domenica 27 luglio 2014

histoire d'O (romanzo)



da Wikipedia:

titolo originale Histoire d'O è un romanzo erotico di sottogenere BDSM, pubblicato nel 1954 dall'autrice francese Dominique Aury sotto lo pseudonimo di Pauline Réage, con la prefazione dello scrittore e critico letterario nonché membro dell'Accademia di Francia Jean Paulhan.

La scrittrice confessò solamente 40 anni dopo d'aver effettivamente scritto lei la storia, su insistenza dello stesso Paulhan, allora suo amante e grande estimatore del Marchese de Sade, accompagnandola a lettere d'amore a lui indirizzate.

Trama

« "Prima di partire, vorrei farti frustare" disse "e te lo chiedo, non te l'ordino. Accetti?" Accettò. "Ti amo" ripeté lui »
La giovane "O" ama a tal punto il fidanzato René da accettare, come prova del suo amore, di essere portata in un castello a Roissy dove viene data in uso sessuale ad altri uomini e sperimenta pratiche erotiche di ogni tipo. Frustata, sodomizzata e sottoposta a rapporti di sesso orale e a scarificazione, è educata a comportarsi come una vera e propria schiava sessuale, ed "O" trova la sua felicità proprio in questo progressivo e totale annullamento della sua volontà individuale: essa rinuncia alla propria libertà lasciando che sia un uomo a detenerla al posto suo, come una sorta di vera e propria proprietà personale.

Tuttavia non sarà René a disporre per sempre di lei come padrone assoluto, ma sir Stephen, l'uomo che esercita una sorta di autorità morale anche su René, e che aveva imposto a quest'ultimo di rendere la sua donna una schiava perfetta, per poi infine consegnarla a lui definitivamente. "O" dovrà infine scegliere se accettare di farsi marchiare a fuoco sulle natiche, dopo che le sono già stati apposti dei piccoli anelli-piercing sulle grandi labbra.

Gli amanti di Roissy

Due giovani amanti, René e la sua ragazza, il cui nome lungo tutto il corso della storia rimarrà sempre e solamente l'iniziale maiuscola "O", passeggiano sottobraccio in un parco pubblico di Parigi: all'uscita chiamano un taxi. Lungo la strada il giovane uomo chiede ad "O" di togliersi la biancheria intima; messole a nudo così il seno le lega poi le mai dietro la schiena e le appone un collare al collo. Trasportata in un luogo sconosciuto, "O" durante tutto il tragitto non pensa ad altro che all'amore immenso che sente per René: viene fatta scendere, giunti a destinazione, premurosamente dall'amante.

Si trovano davanti ad un antico castello, ma perfettamente ristrutturato, a sudest della periferia della capitale francese; René l'accompagna all'interno, ove trovano ad attenderli un gruppetto di uomini: l'amante sussurra all'orecchio di "O" che, se lei lo ama veramente, dovrà accettare qualsiasi cosa questi estranei le impongano, dovrà sempre e comunque cercare di soddisfare al meglio ogni loro desiderio.

Ciascuno di questi uomini è il padrone di tutte le ragazze che vi si trovano ("O" non è la sola difatti): ora, le schiave non sono tenute soltanto a subire supinamente gli atti sessuali dei padroni,di qualunque tipo questi siano (compreso lo stupro), ma anche e soprattutto a ricevere con frequenza cadenzata pene corporali, spesso molto dure. René consegna nelle mani dei membri di questa comunità la sua ragazza.

La prima sera "O" partecipa al rigoroso e sofisticato rituale d'ingresso che la assoggetta, assieme alle altre schiave, ai padroni: quattro uomini mascherati si trovano di fronte a lei, uno dei quali sa essere il proprio amante. Dopo essere stata legata per i polsi ad una corda che pende dal soffitto comincia a subire una flagellazione con uno scudiscio di cuoio; la fustigazione prosegue fino a quando non strappano ad "O" alte grida di dolore. Questo, le spiega uno dei presenti, è solo l'inizio delle punizioni quotidiane a cui d'ora in avanti, fino a che si trovi entro le mura del castello, dovrà sottomettersi. Quindi viene slegata e, ancora gemente, posseduta con la forza.
Lo scopo principale della ripetuta fustigazione giornaliera è quello di costringerla a rinunciare poco alla volta al proprio 'Io', per divenire nient'altro che un muto ed accondiscendente oggetto sessuale nelle mani dei padroni, una schiava perfettamente obbediente. È costretta quindi a portare per tutto il giorno un butt plug.

Inizialmente O non riesce a trovare alcun senso in ciò che le sta accadendo; non riceve alcun piacere anzi, al contrario, tutto ciò la fa soffrire profondamente sia nel corpo che nell'anima. Ma la grande passione e la fiducia assoluta che sente fortissima nei confronti del suo amante, che le ha promesso di rimanerle accanto per tutto il tempo della loro permanenza al castello, le infondono un qual senso di pace gioiosa, anche dopo essere stata frustata fino alle lacrime e quindi subito violentata dai padroni.

L'alloggio che le è stato dato si trova nell'ala rossa del castello; le viene inoltre assegnato come valletto personale un uomo di nome Pierre. Questi ha il compito di incatenare "O" al letto la sera, di liberarla alla mattina e di frustarla abbondantemente quando lo reputi necessario; questo in aggiunta alle punizioni quotidiane rituali inferte dai padroni. Oltre a ciò è autorizzato anche ad avere rapporti sessuali con le ragazze schiave nelle camere incluse nella sezione sotto il proprio controllo, tra cui quindi anche la stessa "O".

Andre e Jeanne, altre due tra le giovani ospiti, l'aiutano ad ambientarsi presentandole la vita che d'ora in poi l'attende; la ragazza inizia così vagamente a capire che tutta la situazione in cui è stata gettata non consiste solo in dolore e sofferenza, ma anche nel piacere dato dalla gioia di assecondare gli ordini ricevuti. Qui le donne, le schiave, hanno la pura e semplice soddisfazione di svolger al meglio il proprio ruolo.
Formalmente il luogo non è affatto una prigione, "O" potrebbe liberamente decidere d'andarsene in qualsiasi momento e nessuno si sognerebbe mai di cercar di trattenerla: ma René le ha chiesto di rimanere, di farlo per lui, e lei è felice d'acconsentire. Le punizioni poi, nonostante la loro gravità, non arrivano mai a nuocere alla salute delle giovani donne: "O" rimane così - quasi senza accorgersene - presto affascinata da questo gioco erotico che a lei pare quasi mistico. La sua è divenuta così la storia di una ragazza che volontariamente si fa schiava ed oggetto inerme nelle mani di altri uomini; l'umiliazione si tramuterà presto in un forte senso d'orgoglio.

