membro della famiglia imperiale, ma ebbe risparmiata la vita grazie a un generoso atto di clemenza di suo fratello l'imperatore, che la spedì in un convento. Il matrimonio con Niceforo durò ben 40 anni e dall'unione nacquero quattro figli. Anna impiegò tutto il proprio tempo libero nella stesura dell'Alessiade, una lunga cronaca della vita e del regno (1081 – 1118) di suo padre Alessio. Inoltre, contribuì alla lavorazione dei testi storici di suo marito, anch'egli appassionato narratore delle vicende del proprio tempo. Fiera oppositrice della Chiesa latina ed ammiratrice entusiasta dell'Impero bizantino, Anna considerò le Crociate un grave pericolo politico e religioso. Suoi modelli furono gli antichi storici Erodoto, Tucidide, Polibio e Senofonte e il suo stile appare spesso forzatamente depurato degli elementi atticistici del periodo, finendo col risultare un linguaggio troppo artificiale.

In generale, la cronologia degli avvenimenti risulta fedele e attendibile, soprattutto nel caso di avvenimenti occorsi prima del suo internamento in convento, ma diventa particolarmente carente sui periodi successivi, data la sua evidente impossibilità ad attingere direttamente alle fonti di Palazzo. In ogni caso, i suoi resoconti rispecchiano gli standard del luogo e dell'epoca. (Catholic Encyclopedia).

Una biografia romanzata di Anna Comnena è comparsa nel 1999 col romanzo Anna di Bisanzio, di Tracy Barrett.

Matrimonio e figli

Dal matrimonio con Niceforo Briennio (1097), Anna ebbe diversi figli, di cui quattro sono riportati dalle cronache:

Alessio Comneno, megas doux, 1102 – 1161/67;
Giovanni Ducas, 1103 – post 1173;
Irene Ducaena, 1105 – ?;
Maria Briennaina Comnena, 1107. – ?.

fonte: Wikipedia

Roberto Bolle


FOTOGRAFIA DI BRUCE WEBER


DA VANITY FAIR



VIDEO

giovedì 15 gennaio 2015

Laurel Holloman



Laurel Lisa Holloman, è una pittrice statunitense. È inoltre un'attrice e sostiene diverse organizzazioni umanitarie, quali Medici Senza Frontiere e Shutter To Think.

Formazione e Primi Anni (fino al 1994)

Laurel Holloman frequenta l'Università del North Carolina e consegue la laurea in Bachelor of Arts. Studia, inoltre, pittura e scultura presso l'Istituto d'Arte di San Francisco UCLA. La passione della Holloman per la pittura emerge sin dall'infanzia proseguendo anche durante gli anni del college, ma passa in secondo piano per dar spazio alla carriera di attrice quando nel 1994 interpreta il ruolo della quindicenne Mick Kelly nella produzione teatrale "The Heart Is a Lonely Hunter", messa in scena al Theatre for the New City a New York.

La Carriera di Attrice (dal 1995 al 2009)

Dopo le prime esperienze teatrali, nel 1995 Laurel Holloman inizia la propria carriera cinematografica interpretando il ruolo di Randy Dean nel film diretto da Maria Maggenti "Due ragazze innamorate" (The Incredible True Adventure of Two Girls in Love) per il quale riceve numerose critiche positive.

Tra il 1995 e il 2004 Laurel Holloman sceglie con cura i ruoli che intende interpretare, orientandosi principalmente su film del cinema indipendente, quali "The Myth of Fingerprints", "Boogie Nights" e "Tumbleweeds".

Dal 2004 al 2009 Laurel Holloman interpreta Tina Kennard nella serie televisiva cult intitolata "The L Word". Per questo ruolo riceve nel 2005 un "Golden Satellite Award" come miglior attrice nella sezione Serie Televisive Drammatiche.

Nel 2009 interpreta un personaggio secondario nel primo espisodio della seconda stagione della serie televisiva Castle intitolato "Deep in Death" (Senza Limite)

La Pittura e l'Attività Artistica (dal 2010 ad oggi)

Dal 2010 la Holloman abbandona la carriera di attrice per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Questa scelta è guidata dalla necessità dell'artista di voler controllare in modo completo la propria creatività, trovando l'ispirazione emotiva nel desiderio di esplorare i quesiti del proprio subconscio.

La pittura di Laurel Holloman si inserisce nella tradizione dell'Espressionismo astratto americano e si caratterizza per la potenza e l'espressività della pennellata, per le grandi dimensioni delle sue opere e il loro impatto emotivo. In particolare, la monumentalità per Holloman rappresenta un bisogno di intimità, è un modo per creare un dialogo segreto tra sé stessa e il mondo che la circonda. "La grande dimensione ha anche il compito di trasportare, trascinare chi guarda all'interno del quadro. Laurel Holloman riesce a farci avvolgere dalla pittura, lei può far sentire il suo respiro" (citazione dal discorso di presentazione della curatrice della mostra "All The World Inside" Lea Mattarella).

Dal 2012 è protagonista di mostre personali a Parigi, Venezia e Berlino. L'opera intitolata "Swell" è stata presentata in occasione dell'evento collaterale "Nell'Acqua Capisco" della 55 Biennale di Venezia.

Mostre Personali e Collettive

Mostra personale "Coeur Libre - My Heart is Free", presso Marie du 5e, Parigi, Francia (dal 3 al 22 aprile 2012).

Mostra personale "Free Falling", presso Ateneo Veneto, Venezia, Italia (dal 12 luglio al 30 settembre 2012).

Mostra personale "All The World Inside", presso Palazzo-Italia, Berlino, Germania (dal 28 aprile al 23 giugno 2013).

