martedì 6 maggio 2014

Requiem di una repubblica incarognita



di Sergio Di Cori Modigliani

Questo signore, la cui immagine  vedete ritratta nella fotografia in bacheca, si chiama Gennaro De Simone, noto con il nome di Genny 'a carogna.
 I più informati sostengono che tale epiteto sia stato il frutto della sua invereconda immaginazione, nel senso che è stato proprio lui a certificare se stesso con questa sottolineatura da galantuomo di altri tempi. 
E' il capo degli ultras del Napoli.
Non è da meno Daniele De Santis, suo collega (in quanto tifoso ultra) nonchè oppositore, in quanto riconosciuta guida suprema  della truppa violenta della Roma. Sarebbe lui la persona che ha sparato a Ciro Esposito, un altro tifoso violento, oggi nel ruolo della vittima reale, dato che lotta in ospedale per salvare la pelle. Gli faccio tanti auguri.
I fatti sono noti ed è inutile ricordarli.
Così come è inutile stracciarsi le vesti, così come è inutile spendere ancora delle parole sulla latitanza vigliacca delle istituzioni, sia sportive che politiche, preposte all'ordine civile.
Il segreto di Pulcinella viene sbattuto in faccia al popolo italiano all'ora di cena.
E così, l'Italia, un mattino, anzi, una sera, si sveglia, e scopre di vivere in una nazione improntata alla diffusione della ferocia.
Perchè di questo, si tratta.
Da lungo tempo avevo individuato nell'antropologia italiana attuale, nel tessuto connettivo della nazione, una modificazione psichica collettiva di carattere regressivo che aveva portato alla genesi di un elemento nuovo per gli italiani: la ferocia.
Questi sono i risultati del genocidio culturale.
Questi sono i risultati dell'innamoramento per la visibilità che promuove l'apparenza mediatica al posto della sostanza.
Non è che la punta dell'iceberg di una violenza quotidiana, efferata e contundente, che ogni giorno si abbatte sulla cittadinanza, con la complicità dei professionisti della cupola mediatica.
Tutti sanno che i club italiani del calcio sono nelle mani dei violenti, degli emissari compiacenti amici di criminali ben organizzati, che gestiscono finanze allegre con bilanci truccati e fanno decidere alla truppa feroce i risultati delle partite, molto spesso truccate, perchè il vorticoso giro di scommesse -legali, tutte legali- su ogni partita, ogni risultato, ogni goal realizzato o incassato, è talmente gigantesco da stuzzicare gli appetiti dei soliti squali.
Questo è il risultato di uno Stato feroce che lucra sulle videoslot, diffondendo la pratica dell'azzardo, promuovendola nel rovinare le esistenze,  proponendola come alternativa all'agonismo sportivo: è un atto di ferocia esistenziale, aggravata dal fatto che lo stesso Stato rinuncia a riscuotere le tasse dovute perchè i centri della criminalità organizzata che si celano dietro, ben coperti dalla compiacenza di certi politici corrotti, hanno dato ordine alle aziende partitiche di soprassedere.

Questo è il risultato della diffusione giornaliera di menzogne che consente alle truppe della cupola mediatica la promozione di personaggi inquietanti, di delinquenti pregiudicati, che vengono offerti al pubblico senza mai ricordare la loro provenienza: questa è ferocia mediatica.

E' il risultato del tè con i pasticcini che il Presidente della Repubblica ha offerto a un condannato in via definitiva invitandolo al Quirinale per un incontro privato: questa è ferocia istituzionale.

Questo è il risultato della notizia degli 80 euro in busta paga spacciata come azione rivoluzionaria evolutiva che apre il mercato del lavoro: questa è ferocia sindacale.

Quando Lilly Gruber invita a 8 e 1/2 il capolista della circoscrizione sud di Forza Italia, già governatore della Puglia, Raffaele Fitto, condannato in primo grado a quattro anni per finanziamento illecito ai partiti, truffa in bilancio, appropriazione indebita, e truffa ai danni della Regione e dello Stato, e si dimentica di porre la domanda che un suo qualunque collega appena assunto in qualunque paese del resto d' Europa avrebbe posto, cioè: "Con quale coraggio, lei che è stato già condannato, si presenta ai suoi elettori?", in quel momento l'intelligente giornalista pecca di ferocia giornalistica.

La stessa ferocia professionale di Lucia Annunziata che regala 30 minuti a Silvio Berlusconi, senza sottolineare, secondo me sufficientemente, che sta intervistando la personalità politica che ha messo in ginocchio il paese, condannato in via definitiva, al quale la magistratura vieta il diritto di svolgere attività pubblica: questa è ferocia intellettuale.

Quando Nicola Porro, nella trasmissione Virus del 2 maggio 2014,  va a intervistare ad Arcore il condannato Berlusconi e gli consente di dire che "Grillo è come Hitler" senza che sia presente nessun esponente di M5s per replicare -come la Legge impone- quel giornalista compie un atto di ferocia professionale.

Quando Fabrizio Saccomanni, nella sua qualità di Ministro del Tesoro, sosteneva nel settembre del 2013 che "la crisi è finita, il paese è in netta ripresa e per il 2014 prevediamo un pil positivo intorno al +1,8%" quel signore, competente esperto in economia, ha compiuto un atto di ferocia governativa.

Quando Mediaset e De Benedetti, di nuovo associati sul mercato dei media (insieme controllano il 72% della stampa cartacea e l'88% delle radio e delle televisioni) scendono personalmente in campo sostenendo che i militanti, gli attivisti, i sostenitori e gli elettori del M5s sono dei "fascisti populisti" compiono un peccato di ferocia bancaria. 
Non sono editori, sono finanzieri. In questo modo non  rappresentano interessi mediatici ma coprono interessi delle banche che loro sostengono attraverso l'incrocio perverso e mortifero tra fondazioni e classe politica dirigente.

Quando l'attuale classe politica dirigente sostiene che l'Italia si è ripresa, rimanendo indifferente all'aumento del tasso di disoccupazione per il 54esimo mese di seguito, portando l'indice al massimo europeo mai registrato dal 1954, si compie un atto di ferocia etica.

Perchè questo è diventato un paese feroce.
E vogliamo stracciarci le vesti fingendo che sia una novità estrema il fatto che due gorilla si prendono a pistolettate tra di loro?
L'immagine di Genny 'a carogna è la variante folcloristica di ciò che accade altrove.
Ogni raccomandato che viene assunto, ogni clientela che viene mantenuta, ogni concorso che viene truccato, ogni bilancio che viene artefatto, ogni emendamento che viene nascosto, ogni menzogna che viene quotidianamente diffusa dai media nazionali, ebbene, queste sono pistolettate nel cuore della democrazia repubblicana dello Stato di Diritto.
Un regime feroce e implacabile come questo non può che produrre, nella sezione circensis, esplosioni di inusitata e inaudita ferocia umana.
L'Italia è diventato un paese primitivo.
Gli stadi di calcio da almeno dieci anni sono nelle mani di individui come Genny 'a carogna.
E' arrivato il momento di voltare pagina.
Di ritornare a essere civili.
Ci hanno tolto il pane pretendendo che ci nutrissimo soltanto di circensis.
Questo è il risultato.

fonte: sergiodicorimodiglianji.blogspot.it

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