Ogni giorno che passa, sempre più profondamente, la ragazza s'immerge in tal clima da perenne orgia erotica. René le spiega che la concede agli altri uomini per sentire il potere che ha su di lei: la sua obbedienza cieca è la prova dell'amore che le porta. Donandola agli altri, sente veramente ch'ella le appartiene. Ed ecco che più il tempo passa - le settimane di soggiorno si accumulano - e più "O" prova un'intima esperienza di piacere nell'avere rapporti sessuali con altri uomini alla presenza del suo René. Si è poi talmente abituata alla frusta che se non venisse scudisciata ogni sera non riuscirebbe più a dormire bene.
Ma ad un certo punto "O" comincia a spaventarsi nel rendersi conto che non solo il suo amante René è in grado di farle provare un orgasmo durante l'amore, ma anche dei perfetti sconosciuti che non ha mai veduto in volto prima; questa presa di coscienza è un motivo di colpa per "O", le pare d'infrangere un tabù e di non essergli abbastanza fedele.

Mentre altre delle ragazze presenti non perdono occasione di violare le regole severe usando il loro fascino per sedurre i valletti ed ammorbidir così le punizioni per eventuali infrazioni, "O" no; per lei un tal comportamento è inaccettabile. Non protesta mai e continua a soddisfare tutti gli ordini. Ad un certo momento il soggiorno termina bruscamente; René, che s'era allontanato lasciandola sola, ritorna per riprendersela e portarla nuovamente a Parigi. Le viene consegnato inoltre un anello di ferro da portare al dito, che la identifica come una delle schiave di Roissy; segno di sottomissione alla comunità alla quale anche lei appartiene: d'ora in poi dovrà concedersi senza esitazione a chiunque dimostri di riconoscere il significato dell'anello.

Sir Stephen

Tornata nel mondo ordinario, riprende il suo impiego, lavora difatti in un'agenzia pubblicitaria ed è una fotografa di successo.

Anne-Marie e gli anelli

La civetta

Congetture sulla genesi dell'opera

Pubblicato in francese dall'editore Jean-Jacques Pauvert, il libro destò un certo scandalo. Si è molto discusso su chi si celasse dietro lo pseudonimo dell'autrice, e se si trattasse veramente di una donna. Pare infatti che questo romanzo sia stato scritto a quattro mani da Jean Paulhan e dalla sua amante Anne Descos (la cui prima opera fu un'antologia della poesia religiosa francese). Oltre ad aver probabilmente collaborato alla stesura del romanzo, Paulhan ne ha scritto la prefazione intitolata: "Le bonheur dans l'esclavage" ("La felicità nella schiavitù").

Nel febbraio del 1955 il libro vinse il premio letterario francese Prix des Deux Magots, anche se ciò non impedì alle autorità francesi di avanzare delle accuse per oscenità nei confronti dell'editore. Le accuse vennero respinte dai tribunali, ma venne imposto un divieto a pubblicizzare il libro per diversi anni.

Si ritiene che una fonte di ispirazione del personaggio di O fosse stata la scrittrice francese Janine Aeply, moglie del pittore Jean Fautrier.

Nel 1969 ne fu pubblicato il seguito, intitolato Ritorno a Roissy (Retour à Roissy).

Al cinema

Dal romanzo è stato tratto nel 1975 un film con Corinne Cléry nella parte della protagonista e con Udo Kier in quella di René. In seguito ne furono realizzati due seguiti e nel 2005 il film è stato riedito in edizione integrale.

L'elenco completo dei film è:

Histoire d'O (1975)
Histoire d'O, ritorno a Roissy (Histoire d'O - Chapitre II) (1984)
Histoire d'O 3 (The Story of O: Untold Pleasures) (2002)

histoire d'O (film)



VIDEO

mercoledì 23 luglio 2014

la stangata



IL POKER

fari

FARI NELL'ADRIATICO MINACCIATI DA TRIVELLE ANGLOAMERICANE


 
Tremiti - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes

 
Quel mestiere dimenticato è in via di estinzione, almeno in Italia. Nel 2003 era ancora in attività l'ultima farista donna d'Italia. Rita era nativa dell'Abruzzo. Lei, chissà cosa penserebbe oggi della caccia indiscriminata agli idrocarburi in questo lembo di paradiso. Già, oggi bisogna fare i conti anche con un'ingorda spectrum norvegese.

 
l'ultima farista d'Italia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Comunque, c’è chi sogna di ritirarsi fino al resto dei suoi giorni in uno sperduto angolo di mondo marino; e chi si accontenta di visitarli. Abbandonati o in vendita, preda della ingorda speculazione disumana: tutti però hanno una storia da raccontare. Lontani dalla frenesia corrente. Per trovare basta cercare proprio dove, dai tempi della protostoria, Occidente e Oriente si mescolano fino a confondersi.

Porer - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



C'è l'imbarazzo della scelta in quella che una volta era la Dalmazia. Rifugi esclusivi, ubicati a ridosso di suggestivi paesaggi o addirittura su privilegiati isolotti nell’Adriatico: dal faro di Savudrija, il più antico dell'Adriatico, a 56 chilometri da Trieste e a 9 da Umag. 

Susac - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Quello di Sveti Ivan è situato su un isolotto a circa 3 chilometri da Rovino, dalla cui torre alta 23 metri si gode di una vista spettacolare; fino ai fari dell'azzurra isola di Porer. A Veli Rat il faro è dotato di una splendida chiesetta, scelta da molti come luogo esclusivo di nozze, arricchito da un'antica e imponente torre che domina tutto il tratto di costa che incornicia Zara.

Prišnjak invece, è a 6 miglia dall'arcipelago di Murter dove si estende il Parco Nazionale delle Kornati, mentre quello di Sveti Petar, dista appena 20 minuti a piedi dal centro di Makarska. Il faro dell'isola di Plocica, è incastonato tra Korcula e Hvar; dell'isola di Sušak; di Sveti Andrija, non lontano da Dubrovnik; di Struga sull'isola di Lastovo. 

Gargano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



A un soffio dall'Italia, dinanzi al Gargano si stagliano le incomparabili Isole Pelagose (Palagruza).