Mostra collettiva "Nell'Acqua Capisco", Evento collaterale della 55 Biennale di Venezia, Italia (dal 1º giugno al 3 novembre 2013.

fonte: Wikipedia

THE L WORD

la ricotta



Nella campagna romana, una troupe è impegnata nelle riprese di una passione di Cristo. Stracci, la comparsa che interpreta il ladrone buono, regala ai propri familiari il cestino del pranzo appena ricevuto dalla produzione, essendo affamato, si traveste da donna per rimediare un secondo cestino, che viene mangiato dal cagnolino della prima attrice del cast. Sul set giunge intanto un giornalista che intervista il regista; terminata l'intervista, il giornalista trova Stracci che accarezza il cane e glielo compra per mille lire. Con i soldi, Stracci corre a comprarsi una ricotta per sfamarsi, ma viene chiamato sul set e legato alla croce per la ripresa dei lavori; alla successiva interruzione, corre a mangiare la ricotta e, sorpreso dagli altri attori, viene invitato ad abbuffarsi con i resti del banchetto preparato per l'ultima cena. Al momento di girare la scena della crocifissione, muore di indigestione sulla croce. Il regista, senza ombra di commozione, commenta: "Povero Stracci. Crepare... non aveva altro modo di ricordarci che anche lui era vivo...".

fonte: Wikipedia

COMPLETO

la stanza segreta di Michelangelo


domenica 11 gennaio 2015

la verità non vi verrà mai detta... questa è l'unica certezza!!!

I Tg non vi dicono la verità, noi eseguiamo gli ordini.Le rivelazioni di una giornalista Rai!
Che questo accadesse, diciamocela tutta: non avevamo dubbi. Ma che a dirlo e spiattellarlo ai 4 venti, fosse una giornalista Rai…Beh non lo avremmo mai pensato. La donna in questione è Elisa Ansaldo. Lei stessa ha reclamato e si è battuta per i diritti ad un’ informazione giusta e veritiera! Cosa che in Rai non accadeva e non accade neppure adesso!!


Nelle 2006 e nel 2007 conduce la sezione giornalistica durante le due edizione di Unomattina. Poi nel Settembre 2008 passa alla conduzione del TG1 della notte.

Il 25 maggio 2011, in polemica con il direttore Augusto Minzolini, annuncia il suo ritiro da conduttrice del TG1, contestando il fatto che esso violerebbe i più elementari doveri dell’informazione pubblica come equilibrio, correttezza, imparzialità e completezza dell’informazione seguendo di circa un anno la medesima decisione della collega di redazione e amica Maria Luisa Busi.

La stessa Elisa Ansaldo aveva affermato: “Per motivi professionali e deontologici non ritengo più possibile mettere la faccia in un tg che fa una campagna di informazione contro”


Solo nel 2013 torna alla conduzione del TG1 conducendo: prima l’edizione dell 17, poi quella delle 13:30. E’ proprio nel periodo della sua pausa giornalistica Rai che la stessa giornalista ha manifestato pubblicamente il suo disappunto nei confronti di una testata giornalistica, quale il TG1. Privo di veridicità e fondamenti basati sulla lealtà alla notizia…
Insomma, la giornalista Elisa Ansaldo non le ha mandate a dire a nessuno e non ha accettato il modus operandi della Rai, in quanto non conforme alle leggi ma soprattutto determinato a celare, nascondere e modificare la notizia.

Ha reclamato il diritto all’informazione: un’ informazione corretta, integrale e non censurata. -In Rai si ha paura della notizia, e le cose accadono sempre dove noi non siamo…Nella case, nelle industrie, nelle carceri, nella aziende…Guarda caso noi siamo da un’ altra parte.” e continua polemizzando: -”Chi si poteva immaginare che le gente comune si trovava a combattere con la disoccupazione, i licenziamenti e la cassa integrazione. Che esiste il problema del precariato nelle scuole. In vece no…Noi pensavamo che a voi questo non interessasse…Credevamo che voleste sentir parlare di Michele e Sbrina Misseri, Sara scazzi, e Yara… Insomma di tutto lo spettacolo montato intorno a queste povere ragazze”

Ascoltate l’intero intervento della giornalista Elisa Ansaldi e capirete mote cose… Il video è caricato in fondo all’articolo!
A nostro avviso, la situazione è grave. E i politici vogliono la nostra disinformazione perchè è comoda. Solo così possono continuare ad operare indisturbati. E’ proprio per questo che noi stessi non seguiamo più l’informazione che viene passata dalla tv. Che sia pubblica o privata, esse è un’ informazione corrotta e manipolata. Non è un’informazione che nasce per informare. ma è determinata a disinformare!!! 