La brutta notizia è alla fine: anche la Croazia, al pari dell'Italia ha optato per lo sfruttamento bieco degli idrocarburi di scarsa qualità, giacenti sui fondali marini. Nei tempi correnti, raschiando il barile si distrugge la vita e la bellezza.





fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

lunedì 21 luglio 2014

il caso della Uno bianca



BLU NOTTE DI CARLO LUCARELLI

pane e cioccolata



LA PARTITA DI CALCIO

sionismo: il male "nascosto" del mondo


di Antonio Merolla

Ormai da più di una settimana nella striscia di Gaza si è scatenato l’inferno, la conta dei morti è arrivata a più di 334 di cui 71 sono bambini, 25 sono le donne, 2.400 feriti, di cui 640 bambini e 400 donne, 40.000 gli sfollati, 263 abitazioni distrutte, 1.494 danneggiate.
L’arroganza di Israele a superato ogni limite e i nostri media servi del potere tacciono manipolando le notizie (come sempre) dando un immagine completamente distorta della situazione. Naturalmente il servilismo dei nostri politici non è da meno, non so se ve ne siete accorti ma quando si parla di Israele nessuna critica è consentita. Ma come si può stare in silenzio dinanzi a un vero e proprio genocidio? E’ difficile rispondere a questa domanda visto che sta accadendo adesso sotto i nostri occhi, non è “stato o sarà”, sta accadendo ora.
Ma qui non si tratta solo delle informazioni che passano, c’è molto di più. Questa non è una guerra fra etnie perchè i sionisti odiano tutti indiscriminatamente, e il talmud ne è la prova. Di seguito vi riporto le frasi di un vecchio articolo (Tratto da: L’agghiacciante ideologia del Talmud e i crimini in Palestina). 

Frasi tratte da uno dei testi sacri dell’Ebraismo che molti israeliani studiano nelle yeshivot (scuole talmudiche), con cui i sionisti giustificano i loro crimini contro i Palestinesi. Questa è l’ideologia criminale-talmudica che guida l’unica Etnocrazia del Medio Oriente. Queste frasi che ogni estremista israeliano fa proprie (ad esclusione degli israeliani moderati), vanno affrontate pubblicamente e senza timore di venir accusati di “antisemitismo”. I non-ebrei vengono chiamati “goym” (”goy” al singolare), cioè i “gentili”, definiti nel Talmud anche come “bestiame” e “animali parlanti”.

“Quando un ebreo ha un Gentile nelle sue mani, un altro ebreo può andare dallo stesso Gentile, prestargli denaro e truffarlo in sua vece, così da rovinare il Gentile. Poichè la proprietà di un Gentile, secondo la nostra legge, non appartiene a nessuno, e il primo ebreo che passa ha pieno diritto di prendersela.” (Schuican Amen, Choschem Hamischpath, 156)

“Non è permesso derubare un fratello, ma è permesso derubare un non ebreo, poichè sta scritto (Levitico XDC, 13) “Non deruberai il tuo vicino”. Ma queste parole, dette da Jahvè, non si applicano a un Goy che non è tuo fratello.” (BabaMezia, 6 la)

“Un ebreo può mentire e spergiurare per condannare un cristiano.Il nome di Dio non è profanato quando si mente ai cristiani.” (BabaKama, 113a, 113b)

“Se un infedele colpisce un ebreo, è degno di morte [...] Colui che colpisce un israelita sulla mascella, è come se avesse aggredito la Divina Presenza, poiché è scritto: se uno colpisce un uomo, è l’aggressore dell’Unico Santo.” (Sanhedrin, 58b) [Nota: "uomo" è inteso come "ebreo", per l'ebraismo talmudico i non-ebrei non sono uomini, come dice anche il rabbino Ovadia Yosef]

“Una cosa perduta da un Goy può non solo essere tenuta dall’uomo che l’ha trovata, ma è anche proibito ridargliela indietro.” (Schuican Aruch, Choschen Hamischpath, 266, I)

“Gli ebrei devono sempre cercare di imbrogliare i cristiani.” (Zohar I 160a)

“Quelli che fanno del bene ai cristiani non risorgeranno mai dai morti.” (Zohar I 25b)

“Al tempo del Cholhamoed il disbrigo di ogni tipo di affare è proibito. Ma è permesso praticare l’usura sui Gentili, perchè la pratica dell’usura su un Gentile in ogni momento piace al Signore.” n(Schuican Amch, Orach Chaili, 539)

“I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d’età sono leciti.” (Talmud, Sanhedrin, 69b)

“Quando un non ebreo deruba un ebreo, deve restituirgli tutto,ma se avviene il contrario, l’ebreo non deve restituire nulla.Inoltre, se un non ebreo uccide un ebreo, deve essere ucciso anche lui,ma non il contrario.” (Talmud, Sanhedrin, 57a)

“Gesù nacque bastardo.” (Talmud, Yebamoth, 49b)

“Gesù fu punito e mandato all’inferno dove fu gettato in escrementi ribollenti.” (Talmud, Gittin, 56b, 57a).

“Tutti i Gentili sono solo degli animali, quindi tutti i loro bambini sono bastardi.” (Talmud, Yebamoth, 98a)

“E’ giusto per una bambina di tre anni avere rapporti sessuali.” (Talmud, Abodah Zarah, 37a, Kethuboth, 11b, 39a, Sanhedrin, 55b, 69a,b, Yebamoth,12a, 57b, 58a, 60b)

“E’ giusto divorziare dalla propria moglie se rovina il cibo, o se si trova una donna più bella.”(Talmud, Gittin, 91a)

“Dalla nascita, l’israelita deve cercare di svellere gli sterpi della vigna, cioè sradicare ed estirpare i goyim dalla terra, poichè non può essere data a Dio Benedetto maggior letizia che quella di adoperarci a sterminare gli empi e i cristiani del mondo.” (Talmud, Sefer Israel, 180)

“Il rabbino Jochanan dice:Un goi che ficca il naso nella Legge è colpevole di morte.” (Talmud, Sanhedrin, 59a)”

“Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire, purchè il goi non sappia che tu stai mentendo.” (Talmud, Babha Kama, 113b)

“Anche il migliore dei Goyim dovrebbe essere ucciso.” (Talmud, Abhodah Zarah, 26b, Tosephoth)

“Il rabbino Eliezer disse: E’ permesso tagliare la testa di un ‘idiota’ [uno degli abitanti della terra] nella festa della Riconciliazione quando cade in giorno di Sabato. I suoi discepoli gli dissero: rabbino, dovresti piuttosto dire sacrificare. Ma egli rispose: Niente affatto, è infatti necessario pregare mentre si sacrifica, e non c’è bisogno di pregare quando si decapita qualcuno.” (Talmud, Pesachim, 49b)

“Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, cioè non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro.” (Talmud, Iore Dea, 158,1) [Nota: con il termine "Akum" si indicano i Cristiani]

“Quando un uomo compie rapporti omosessuali con un bambino al di sotto dei 9 anni d’età, non è da condannare.” (Talmud, Sanhedrin, 54b, 55a)

“Voi israeliti siete chiamati uomini, mentre le nazioni del mondo non sono da chiamarsi uomini, ma bestiame” (Talmùd, trattato Baba Mezia fol. 114 col. 2)

“La progenie di uno straniero (cioe’ di un non-ebreo) e’ come progenie di animali” (Jebamoth fol. 94 col.2)

“Che significa Har Sinai, cioe’ monte Sinai? Vuol dire il monte dal quale si e’ irradiato Sina, cioe’ l’odio contro i popoli del mondo” (Schabbat , fol. 80 col. 1)

“Dovunque gli ebrei arrivano devono farsi sovrani dei loro signori” (Sanhedrin , fol. 19 col. 2)

“Il Messia dara’ agli ebrei il dominio del mondo, al quale serviranno e saranno sottoposti tutti i popoli” (Tal. Bat. Trattato Schabb, fol. 120 c. 1 ; Sanhedrin, fol. 88 c. 2)

“Che cos’e’ una prostituta? Ogni donna che non sia ebrea” ( Eben ha eser, 6, 8 )

“Un goi che studi il Talmud e un ebreo che lo aiuti in tale studio debbono essere messi a morte” (Sanhedrin f. 57 Aboda Zara f. 6-8 Szagica f. 13)

“I gentili sono fuori della protezione della legge e Dio ha ‘esposto i loro beni’ ad Israele.” (Baba Kamma 37b)

“Solo gli Ebrei sono esseri umani, i non-Ebrei non sono esseri umani ma bestie” (kerithuth 6b, pag78, Jebhammoth 61)

“I non-Ebrei sono stati creati per servire gli Ebrei come schiavi” (Midrasc Talipioth 225)

“I rapporti sessuali con non-Ebrei sono come rapporti sessuali con animali” (Kethuboth 3b)

“I non-Ebrei sono da evitare ancora più degli maiali malati” (Orach Chaiim 57,6a)

“Il tasso di natalità dei non-Ebrei deve essere drasticamente ridotto” (Zohar 11,4b)

“Come sostituite le mucche e gli asini smarriti,così dovete sostituire i non-Ebrei” (Lore Dea 377,1)

“Le donne giudaiche debbono aver cura, quando escono dal bagno, di incontrare una loro amica e non una cosa immonda o un cristiano. In questo caso, se la donna israelita vuole essere veramente purificata, si deve nuovamente lavare” (Iore dea 198,48 Agà)

“Dio li creò in forma di uomini in onore di Israele poiché i cristiani non furono creati ad altro fine se non quello di servire i giudei giorno e notte…” (Midrasc Talpiot fol. 255 d.)

“Il salmista paragona il cristiano all’immonda scrofa selvatica” (R. Edels nel Chetubot 110 b.)

“Il coito del cristiano è come il coito della bestia” (Sanedrin 74 b. Tosefot)

“Il seme di lui (Goym) deve essere stimato come il seme di una bestia” (Chetubot 3 b. Tosef)

“Se il giudeo contrae matrimonio con una cristiana o con una serva, esso è nullo non essendo essi capaci di contrarre matrimonio. Similmente se un cristiano o una serva sposerà una giudea, il matrimonio è nullo” (Eber aezer 44,8)

“Gli altri popoli idolatri fintanto che sono in vita insudiciano perché le loro anime provengono dal ceppo immondo“ (Zohar 1, 131 a)

“Distruggi la vita del cristiano e spengila. Sarai gradito alla maestà Divina come colui che fa offerta di incenso” (Sefer or Israel 177 b.)

“Nel quarto palazzo del Paradiso sono tutti coloro che piangevano Sion e Gerusalemme e tutti quelli che avevano distrutto i resti delle nazioni idolatre e come la porpora dell’indumento (onorifico) così saranno onorati e distinti tutti coloro che avranno ucciso gli altri popoli idolatri” (Zohar 1, 38b. E 39 a.)


A voi le conclusioni

Fonte & Fonte

fonte: freeondarevolution.blogspot.it

venerdì 18 luglio 2014

il Manuel



i social media sono armi per la guerra psicologica e tu sei il bersaglio

facebook

di Tony Gosling

Per secoli il più potente servizio di intelligence e raccolta dati è stato il rito cattolico della “confessione”, con cui milioni di persone rivelavano informazioni vitali al Pontefice riguardo i loro atti di colpevolezza e grazie ai quali, quindi, potevano essere ricattati assieme ai loro amici peccatori.
Ma saremmo in errore se pensassimo che il problema è stato risolto con Lutero e la sua Riforma Protestante. I preti-spia della nuova chiesa quali Google e Facebook hanno preso il posto del confessionale.
“Facebook possiede tutta la mia vita e sono preoccupato, che cosa ne faranno?’” mi ha rivelato un amico questa settimana.
E’ una preoccupazione comprensibile, che i giganti del software e dei social network hanno evitato grazie ai loro uffici legali e di pubbliche relazioni, pagati lautamente al fine di tenere il dibattito pubblico ad un livello minimo. Senza una giustificazione a prova di bomba che i nostri dati sono realmente tenuti privati, dobbiamo sempre presumere che vengano comunicati alla NSA (National Security Agency: Agenzia di Sicurezza Nazionale, ndt).
Zuckerberg e il suo Consiglio d’Amministrazione di Facebook, tergiversando con la nostra privacy, omettendo e rinviando, stanno chiaramente rivelando che sono più impauriti di “loro” che di “noi”, e si stanno piegando alle loro richieste.
Perché preoccuparci, se non abbiamo fatto nulla di male? Il personaggio agghiacciante del capo torturatore della Gestapo, lo Sturmbahnfuhrer Kessler, lo ha riassunto perfettamente nella serie televisiva sulla Resistenza Francese “L’esercito Segreto” (“Secret Army”), trasmessa dalla BBC nel 1978. Nell’episodio “In trappola” ci racconta: “Informazioni. Sono l’arma più importante che abbiamo. Informazioni. Ed il mio lavoro è ottenerle. Ogni governo in lotta contro il terrorismo ha ed avrà sempre questo problema.
Certo, quelle spie malate di potere alla NATO hanno oltrepassato il limite, sono entrate in territorio Gestapo, dove hanno deciso di trattare la popolazione dell’intero pianeta allo stesso modo in cui i Nazisti e il personaggio Kessler facevano con la Resistenza Francese. Ottenendo le nostre informazioni private senza passare da un giudice hanno infranto la legge e criminalizzato il loro stesso lavoro. L’enorme abuso nazista di informazioni private fu la ragione principale per cui vennero promulgate quelle leggi, al fine di evitare che un giorno potesse riaffermarsi qualcosa di simile alla Gestapo.