arrivano i buoni: filantropia finanziaria, business del dolore

Geldof, Bono Vox, Soros e compagnia filantropica cantante hanno scoperto cosa significa “investire 1 euro e ottenerne 2,74 euro in un anno”. Quale investimento vi garantisce oggi un rendimento del 174%? Conseguentemente hanno investito un bel po’ di soldi in quelle operazioni di “tanto cuore, poco cervello”. O forse sono operazioni di “tutto cervello e niente cuore”? Non so, fate voi. Non credo che la truffa di One (Bono) o di Band Aid sia molto diversa dalla truffa dell’Open Society (Soros). Fatto sta che venendo meno lo Stato di diritto, sostituito dallo Stato di dovere (ve ne eravate accorti?), al cittadino viene imposto l’obbligo morale di fare ciò che fino a prima lo Stato faceva, ovvero normare la perequazione e finanziare il diritto. L’imperativo morale che ci sovrasta è fornire montagne di soldi a carrozzoni che dovrebbero (notate il condizionale) aiutare le persone o i popoli in difficoltà, dando così la possibilità agli squali della finanza di lucrare quel 174% sulla nostra buona fede e sui nostri sensi di colpa. Eppure paghiamo già abbondanti tasse e balzelli, il nostro dovere lo facciamo ogni giorno.
Forse avete già intuito che tutti quei soldi vanno a finire nel salvataggio delle banche, o giù di lì. La novità consiste nel donare alla filantropia per permettere guadagni scandalosi alla finanza. Da Tares, Tari, Tasi a Telethon o Band Aid, cosa cambia Bob Geldofquindi? L’idea, selvaggia e perversa al tempo stesso, è che noi cittadini dobbiamo salvare il mondo: Stati, banksters e filantropi compresi. Siamo perseguitati dalla tv del dolore che non perde occasione per farci vedere un’umanità sofferente che necessita del nostro aiuto. Sono tempi bui, e, come diceva un utile idiota, «non chiederti cosa lo Stato può fare per te, chiediti cosatu puoi fare per lo Stato». Era il New Deal, o giù di lì, il massimo dell’espansione dello Stato. Figuriamoci oggi, che lo Stato è in totale recessione: cosa dovremmo fare per soddisfare gli insaziabili appetiti di Ong, Onlus e associazioni umanitarie varie?
Ma poi di chi sarebbe la colpa di tutta questa oscena morale? Sono «le regole che hanno permesso agli speculatori di fare quel che hanno fatto» (e che continueranno a fare) dice il buon Soros, aggiungendo che «non è colpa degli speculatori». E ci mancherebbe! Che colpa ne hanno se lo Stato “consiglia” di donare soldi alla speculazione filantropica? Eppoi non facciamone una questione personale: nessun miliardario che si rispetti evita la filantropia, neanche Gates, secondo cui investire in Africa contro malattie e povertà è del tutto simile all’innovazione tecnologica. E porta ai medesimi risultati. L’uomo più ricco del pianeta (66 miliardi di dollari) è convinto che non solo sia giusto interessarsi dei bisogni non recepiti dai mercati, ma anche economicamente interessante. Ecco la nuova frontiera della finantropia (acronimo tra finanza e filantropia): unisci le tecniche Bono tra Van Rompuy e Sorosdel venture capital agli obiettivi del non profit e avrai “venture philanthropy”. La nuova filantropia mette da parte il paternalismo e tenta la sfida degli investimenti finanziari.
E’ tutto un proliferare di attività finantropiche, ve ne siete accorti? Il mondo ha bisogno della nostra collaborazione, perchè il mondo sta finalmente cambiando. In questo nuovo quadro che si va delineando il ruolo storico dell’intermediazione e della consulenza finanziaria deve essere ridisegnato. Lo scopo non può essere soltanto quello di massimizzare il rapporto rendimento/rischio del cliente, è invece imperativo un allargamento del processo di investimento che, dal binomio rischio-rendimento, deve estendersi al trinomio sostenibilità-rischio-rendimento. Sappiate che le prestazioni dotate di buon senso e che creano valori sostenibili conferiscono energia al denaro, così che questo genera altro denaro e benessere per tutti allo stesso modo: per i filantropi e per chi riceve il capitale investito o i doni, per le organizzazioni, i collaboratori in seno al progetto e per il fundraiser.
Lo Stato di dovere ci impone l’obbligo di aiutare i paesi poveri, e al microcredito è andato addirittura un Nobel. Sapete perchè? Ma perchè dalla filantropia al business il passo è breve, ammesso che esista: il credito a breve – erogato ai piccolissimi imprenditori dei paesi in via di sviluppo – è remunerativo e sicuro. Capito? Come sono stati raccolti questi capitali? Per esempio da fondi pensione svizzeri interessati a diversificare il loro portafoglio cercando investimenti che da una parte offrono un rendimento superiore a quelli di mercato, dall’altra rispondono a requisiti di responsabilità sociale. «Possiamo dire che la trasformazione della microfinanza in asset class investibile è nata in Svizzera, soprattutto a Ginevra». Non vi piacciono i George Sorosneutrali banchieri svizzeri? Tranquilli che Unicredit ha ciò che fa per voi: “il mio dono” ovvero la rete della solidarietà di Unicredit.
Date un’occhiata, ci sono ben 105 pagine di organizzazioni non-profit da scegliere perchè è «giusto interessarsi dei bisogni non recepiti dai mercati», come dice Gates. Cioè il Mercato va allargato a ciò che non è tecnicamente Mercato, come la solidarietà. Insomma la finantropia. Li avete già dati i due osceni euro? Avete già fatto quel fetente Sms per collaborare con quell’importantissimo progetto che salverà migliaia di vite? State dando una mano a Soros e fratelli in affari per diffondere finalmente benessere,democrazia, salute e non ultima della sana felicità nel mondo? No? Fate schifo! Ps: adesso vi regalo anche un passatempo per le festività: provate a distinguere il mio sarcasmo da ciò che gli avvoltoi finantropici spacciano per verità. Se avete dubbi seguite i link, poi fatemi sapere. Buon Natale, e siate sempre più buoni, mi raccomando. Che loro ci tengono.
(Tonguessey, “Finantropia”, da “Come Don Chisciotte” del 24 dicembre 2014)

fonte: www.libreidee.org

mercoledì 7 gennaio 2015

Pino Daniele



Giuseppe Daniele, detto Pino, è stato un cantautore e chitarrista italiano.

È stato uno dei musicisti italiani più conosciuti nel mondo; nel 1980 ha fatto da apripista al concerto milanese di Bob Marley, ha suonato a Cuba e all'Olympia di Parigi, con artisti dal calibro di Ralph Towner, Yellow Jackets, Mike Mainieri, Danilo Rea, Mel Collins. Nel 1995 ha suonato, durante il tour estivo, con Pat Metheny, nonché con gli Almamegretta, Jovanotti, Eros Ramazzotti e Chick Corea, mentre nel 1990 era stato ospite di Claudio Baglioni nell'album Oltre.

Gli esordi

Nato nel Quartiere Porto di Napoli, Pino Daniele era il primogenito di sei figli di un modesto lavoratore portuale. Le condizioni economiche della famiglia d'origine erano così povere che da bambino "non comprò la foto scolastica". Frequentò le scuole elementari presso l'istituto "Oberdan" di via Carrozzieri, dove ebbe come compagno di classe Enzo Gragnaniello. Qui Daniele si distinse rispetto agli altri bambini per la costante attenzione all'ordine ed alla cura di sé. Frequentò la scuola di ragioneria presso l'Istituto Armando Diaz di Napoli e imparò a suonare la chitarra da autodidatta.