Nessuno rischia il confronto con la NSA & il mantenimento della privacy

Come utenti di Internet abbiamo bisogno di una rassicurazione ferrea sul fatto che i nostri dati siano veramente privati, ma non l’abbiamo mai avuta. Non ci viene più richiesto di avere solamente una password, ormai consegniamo direttamente le chiavi delle nostre vite. Un qualcosa che durante il Medioevo il Vaticano avrebbe potuto solamente sognarsi. Partendo dal nostro numero di cellulare, data di nascita, cognome da nubile della madre (per aiutare a costruire il nostro albero genealogico), e continuando con le nostre scuole primarie e secondarie (per quei registri degli alunni dimenticati), l’intelligence della Nato, GCHQ e del NSA sanno molto più su di noi che noi stessi.
Che cosa succede quindi? Qualcuno potrebbe lasciare le nostre informazioni su un treno o perderle a causa di comunicazioni disattente con una società privata. Qualora non filtrassero, il crimine organizzato potrebbe comunque pagare profumatamente impiegati senza scrupoli al fine di scavare nella vita dei loro nemici politici. Nel Settembre del 2013 la debole SOCA (Serious Organised Crime Agency: Antimafia inglese, ndt) ha provato che non solo i detective privati senza scrupoli che hanno creato un crimine organizzato trafugando e sottraendo dati privati non verranno perseguiti a fin di legge, ma neanche i loro nomi saranno resi pubblici. A Londra il mercato nero del furto di dati ha ottenuto un altro semaforo verde.
La raccolta di dati quali il cognome da nubile delle nostre madri viene fatta in nome della “sicurezza” dei nostri account online, tuttavia recentemente usando il “codice di verifica” di Yahoo inviato sul mio cellulare con un sms, mi è apparsa una schermata che mi informava che qualcuno stava cercando di violare la mia identità con un codice falso e che quindi sarei rimasto fuori dal mio account. Che cosa stiamo ottenendo quindi in cambio dei nostri dati personali? Nulla? O qualcosa di molto peggio?
Chiamatemi pure cinico ma in sostanza l’idea di poter scegliere tra “pubblico” e “privato” sui social network serve solo a indicare alle spie quali informazioni potrebbero essere usate contro di noi. Politici e giornalisti, cosiddetti opinion-formers (coloro che formano un’opinione che poi il pubblico dibatterà, ndt), sono il bersaglio primario quando si parla di cellule di Operazioni Informative e Guerra Psicologica.
E’ venuto alla luce che gli spyware trovati nel 2005 sul network di Vodafone in Grecia ascoltavano attentamente i telefoni privati dei più importanti politici del paese e l’ingegnere che rivelò al mondo la cosa, Kostas Tsalikidis, si crede comunemente che sia stato “suicidato” appena dopo il suo racconto su questa intrusione tecnocratica nella politica democratica. Chi voleva conoscere dall’interno la posizione greca sulla rinegoziazione del debito sovrano? Con chi stavano negoziando all’epoca?
Vodafone molto di rado è una compagnia telefonica “per la gente”, ma molto spesso è una compagnia per la creazione di percorsi alternativi al fine di evitare le tasse e occasioni per vedere che cosa riescono ad ottenere. Avendo uno smart phone con la connessione internet, mi sembra di essere diventato una sorta di giocattolo nelle mani di Vodafone. Navigando tra i dati in questi giorni ho scoperto che il microfono del mio telefono può essere spento in remoto in ogni momento, anche nel bel mezzo di una telefonata. Molto elegante come cosa, non hanno neanche più bisogno di licenziarmi, possono semplicemente silenziarmi da lontano.
Lasciare messaggi sulle caselle vocali dei deputati quando non so se il mio microfono funziona o no è diventato una sorta di gioco del gatto col topo. Per quanto ancora continuerò a cercare di invitare i politici alla radio prima che gli hacker mi fermino? Adesso gli hacker riescono a separare un giornalista dalla sua fonte con il clic di un mouse, o forse anche solo con un semplice programma che il colossale mainframe della NSA svolge per loro.
Ho pure disinstallato Twitter la scorsa settimana perché quella dannata applicazione mi bloccava internet e avrebbe tagliato fuori il mio collegamento telefonico completamente se solo ne avesse avuto voglia. La vita è diventata molto più semplice senza Twitter in giro sul mio telefono a fare disastri. Ma ecco il problema: stiamo parlando di Twitter, non delle spie, il quale richiede che la sua applicazione abbia il permesso di modificare la mia rubrica (come scusa?) e le impostazioni del mio account protetto. Twitter si sta piegando a 90 agli spioni.

I rapporti ufficiali con l’elite di delinquenti del Bilderberg

La maggior parte di noi è a conoscenza dei disonesti banchieri “tecnocrati” di Goldman Sachs e del loro spietato controllo, in sempre più paesi Europei, sull’emissione di leggi e sulla rigorosa spesa pubblica. Cosa ne pensiamo invece dei guru corporativi dei social network, ai quali il termine “tecno” potrebbe essere applicato in maniera anche più precisa? Proprio come sopra: Facebook, Twitter, LinkedIn, Google e Amazon sottoscrivono tutti assieme il credo Bilderberg, partecipando agli incontri segreti dell’elite transatlantica.
E’ precisamente alla conferenza annuale del Bilderberg che la “divisione” USA/UE inizia a scomparire lasciandosi dietro nient’altro che la classica illusione del “poliziotto buono, poliziotto cattivo”. E’ li che le multinazionali bancarie, dei media, dell’energia e della difesa plasmano e dominano le politiche da una parte all’altra degli “Stati Uniti” di America ed Europa messi assieme. Il Pentagono rappresenta il potere aggressivo mentre gli incaricati europei sorridono dolcemente col “dolce tocco” diplomatico, alzando le mani come in una rapina e dicendo: “che cosa FAREMO con quei violenti Americani?
Quantunque buona ed originale l’idea, il piccolo pesce rosso di internet sta venendo assimilato dal cyber-Borg NATO-Bilderberg, il marchingegno che divora le civiltà intergalattiche di Star Trek, lasciando loro nessuno scampo all’assimilazione che la morte. Un esempio può essere il sito oldversion.com il quale forniva versioni libere da spyware, malware e bloatware di programmi per noi ciber-Luddisti. Qualcosa di strano si è intromesso invece adesso tra noi e ciò che volevamo, un piccolo e misterioso programmino speciale che ci dicono dobbiamo installare al fine di ottenere il software che vogliamo. Ecco un altro sito web silurato.
Quando si parla della regolamentazione di internet per contrastare i monopoli, ci si dimentica semplicemente di ciò. Se i “servizi” internet conosciuti e famosi come Yahoo!, AOL e Ebay non sono ancora stati comprati dagli amanti del Bilderberg (FB, Twitter, LinkedIn, Google, Amazon), lo saranno molto presto. Ognuno ha il suo prezzo e chi è rimasto indietro verrà riportato in riga alla fine.