Cominciò la sua carriera artistica con il gruppo "Batracomiomachia", con Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo, Enzo Avitabile e Enzo Ciervo poi nel 1975 iniziò l'attività di session man, suonando nell'album che Mario Musella registrò per la King di Aurelio Fierro e che è rimasto inedito fino al 2012, anno in cui è stato pubblicato con il titolo Arrivederci, e, l'anno seguente, in Suspiro di Jenny Sorrenti, in Le due facce di Gianni Nazzaro di Gianni Nazzaro (cantando anche i cori nella canzone Me ne vado) ed accompagnando in tour Bobby Solo.

Sempre nel 1976 entrò a far parte, come bassista, dei Napoli Centrale, dove incontrò James Senese. Verso la fine del 1976 Claudio Poggi, produttore discografico della EMI Italiana, ascoltò una cassetta provino con alcuni brani originali del giovane Daniele, che decise di seguire discograficamente. Già a metà anno quindi venne inciso un singolo in 45 giri intitolato Ca calore/Fortunato.

Terra mia, l'album d'esordio del 1977 dove venivano tra l'altro recuperati i brani del precedente singolo, denotò il profondo legame del cantautore con la tradizione partenopea e mediterranea sia per le musiche che per i testi, i quali ricordano, talvolta, canti e usanze popolari tipicamente napoletane. Tra i brani dell'album di maggiore successo sono sicuramente Terra mia, ma soprattutto 'Na tazzulella 'e cafè, molto gettonata da Renzo Arbore nel suo programma Alto gradimento e Napule è che nel tempo sarà un vero manifesto per l'autore (che l'aveva scritta a soli 18 anni) e per l'intera città.

James Senese avrebbe contribuito in modo rilevante alla realizzazione dei successivi tre album: Pino Daniele (1979), Nero a metà (1980), Vai mò (1981). Fu influenzato dalla musica rock, dal jazz di Louis Armstrong, da George Benson e soprattutto dal blues, realizzando una sintesi fra elementi musicali e linguistici diversissimi, con vena personale e sempre controllata sul piano compositivo.

Gli anni ottanta

Nel 1981 l'artista tenne un grande concerto in Piazza del Plebiscito a Napoli, radunando duecentomila persone, accompagnato da una formazione tutta partenopea, tra collaboratori vecchi e nuovi (Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese), che lo stesso anno partecipò all'album Vai mò (altra pietra miliare della carriera di Daniele). In questo contesto si andava definendo il cosiddetto "Neapolitan Power" (letteralmente: energia napoletana), all'insegna dell'innovazione artistica in seno alla tradizione campana, con richiami preponderanti a rock, blues, funky e jazz.

La sua passione per i più svariati generi musicali (si passa da Elvis Presley a Roberto Murolo) gli diede l'opportunità di far nascere un nuovo stile musicale da lui stesso denominato "tarumbò", a indicare la mescolanza di tarantella e blues, assunti come emblema delle rispettive culture di appartenenza.

Nel 1982 cominciarono le prime grandi collaborazioni con musicisti di fama internazionale. L'album di quell'anno, Bella 'mbriana, è forte dei contributi di Alphonso Johnson al basso e soprattutto Wayne Shorter al sax soprano (entrambi provenienti dallo storico gruppo Weather Report). Nel 1983 incise e produsse l'album Common Ground, in collaborazione con Richie Havens, e partecipò, con due brani, all'album Apasionado di Gato Barbieri.

Il 1987 fu l'anno di Bonne soirée, un album di rottura apprezzato da musicisti e addetti ai lavori per le sue sonorità dal respiro internazionale. Pino Daniele ancora una volta si avvalse di musicisti di altissima levatura: Pino Palladino al basso, Bruno Illiano alle tastiere (l'unico musicista italiano dell'album, con cui avrebbe registrato rigorosamente dal vivo senza l'ausilio dell'elaboratore), Jerry Marotta alla batteria (allora musicista di Peter Gabriel), Mel Collins al sax e Mino Cinelu (Weather Report) alle percussioni.

Nel 1989 girò l'Europa con i concerti di "Night of the Guitar", insieme a Randy California, Pete Haycock, Steve Hunter, Robby Krieger, Andy Powell, Ted Turner, Leslie West, Phil Manzanera, Jan Akkerman.

Gli anni novanta

Pino Daniele, con Rino Zurzolo al contrabbasso e Steve Pearson, durante il Tour 2004 "Pino Daniele Ensemble"
Dal 1990 al 1993, per ragioni di salute, Pino Daniele ridusse sensibilmente il numero dei suoi concerti, ma dal 1994 ritornò ad esibirsi regolarmente dal vivo. Il 22 e 23 maggio 1993 si esibì a Cava de' Tirreni: i due concerti vennero successivamente registrati e pubblicati nell'album dal vivo E sona mo'.

Sempre nel 1993, nell'album Che Dio ti benedica, compare un brano scritto da Massimo Troisi (grande amico di Pino), e musicato dall'Uomo in blues.

Dopo aver divorziato da Dorina Giangrande (corista negli album Terra mia e Un uomo in blues), da cui ebbe due figli, Alessandro e Cristina, si risposò con Fabiola Sciabbarasi (ex modella, interprete del video del brano Amore senza fine), dalla quale ebbe Sara (cui è dedicata la canzone omonima contenuta nell'album Medina del 2001), Sofia (alla quale è dedicato il brano Sofia sulle note nell'album Passi d'autore del 2004) e Francesco.

Gli anni 2000

Nel 2000 firmò un nuovo contratto con la BMG; il primo disco con la grande casa discografica era Medina (oltre 500.000 copie in Italia), dove spiccano le partecipazioni di Salif Keïta, Faudel e Omar Farouk. Nell'estate 2002 ebbe l'idea di una tournée a quattro condivisa insieme ai colleghi Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori e Ron e testimoniata in un CD e in un DVD, In tour (primo disco prodotto della Blue Drag, sua etichetta discografica creata sempre nel 2002, insieme al figlio Alessandro).

Nell'ottobre 2005 si ripresentava con il singolo It's now or never (celebre cover inglese di 'O sole mio, a suo tempo lanciata da Elvis Presley), a introdurre l'album Iguana cafè che lo stesso autore aveva annunciato diversi mesi prima come secondo capitolo del progetto del 2004. Al disco parteciparono due percussionisti non nuovi a collaborazioni con Daniele, Naná Vasconcelos (già presente sull'album Musicante) e Karl Potter. Il 14 maggio, in occasione della data napoletana dell'Iguana Cafè Tour, dopo 25 anni si ritrovano sullo stesso palco per la prima volta Pino Daniele, James Senese e Tony Esposito.

In tutti i concerti a seguire, la formazione sarebbe stata Pino Daniele - Alfredo Paixão - Mariano Barba - Gianluca Podio - Tony Esposito, la stessa con cui sarebbe stato realizzato il successivo lavoro, Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui assieme al Lounge Art Ensemble, Giorgia e Fabio Massimo Colasanti. Il 26 gennaio 2007, il singolo Back Home segna il ritorno di Pino Daniele a un suono più duro come a un tono più "aggressivo", unitamente alla continua ricerca in bilico tra melodia, suoni cubani e caraibici ed elementi di blues e di jazz.

Nell'aprile 2007 era nuovamente in tournée in Italia e in Europa, riscontrando sempre il tutto esaurito; la prima parte del giro di concerti terminò con una serata-evento al Palalottomatica di Roma (29 maggio 2007) con molti ospiti che negli anni hanno segnato diverse tappe del suo percorso musicale, da Giorgia a Noa, da Alfredo Paixão a Tony Esposito (ottima la sessione in trio che annovera i brani Napule è, Je so' pazzo, Mardi Gras).

Il 9 gennaio 2008 si riunì ai vecchi amici De Piscopo, Senese, Esposito, Amoruso e Zurzolo, in nome di una sorta di rifondazione, a distanza di anni, del "Neapolitan Power". Con tale formazione realizzò un triplo CD con quarantacinque brani, tra vecchi successi riarrangiati, versioni originali e alcuni inediti. Il lavoro si sarebbe intitolato, simbolicamente, Ricomincio da 30, a significare trent'anni ininterrotti di carriera musicale, ma anche un omaggio all'amico Massimo Troisi (che nel 1981 aveva debuttato come cineasta con il film Ricomincio da tre, per cui Daniele aveva composto le musiche). Con i musicisti citati si ricomponeva perciò la formazione che aveva suonato ventisette anni prima nell'album Vai mò, e all'insegna delle giuste celebrazioni il gruppo partì per una nuova fortunata tournée. L'8 luglio 2008 Daniele tornò a esibirsi nella "sua" Piazza del Plebiscito per un trionfale concerto, cui parteciparono numerosi ospiti (tra gli altri Giorgia, Chiara Civello, Irene Grandi, Avion Travel, Nino D'Angelo, Gigi D'Alessio). L'evento è stato trasmesso in diretta televisiva, e la pubblicazione su DVD risale al 22 gennaio 2013.

Ha partecipato a un duetto con Gigi D'Alessio, in una canzone intitolata Addò sò nat'ajere, incisa in Questo sono io, album dello stesso D'Alessio. Quando questi venne chiamato a salire sul palco, nella serata in piazza dell'8 luglio, fu sonoramente fischiato dal pubblico, evidentemente deluso dalla sua presenza, vista anche la rivalità che da tempo correva tra lui e Pino Daniele.

Il 27 marzo 2009 è stato pubblicato l'album Electric Jam, anticipato dal singolo Il sole dentro di me, realizzato in duetto con il rapper J-Ax. In occasione del nuovo disco è stato organizzato l'"Electric Jam Europen tour" che si è concluso in settembre, a Capri. Il 1º ottobre 2009 Pino Daniele si è esibito per la prima volta all'Apollo Theater di New York. Il 4 ottobre era invece a Toronto.

Ultimi eventi e morte

Il 26 giugno 2010 ha partecipato al festival Crossroads 2010, organizzato da Eric Clapton al Toyota Park di Chicago, suonando assieme a Joe Bonamassa e Robert Randolph.

Il 23 novembre 2010 è stato pubblicato il ventiduesimo album in studio, Boogie Boogie Man, anticipato dal singolo omonimo il 5 novembre e impreziosito dai duetti con artisti quali Mina, Franco Battiato, Mario Biondi e J-Ax.

Il 24 giugno 2011 si è esibito in concerto con Eric Clapton nello stadio di Cava de' Tirreni davanti a una platea di 16.000 spettatori. Durante il concerto, Pino Daniele ha cantato in italiano una strofa di Wonderful Tonight di Clapton.

Per l'estate 2014 ha annunciato un tour nel quale ha eseguito integralmente l'album Nero a metà, interpretandolo dal vivo il 1° settembre 2014 con i membri della band originale in un concerto all'Arena di Verona. Il tour è ripartito con il concerto del 6 dicembre a Conegliano per proseguire l'11 dicembre a Bari, il 13 a Roma, il 16 e 17 a Napoli ed il 22 dicembre ad Assago. Il 31 dicembre 2014 si è esibito a Courmayeur prendendo parte al programma televisivo L'anno che verrà.

La sera del 4 gennaio 2015, Pino Daniele, già sofferente di problemi cardiaci, ha avuto un infarto presso la sua casa di Magliano in Toscana in Maremma. Giunto grave all'ospedale Sant'Eugenio di Roma, dopo vani tentativi di rianimazione il cantautore è stato dichiarato morto alle ore 22:45.