L’elite giudiziaria sta al “loro” fianco, contro di “noi”

Al fine di forzare i grandi software e le grandi società di social network a fornire i dati, l’NSA ha dovuto usare i tribunali segreti USA della FISA (Foreign Intelligence Surveillance Agency, Agenzia di Sorveglianza dell’Intelligence Estera, ndt) ma tali ordini non dovrebbero essere validi in Gran Bretagna. Il giornalista Kevin Cahill, che si batte per la giustizia sociale e autore dei libri “Chi possiede la Gran Bretagna” e “Chi possiede il pianeta”, ha citato in giudizio Apple, Google, Facebook e Microsoft per aver infranto la severa legge britannica sulla protezione dei dati personali (Data Protection Act).
Sono azioni legali come questa che dovrebbero consentire ai social network ed alle società di software di informare il pubblico che tutte le risorse disponibili verranno utilizzate per proteggere la nostra privacy. Invece la loro evasività ci dice il contrario. Solo qualche raro caso scelto in cui si battono per i clienti contro le spie è tutto ciò di cui hanno bisogno al fine di dimostrare di avere del carattere.
Proprio questa settimana il Giudice Lucy Koh del Tribunale Distrettuale di San Jose, in America, ha fermato una class-action contro Google da parte di una dozzina di utenti, tra le centinaia di milioni, di Google Mail. Tutti loro accusano Google di violare la privacy degli utenti Gmail, leggendo i messaggi al fine di poter indirizzare meglio le pubblicità.
Nonostante le accuse fossero tutte contro l’intrusiva pubblicità di Google il giudice Koh ha dichiarato le dichiarazioni dell’accusa troppo diverse tra di loro al fine di poterle combinare assieme in una singola causa. Quegli utenti Google potrebbero essere le munizioni di cui Google ha bisogno, ma la volontà di Eric Schmidt di unirsi ai suoi clienti per combattere le spie non c’è, e quindi tutto quello che i coraggiosi accusatori hanno ottenuto è stato il classico divide et impera.

I tecnocrati fascisti vogliono vederci tutti ‘incatenati ad un computer’

La Guerra cibernetica ‘soft power’ che viene silenziosamente utilizzata dall’intelligence NATO contro la loro propria gente, per il momento non è ‘letale’, ma sta distruggendo la democrazia e lo stato di diritto. Sta portando criminali in posizioni di fiducia pubblica e in tal mondo sta alimentando il dispotismo e avviando una possibile guerra civile.
Nel 1996 l’uomo che predisse Bin Laden come capro espiatorio di un massiccio attacco all’America, l’Ufficiale dell’intelligence della Marina Americana e conduttore radiofonico texano William Cooper, ha condiviso con noi ciò che lui credeva fosse una visione credibile ma alo stesso tempo terrificante della futura elite tecnocratica, orrenda in ogni suo ingranaggio come in 1984 di George Orwell.
Parlando di un credo segreto in seno alla potente elite Nato, ha dichiarato: “Il loro obiettivo è di distruggere tute le religioni esistenti tranne la loro, tutti i governi tranne il loro, e di ingabbiare la popolazione in un sistema di debito eterno ed oppressivo incatenandola ad un computer per il resto della loro vita. In un mondo di propaganda dove far loro credere di essere felici all’interno del sistema”.
Questa settimana Edward Snowden, assieme all’inventore del World Wide Web, Sir Tim Berners-Lee, ha preso la scena per condividere la sua mesta visione sulla direzione di viaggio intrapresa da internet. La coppia ha utilizzato l’evento del TED (Technology, Entertainment and Design) tenutosi a Vancouver, Canada, per lanciare una campagna “salva-web” dal controllo delle multinazionali, preservare la “neutralità della rete”, e chiedendo una sorta di Magna Carta per Internet la quale tenga sotto controllo la potente combinazione del “complesso per la sicurezza industriale” delle lobby tra i cui complici possiamo includere Google e Facebook.
Internet sta diventando velocemente una parte essenziale delle nostre vite nell’era del “mondo interconnesso”. A meno di non prestare attenzione al’avviso di Edward e Tim, e di farlo adesso, tutti dovranno chiedersi: ‘voglio essere connesso, o voglio essere libero?’
In qualunque modo questa guerra silenziosa finirà, è chiaro che l’umanità intera, Oriente ed Occidente, non si piegherà senza combattere, diversamente da Google e Facebook.

Tony Gosling

Fonte:  http://rt.com/

fonte: www.altrainformazione.it

gli abusi sessuali di Jimmy Savile negli ospedali britannici



Il presentatore della Bbc Jimmy Savile avrebbe abusato sessualmente per anni di diverse persone negli ospedali del Regno Unito. Lo rivela un’indagine condotta in 28 strutture sanitarie britanniche.

Jimmy Savile, morto a 84 anni nell’ottobre del 2011, avrebbe stuprato pazienti e membri del personale ospedaliero. C’è anche un’ipotesi di necrofilia, secondo la quale il presentatore avrebbe avuto anche dei rapporti sessuali con dei cadaveri negli obitori. Il primo crimine risalirebbe al 1962, quando il presentatore aveva 36 anni, e il più recente al 2009, quando ne aveva 82.

Tra le strutture dove si è registrato il maggior numero di casi ci sono l’istituto psichiatrico Broadmoor e il Leeds general hospital, uno dei più grandi del Regno Unito.

Il documento non spiega come Jimmy Savile, che aveva accesso ai reparti in quanto volontario e benefattore, abbia potuto agire per anni indisturbato.

Nato nel 1926 a Leeds, Jimmy Savile è stato uno dei più famosi dj radiofonici del Regno Unito. Negli anni settanta è stato il presentatore della trasmissione Jim’ll fix it e di Top of the pops.

Nell’ottobre del 2012 un’inchiesta della rete privata Itv e un’indagine della polizia di Scotland Yard lo hanno accusato di aver abusato di molte ragazze, tra cui diverse minorenni, durante i suoi quarant’anni di carriera. La Bbc, sospettata di aver insabbiato lo scandalo, ha dovuto affrontare una delle crisi d’immagine più gravi della sua storia.

Il rapporto sul Leeds general hospital, come sintetizza la stessa Bbc, ha stabilito che:

Sessanta persone, che all’epoca dei fatti avevano tra i cinque e i 75 anni, hanno denunciato di aver subìto abusi sessuali commessi da Savile. Tra loro anche parte del personale degli ospedali.
I reati contestati vanno dai commenti osceni agli abusi sessuali. Ci sono almeno tre casi di stupro, avvenuti tra il 1962 e il 2009. Solo nove vittime ne hanno parlato con il personale dell’ospedale, ma al tempo le loro denunce non furono prese sul serio. Ci sono altre otto vittime di violenze avvenute negli ospedali, ma non erano pazienti.
Jimmy Savile avrebbe avuto anche rapporti sessuali con dei cadaveri all’obitorio e li avrebbe documentati con delle fotografie. Queste accuse provengono dalle infermiere ma, secondo la dottoressa Sue Proctor, che ha condotto l’inchiesta, non è possibile verificarle. Tuttavia non si possono escludere perché i locali dell’obitorio al tempo “erano scarsamente sorvegliati”.
Diversi pazienti, inclusi ragazzi e ragazze convalescenti dopo un’operazione, avrebbero subìto abusi nei loro letti d’ospedale.
Una serie di gravi lacune organizzative ha permesso a Savile di commettere gli abusi per anni.
Il rapporto dell’istituto psichiatrico Broadmoor invece fa riferimento a undici casi di abusi sessuali, a “commenti osceni” nei confronti dei pazienti e “atteggiamenti manipolatori” e a presunti “legami con gli alti vertici” delle strutture ospedaliere.

Il documento presenta “il ritratto cupo di un individuo che ha sfruttato il suo ruolo di volontario, di benefattore e di star nazionale per mascherare i suoi crimini contro bambini e adulti”, ha dichiarato al Guardian Julian Hartley, dirigente sanitario dell’ospedale di Leeds.

fonte: www.internazionale.it

ladri di biciclette




RESTAURO E FILM COMPLETO

lunedì 7 luglio 2014

Guido Rossi: conta solo il denaro, la democrazia è finita

Plutocrazia, tutto il potere all’élite dei più ricchi. Se ormai conta solo il denaro – ed è quello a decidere chi sale e chi scende, chi vince e chi perde – possiamo dire addio alla politica, alla giustizia e alla stessa democrazia dei diritti. La corruzione dilagante? E’ solo una naturale conseguenza, in un mondo degradato dallo strapotere del denaro, immense ricchezze nelle mani di pochi oligarchi. Ne è convinto Guido Rossi, economista italiano e storico “controllore” della Consob, l’agenzia di vigilanza borsistica. La corruzione dilagante, che ha ormai «permeato tutta la vita politica, economica e sociale del nostro paese», segnando l’evidente «declino dell’ordine e delle istituzioni politiche», è un vero e proprio «sintomo del regime economico, non solo italiano ma europeo, che ci condiziona dagli anni ‘80», da quando cioè i mercati sono diventati «il valore di riferimento», e il denaro «la misura di tutte le cose». Tutto è denaro, quindi ogni bene pubblico è privatizzabile. Con tanti saluti allo Stato di diritto.
C’è un sistema ideologico alla base delle politiche economiche, accusa Rossi in un editoriale sul “Sole 24 Ore” ripreso da “Micromega”: «Un erroneo Thomas Pikettyconcetto di libertà ha fatto sì che le scuole, gli ospedali e persino le prigioni possano essere privatizzate a scopo di lucro. E se così è, perché non dovrebbe essere, allo stesso scopo, privatizzato anche ogni ufficio pubblico?». Questo sistema, continua Rossi, ha creato due conseguenze parallele: «Le ineguaglianze, delle quali ha dato un’impareggiabile recente documentazione il tanto discusso libro di Thomas Piketty “Le capital au XXI siècle”», e naturalmente «la corruzione, sia nel settore pubblico sia in quello privato». Secondo la “London Review of Books”, che parla di “Disastro italiano”, l’Italia in Europa non è un caso anomalo, ma piuttosto una sorta di concentrato, visto che «la manipolazione da parte dei poteri esecutivi nei confronti dei legislativi e la generale involuzione e crisi delle classi politiche causano un silenzioso deficit di democrazia, alimentato da una quasi assoluta scarsità di mezzi di informazione indipendenti e con un aumento della corruzione».
Un panorama impressionante in tutti i paesi: dalla Germania di Helmut Kohl, indiscusso cancelliere per 16 anni, che ricevette due milioni di marchi tedeschi in fondi neri, «rifiutandosi di rivelare il nome dei donatori per timore che emergessero i favori che avevano ricevuto in cambio», alla Francia di un altro super-potente, il presidente Jacques Chirac, in sella per 12 anni, che a fine mandato (cessata l’immunità) fu accusato di abuso d’ufficio, peculato e conflitto di interessi. Clamoroso, ancora in Germania, il governo del socialdemocratico Gerhard Schröder, che garantì un prestito da un milione di euro a Gazprom per creare una pipeline nel Baltico, «poche settimane prima che lo stesso cancelliere, terminato il mandato, diventasse consulente di Gazprom a un compenso molto maggiore di quello fino a quel momento ricevuto per governare il paese». Dalla Grecia alla Spagna non si Blair e Schroedersalva nessuno. Spiccano, in Gran Bretagna, i favori elargiti alla Faith Foundation di Tony Blair, il rottamatore della sinistra inglese.
«Le diseguaglianze dovute all’abnorme concentrazione in poche mani della ricchezza e le varie forme di corruzione sono indissolubilmente legate», sottolinea Guido Rossi, e costituiscono «la conseguenza principale e più grave dell’intreccio ormai inevitabile fra politica ed economia». Non è un caso che questo intreccio, nelle ideologie contemporanee, diventi inestricabile, al punto che le stesse istituzioni politiche ancora formalmente democratiche «diventino a loro volta causa ed effetto delle diseguaglianze e della corruzione». Non ne sono immuni neppure gli Usa, dove si sta erodendo una Costituzione nata per «assicurare l’indipendenza del governo federale da chiunque non fosse il solo popolo», secondo le famose parole di James Madison. Nel suo libro-denuncia del 2011 sulla “Repubblica perduta” (“Republic, Lost: How Money Corrupts Congress – And a Plan to Stop It”), Lawrence Lessig spiega che la “gift economy” americana prevede uno scambio corruttivo fatto di «favori e rapporti», innescando un conflitto istituzionale che minaccia la democrazia americana, secondo il grande filosofo Ronald Dworkin. Nel 2010 e poi il 2 aprile 2014, infatti, la Corte Suprema ha riconosciuto il diritto costituzionale di «finanziare candidati e campagne elettorali senza limiti alle somme di denaro profuse».
Di conseguenza, secondo Lessig, il denaro «è diventato il problema della politica americana e la radice di ogni altro male, che avvelena la fiducia del cittadino nel governo e nella democrazia, divenuta una sorta di sciarada». Così, osserva Rossi, emerge «un virus distruttivo delle democrazie, che induce i tre poteri dello Stato a confrontarsi fra loro nel tentativo di combattere senza successo la corruzione pubblica, che anche quando viene individuata rimane senza sanzione», confermando l’intreccio tra politica e affari. «Né i grandi banchieri né i politici corrotti sono di norma puniti con la reclusione, perché entrambi sono, secondo l’espressione americana, “too big to jail” (troppo importanti per la galera)». E’ così che, lentamente, soccombe il potere che più di ogni altro dovrebbe combattere le disuguaglianze: la giustizia. La mondializzazione tende a privatizzare anche quella: «Le sanzioni contro la corruzione internazionale delle grandi multinazionali globalizzate sono comminate con il versamento di cospicue somme di danaro, attraverso accordi con organismi del potere esecutivo e delle agenzie indipendenti (Doj, Guido RossiSec), con una giustizia negoziata e privatizzata, secondo la perversa ideologia in voga».
In questo modo, «la repressione della corruzione delle grandi società viene definita al di fuori delle autorità giurisdizionali, attraverso una collaborazione interna e un’autodichiarazione di colpevolezza da parte delle società che, pur di evitare la giustizia penale, pericolosa sotto ogni aspetto, anche quello reputazionale, preferiscono dichiararsi colpevoli e collaborare utilizzando complessi sistemi di indagini interne». Si chiamano “accordi di giustizia”, e sono semplici trattative. Senza più una vera giustizia, la corruzione pubblica e privata incoraggiata dalla deregulation continua a dilagare, senza freni, assumendo forme «di apparente legalità, difficilmente sanzionabili». Così, per Rossi, «la lotta contro le disuguaglianze e le corruzioni, pubbliche e private, illegali o elusive, deve essere ormai considerata il principale obiettivo per far sopravvivere le società che le corrette idee del passato, prima della loro disgregazione, ci avevano consegnato attraverso la tutela dei diritti dei cittadini».