La scomparsa del cantautore ha generato forti risposte emotive soprattutto a Napoli, dove una folla di circa 100.000 persone si è riunita in Piazza del Plebiscito la sera del 6 gennaio per commemorare Pino Daniele cantando le sue canzoni.

Vita privata

Pino Daniele ha avuto cinque figli, di cui due (Alessandro e Cristina) avuti dalla sua prima moglie Dorina Giangrande e tre (Sara, Sofia e Francesco) avuti dalla sua seconda moglie Fabiola Sciabbarasi.

Collaborazioni

In tutta la sua carriera, Pino Daniele ha collaborato con numerosi artisti, riportati di seguito in ordine alfabetico:

99 Posse
Jan Akkerman
Anna Oxa
Biagio Antonacci
Almamegretta
Joe Amoruso
Antonio Annona
Avion Travel
Enzo Avitabile
Claudio Baglioni
Victor Bailey
Mariano Barba
Gato Barbieri
Joe Barbieri
Bob Berg
Loredana Berté
Alex Britti
Joe Bonamassa
Donatella Brighel
Kelvin Bullen
Lotfi Bushnaq
Randy California
Luca Carboni
Dave Carpenter
Saturnino Celani
Tony Cercola
Don Cherry
Mino Cinelu
Chiara Civello
Eric Clapton
David Clayton
Billy Cobham
Vinnie Colaiuta
Fabio Massimo Colasanti
Mel Collins
Fabio Concato
Chick Corea
Danny Cummings
Randy Crawford
Gigi D'Alessio
Lucio Dalla
Nino D'Angelo
Bruno De Filippi
Francesco De Gregori
Franco Del Prete
Tullio De Piscopo
Gigi De Rienzo
Maria Pia De Vito
Maria Di Donna
Al Di Meola
Solomon Dorsey
Jimmy Earl
Nathan East
Ernesttico
Loredana Errore
Peter Erskine
Tony Esposito
Faudel
Fabio Forte
Steve Gadd
Matthew Garrison
Dorina Giangrande
Gaetano Giglio
Giorgia
Alfredo Golino
Eddie Gomez
Mick Goodrick
Irene Grandi
Trilok Gurtu
Omar Hakim
Richie Havens
Pete Haycock
Steve Hunter
Bruno Illiano
J-Ax
Rosario Jermano
Alphonso Johnson
Deron Johnson
Jovanotti
Manu Katché
Salif Keïta
Robby Krieger
Adalberto Lara
Bernard Lavilliers
Luciano Ligabue
Peppe Licciardi
Mike Mainieri
Fiorella Mannoia
Phil Manzanera
Agostino Marangolo
Rita Marcotulli
Jerry Marotta
Emma Marrone
Greg Mathieson
Jeremy Meek
Lele Melotti
Phil Mer
Pat Metheny
Don Moye
Roberto Murolo
Neri per Caso
Noa
Larry Nocella
Antonio Onorato
Orixas
Alfredo Paixão
Pino Palladino
Gino Paoli
Alan Pasqua
Laura Pausini
Luciano Pavarotti
Gennaro Petrone
Gianluca Podio
Karl Potter
Rachel Z
Paolo Raffone
Raiz
Eros Ramazzotti
Hossam Ramzy
Robert Randolph
Danilo Rea
Ron
Elia Rosa
Mario Rosini
Vasco Rossi
Lina Sastri
James Senese
Paco Sery
Bob Sheppard
Wayne Shorter
Simple Minds
Carol Steele
Steps Ahead
Anna Tatangelo
Richard Tee
Juan Pablo Torres
Ralph Towner
Massimo Troisi
Gino Vannelli
Ornella Vanoni
Naná Vasconcelos
Ernesto Vitolo
Dave Weckl
Linda Wesley
Leslie West
Chris White
Yellow Jackets
Zucchero
Marco Zurzolo
Rino Zurzolo

Colonne sonore

Pino Daniele ha composto le musiche per colonne sonore di diverse pellicole. Oltre i tre film di Massimo Troisi (Ricomincio da tre, Le vie del Signore sono finite e Pensavo fosse amore... invece era un calesse), portano la firma di Daniele le colonne sonore di La mazzetta (1978) di Sergio Corbucci, Se lo scopre Gargiulo (1988) di Elio Porta, Amore a prima vista (1999) di Vincenzo Salemme e Opopomoz (2003) film d'animazione di Enzo D'Alò.

Per Mi manda Picone (1983) di Nanni Loy, Daniele ha invece composto la canzone Assaje, interpretata dalla protagonista Lina Sastri (le restanti musiche del film sono di Tullio De Piscopo). Due brani estratti da un suo concerto alla Mostra d'Oltremare a Napoli nel 1984 aprono e chiudono la pellicola Blues Metropolitano del 1984 (Yes I know my way e Lazzari felici).

Je so' pazzo è stata utilizzata come "colonna sonora" per il sogno di uno dei Tre fratelli nella pellicola di Francesco Rosi (1981); la stessa canzone è presente anche in Maradona - La mano de Dios di Marco Risi (2006), nel momento in cui Maradona arriva a Napoli. Il madrigale Disperata vita è stato invece inserito nella colonna sonora di Fame chimica (2003) di Antonio Bocola e Paolo Vari.

Porta la sua firma la colonna sonora di La seconda volta non si scorda mai (2008) con Alessandro Siani. Siani ripropone poi "zio Pino" con il brano Uè Man! nel film Il principe abusivo (2013).

(1978) La mazzetta, regia di Sergio Corbucci
(1981) Ricomincio da tre, regia di Massimo Troisi
(1983) Mi manda Picone, regia di Nanni Loy
(1985) Blues metropolitano, regia di Salvatore Piscicelli
(1987) Le vie del Signore sono finite, regia di Massimo Troisi
(1988) Se lo scopre Gargiulo, regia di Elio Porta
(1991) Pensavo fosse amore... invece era un calesse, regia di Massimo Troisi
(1999) Amore a prima vista, regia di Vincenzo Salemme
(2003) Opopomoz, regia di Enzo D'Alò
(2003) Fame chimica, regia di Antonio Bocola e Paolo Vari
(2006) Maradona - La mano de Dios, regia di Marco Risi
(2008) La seconda volta non si scorda mai, regia di Alessandro Siani
(2009) Negli occhi, regia di Daniele Anzellotti & Francesco Del Grosso, co-prodotto da Giovanna Mezzogiorno
(2010) Passione, regia di John Turturro

Discografia

Album in studio

1977 – Terra mia (EMI Italiana, 3C 064 18277)
1979 – Pino Daniele (EMI Italiana, 3C 064 18391)
1980 – Nero a metà (EMI Italiana, 3C 064 18468)
1981 – Vai mò (EMI Italiana, 3C 064 18550)
1982 – Bella 'mbriana (EMI Italiana, 3C 064 18590)
1984 – Musicante (EMI Italiana, 64 2401501)
1985 – Ferryboat (Sciò Records-EMI Italiana, 64 2402641)
1987 – Bonne soirée (EMI Italiana, 64 2407701)
1988 – Schizzechea with Love (EMI Italiana, 64 7909721)
1989 – Mascalzone latino (EMI Italiana, 66 7934691)
1991 – Un uomo in blues (CGD, 9031 73310 1)
1991 – Sotto 'o sole (CGD 9031 76095 1)
1993 – Che Dio ti benedica (CGD 4509 92258 2)
1995 – Non calpestare i fiori nel deserto (CGD 4509 99791 2)
1997 – Dimmi cosa succede sulla terra (CGD 0630 17593 2)
1999 – Come un gelato all'equatore (CGD 3984 26955)
2001 – Medina (RCA 74321835222)
2004 – Passi d'autore (RCA 82876585272)
2005 – Iguana cafè - Latin blues e melodie (RCA 82876728052)
2007 – Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui (RCA 88697059532)
2009 – Electric Jam (RCA 88697486612)
2010 – Boogie Boogie Man (RCA 88697811352)
2012 – La grande madre (Blue Drag 8055960280001)

Album dal vivo

1984 – Sció live (EMI Italiana, 64 2402723)
1994 – E sona mo' (CGD 4509 94253 2)
2002 – Concerto Medina Tour 2001 (RCA 743219129222)
2003 – In tour (con Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron) (Blue Drag Records/BMG Ricordi 5099751027225)
2006 – Pino Daniele Live @ RTSI
2013 – Tutta n'ata storia - Vai mo' - Live in Napoli (Blue Drag Records 88765440542)

Raccolte

1986 – Musica musica (EMI Italiana)
1990 – Tra musica e magia (EMI Italiana)
1995 – Passa 'o tiempo e che fa - I primi anni (EMI Italiana)
1997 – Voglio 'o mare
1998 – Yes I Know My Way (Warner Music Italy)
2000 – Studio Collection, Le origini (EMI Italiana)
2000 – Napule è (CGD East West)
2002 – Amore senza fine (Warner Music Italy)
2004 – The Platinum Collection (EMI Italiana)
2005 – Studio Collection (EMI Italiana)
2006 – Pino Daniele D.O.C.
2006 – Tutto Daniele - Che male c'è (Waner Music Italy)
2008 – Ricomincio da 30 (Sony Music)
2008 – The Platinum Collection: The Early Years (EMI Italiana)
2008 – I grandi successi- Pino Daniele (Warner Music Italy)

Colonne sonore

1988 – Le vie del Signore sono finite (EMI Italiana, 50 7900981)
Singoli
1976 – Ca calore/Fortunato (EMI Italiana, 3C 006 18189)
1977 – Napule è (EMI Italiana, 3C 006 18207)
1979 – Je so' pazzo (EMI Italiana, 3C 006 18417)
1980 – Nun me scoccià (EMI Italiana, 3C 006 18430)
1984 – Keep on Movin' (Polydor, 881 508-7)
1984 – Yes I Know My Way (Polydor, 821 251-7)
1985 – Ferryboat (EMI Italiana, 14-2013016)
1987 – Watch Out (EMI Italiana, 14-2020356)
1988 – Tell Me Now (EMI Italiana, 060-20 3281 6)
1988 – Jesce juorno/Tell me now (Bagaria, 086 2028612)
1991 – 'O scarrafone (CGD, 9031 73363-7)
1998 – Senza peccato (CGD East West, 3984 24270-0)
2006 – Narcisista in azione (Sony Music, 82876788362)
2007 – Rhum and coca
2008 – Anema e core
2008 – 'O munn va/L'ironia di sempre/Acqua 'e rose
2009 – Il sole dentro me (con J-Ax)
2009 – Dimentica
2010 – Boogie Boogie Man
2012 – Melodramma
2012 – Niente è come prima
2012 – Due scarpe
2013 – Non si torna indietro