fonte: www.libreidee.org

l'ignobile "guerra" ai senzatetto



Forti con i deboli, deboli con i forti.

Garantire la sicurezza dei cittadini è un DOVERE di chi governa: ma i forti e continui tagli al compartimento sicurezza fatti dai governi che si sono susseguiti - ad iniziare dal governo Berlusconi, che della sicurezza faceva un cavallo di battaglia, e che per mano di Tremonti ha ridotto a più riprese i finanziamenti per le forze dell'ordine - vanno esattamente nella direzione opposta;

La crisi si è pesantemente acuita in questi anni, conducendo oltre la fatidica soglia della povertà MILIONI di persone: cosa che si è tradotta inevitabilmente in un aumento dell'incidenza di alcuni reati, e dall'altra nell'incremento del numero dei senzatetto. 

Lo stato abbandona a se stesso chi perde tutto: anzi, gli da una mano a sprofondare nel baratro. Dei senzatetto non importa niente a nessuno, tanto che ai poliziotti che ne massacrarono uno a suon di botte, il giudice concesse persino le attenuanti. I senzatetto non votano, non pagano le tasse, danno fastidio... eppure non è così difficile ritrovarsi in strada, di questi tempi. 

Se gli oltre 4 milioni di italiani che vivono in condizioni di profonda indigenza non avessero qualche parente pronto a sostenerli e aiutarli, molti di loro si ritroverebbero sotto un ponte; e infatti a qualcuno più sfortunato capita proprio questo. Le stazioni delle città non sono mai state così densamente popolate dai "barboni"; alla stazione Termini di Roma - così come sotto il ponte della tangenziale est in zona Tiburtina-Portonaccio - trovare un posto per dormire su un cartone è sempre più difficile. Quello dei senzatetto è un esercito sempre più numeroso, anche se "invisibile"

Coloro che non possono contare sul sostegno dei familiari, o di buoni amici nel "momento del bisogno", se perdono il lavoro e non riescono a trovarne un altro in breve tempo - cosa sempre più difficile, specie sopra i 40 anni - rischiano concretamente di ritrovarsi in strada. E una volta approdati sotto un ponte, pochi riescono a ricostruirsi una vita soddisfacente. Quasi nessuno assumerebbe a lavoro un senzatetto, oltre al fatto che la disperazione spesso li conduce nella via dell'alcolismo. 

In un paese serio dovrebbero esser previste misure a sostegno di queste persone, per prevenire il "punto di non ritorno"; sono migliaia ovunque gli stabili vuoti che potrebbero servire da dormitori: ma un letale mix di menefreghismo e burocrazia, lascia queste persone per strada.

Vicino alla stazione Tiburtina di Roma, a fianco del complesso di proprietà di RFI (Ferrovie) c'è un ampio stabile vuoto, abbandonato. Hanno murato saldamente porte e finestre per evitare intrusioni dei senzatetto. Per predisporre un dormitorio è necessario rispettare un "elenco telefonico" di prescrizioni, normative sulla sicurezza, etc. inoltre predisporre un servizio di vigilanza. Le caserme dismesse con la fine dell'obbligo di leva potevano esser convertite facilmente in dormitori, visto che già erano provviste di camerate. Ma hanno preferito lasciarle cadere a pezzi per farle svalutare e venderle alle lobby di Soros.

Ma nessuno ha mai fatto niente, e lasciano i senzatetto per strada... tanto a nessuno interessa di loro, perché se i cittadini non fossero così indifferenti, molto probabilmente qualcosa farebbero...

Anzi: a dirla tutta, i cittadini non sono indifferenti: nel senso che sono infastiditi dalla presenza di queste persone, e invocano la repressione: prontamente ascoltati, in questo caso, da politici di tutti i livelli, pronti a dare sfoggio alla "linea dura" per acquisire consensi elettorali.

 A Verona sono arrivati al punto che quei pochi cittadini che mossi da compassione danno del cibo ai senzatetto rischiano una sonora multa! Qualcosa di mostruoso, di schifoso, incivile, indegno e disumano. Oltretutto a dichiarare guerra a queste persone sono politici ben nutriti da stipendi/vitalizi/pensioni d'oro, privilegi degni di un maharaja, e che spesso come se non bastasse, rubano o intascano tangenti.  Numerosi comuni, sopratutto del nord, combattono i senzatetto a colpi di ordinanze. Questa "guerra" è iniziata alcuni anni fa, con le panchine provviste di un bracciolo per evitare che i senzatetto dormano su di esse; devono stare in terra sui cartoni, non sulle panchine. Chissà che gran fastidio davano i senzatetto che nottetempo, quando i parchi pubblici sono deserti, si sdraivano su di esse! a Trieste alcuni anni fa iniziò questa "guerra",   prontamente ripresa e rilanciata anche da molti altri comuni, non solo leghisti, ma anche del "buonista" Partito Democratico, che in questo modo riesce a erodere voti alla Lega Nord. 

Staff nocensura.com

fonte: www.nocensura.com