Produzioni per altri artisti

1983 – Common Ground (Richie Havens)
1990 – Io dal mare da Oltre (Claudio Baglioni)
1991 – In questa città (Loredana Bertè)
1991 – Pinocchio (Heather Parisi)
1993 – Gli amori della vita mia (Joe Barbieri)
1997 – Mangio troppa cioccolata (Giorgia)
1998 – Virus (Joe Barbieri)
2009 – SILVIAPRILE (Silvia Aprile)

fonte: Wikipedia

BELLA 'MBRIANA

PINO E MASSIMO TROISI

Stati Uniti e impuniti: eroina afghana, business record

Pochi giorni fa è arrivata la notizia di un ennesimo record della produzione di oppio in Afghanistan. Non è una sorpresa, dato che dal 2002 ogni anno ha segnato un ulteriore incremento della produzione di papavero da oppio in quel paese, casualmente dopo la sua occupazione da parte della Nato. In base ai dati ufficiali, si tratterebbe di un incremento sia in quanto a raccolto che a terreno coltivato. Una notizia un po’ più inattesa è giunta l’anno scorso, quando sono stati pubblicati i dati sulla produzione di cannabis in Afghanistan. Manco a dirlo, anche nella produzione di cannabis si è registrato il solito record. Il dato sulla cannabis è coerente con l’attuale business dell’eroina afghana, che è economica ed abbondante, e quindi destinata non all’ago – come negli anni ‘80 – ma al fumo, per poter conquistare sempre nuovi consumatori. Anche se non esiste alcuna prova scientifica che l’uso di cannabis in se stesso predisponga al consumo di droghe più pesanti, è però frequente che nello spaccio si offrano contemporaneamente vari tipi di “fumo” per favorire la confusione dei consumatori.
Oggi un vero scoop sarebbe consistito nel registrare un decremento della produzione di droga in Afghanistan, ma si tratta di un’eventualità che al momento non avrebbe alcuna base realistica. Gli organi di stampa che hanno riportato la notizia hanno Militari Usa tra i papaveri da oppio in Afghanistaninsistito sul dettaglio che il governo statunitense avrebbe speso 7,6 miliardi di dollari per contrastare la produzione ed il traffico di oppio, ma senza risultato. La cosa fa sorridere, dato che, da almeno cinque anni, neppure il diretto coinvolgimento della Nato nel business dell’oppio rappresenterebbe più uno scoop. Lo scorso anno qualche barlume di notizia a riguardo è trapelato anche sulla stampa ufficiale, ma riferendosi solo ai casi di soldati della Nato coinvolti nel traffico; casi, peraltro, tutti rigorosamente insabbiati, sia in Italia, che in Canada, che nel Regno Unito. La stampa ha fatto finta di credere che il coinvolgimento riguardasse soltanto dei militari di bassa forza o, al più, dei sottufficiali, oltre che i già ampiamente screditati “contractors”.
Il massimo della critica che ci si è concesso è stato quello di fustigare il cinismo o l’ingenuità della Nato, la quale, pur di sconfiggere i cattivissimi Talebani, avrebbe “chiuso gli occhi” sui loschi traffici di personaggi legati al governo filo-occidentale di Karzai. Si tratta della solita fiaba ufficiale sugli “scomodi alleati” degli Usa. Se dalla carta stampata si passa alla “informazione” televisiva, le cose vanno addirittura peggio, poiché lì è obbligatorio far finta di credere che siano i malvagi Talebani ad autofinanziarsi con l’oppio, perciò persino accennare alla “giovane narcodemocrazia” afghana rappresenta ancora un tabù. Eppure si tratta di notizie ufficiali che si riscontrano sui siti delle organizzazioni internazionali. La Banca Mondiale ha recentemente dedicato un rapporto alla situazione in Afghanistan, osservando che il 90% della produzione mondiale di eroina proviene oggi da quel paese. La Banca Mondiale si lancia in solenni ammonimenti al governo afghano circa i rischi di “deragliamento” che la drug-economy potrebbe provocare ad un paese così faticosamente avviato verso la democrazia e lo sviluppo.
Lo stesso carosello di ipocrisie lo si riscontra da parte dell’organizzazione gemella della Banca Mondiale, cioè il Fondo Monetario Internazionale. Più di dieci anni fa, addirittura nel 2003, il Fmi già ammoniva il governo afghano circa i rischi di trasformarsi in un narco-stato. La colpevolizzazione anche allora era tutta per il paese colonizzato, mentre non si accennava alle responsabilità dell’occupante Usa-Nato, il quale, se “sbaglia”, lo farebbe solo per troppa bontà. Del resto il Fmi e la Nato sono praticamente la stessa cosa. Quindi si può riscontrare una pseudo-informazione a doppio livello: uno per le masse, le quali devono credere che i Talebani, oltre che fanatici, siano anche narcotrafficanti, e un altro livello per i “cittadini più informati”, ai quali è concesso di sapere che il governo Karzai è coinvolto nel traffico, e per questo ogni tanto è costretto a beccarsi una reprimenda dagli organismi internazionali. Paradossalmente, il maggior grado di infantilizzazione tocca proprio Oppio in Afghanistanai “cittadini più informati”, ai quali spetta di credere che il “troppo buono” papà statunitense spenda 7,6 miliardi per redimere dalla droga il figlioletto discolo, ma che questi continua a deluderlo.
La realtà è invece che come narcostato e narcodemocrazia, l’Afghanistan di Karzai ha ancora parecchio da imparare dai Narcostati Uniti d’America. Ma legioni di giornalisti e di intellettuali si incaricano di narrare alle masse la storia inversa, secondo la quale i guai del mondo deriverebbero dal parassitismo e dall’indisciplina dei poveri, ritratti come sempre pronti ad estorcere favori da governi troppo generosi e premurosi. L’impunità che gli Usa e la Nato possono ostentare nella vicenda della droga afghana, è davvero totale; nel senso che, grazie all’armatura propagandistica del “troppobuonismo”, riescono a sfuggire persino a sanzioni puramente morali. L’impunità viene addirittura percepita da gran parte dell’opinione pubblica come garanzia di moralità, perciò non vi è nulla di strano nel fatto che agli Usa si riconosca tranquillamente un ruolo internazionale di giudice e di censore nei confronti di altri Stati; cosa che consente agli Usa ogni genere di provocazione e di doppio gioco. Infatti, mentre l’amministrazione Obama dichiara di essere in guerra contro l’Isis, in realtà sta ancora cercando di colpire e isolare la Siria di Assad con insistenti accuse per il presunto uso di armi chimiche.
(“I Narcostati Uniti d’America”, da “Comidad” del 30 ottobre 2014).

fonte: www.libreidee.org