lunedì 31 marzo 2014

Gran Sasso


GRAN SASSO D'ITALIA: INQUINAMENTO E PROVE DI GUERRA

GRAN SASSO D'ITALIA - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)



 di Gianni Lannes




Dopo 5 anni dal sisma "alleato" telecomandato dall'alto dei cieli, di cui in loco non si discute, L’Aquila, nonostante le promesse televisive del massone deviato Berlusconi, è una città fantasma, interi paesi sono stati distrutti (Onna, Paganica, ad esempio), l’area colpita a tutt’oggi è militarizzata, eppure, del laboratorio scientifico di fisica nucleare ubicato nel sottosuolo, a 1.400 metri di profondità, sotto il Gran Sasso, zona notoriamente martoriata dal sisma del 6 aprile 2009, non è trapelato nulla a livello ufficiale.  

Quanto materiale chimico e radioattivo era presente nel predetto laboratorio al momento del sisma distruttivo? Quali esperimenti erano in corso. In particolare: quali e quanti danni ha subito la struttura sotto terra? Se gli edifici hanno retto all’impatto del sisma perché non comunicarlo all’opinione pubblica?

Cosa è accaduto in realtà nelle viscere di questa montagna violata dall’uomo con pretesti “scientifici” che disseta il popolo abruzzese? Inoltre: perché si tengono esercitazioni militari sul Gran Sasso, un parco nazionale, ossia un'area "protetta", quando l'Esercito italiano ha già in uso ben 12 aree estese per quasi 20 mila ettari (Le Ripe, Monte Stabiata, Monte Crespiola, Monte Sirente, Monte Ruzza, Prata D'Ansidonia, La Pretara, Fiume Alento, Piazza d'Armi, Echo 351, Le Marane, Bafile)? E ancora: c'è una correlazione tra la vistosa riduzione del ghiacciaio e questi giochi di guerra?



 tratto dal settimanale D LA REPUBBLICA DELLE DONNE (22 maggio 2002)







tratto dal settimanale D LA REPUBBLICA DELLE DONNE (22 maggio 2002)



fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it

domenica 30 marzo 2014

l'industria del cancro

CANCRO: un oncologo vuota il sacco



Ormai su tutti i fronti è un outing continuo, tutti vogliono togliersi un gran peso dalla coscienza, dopo averlo sopportato in silenzio per decenni.
Eccoci al tema del cancro, riguardo al quale un medico senior, di chiara fama come il prof. Franco Berrino, spiega come stanno le cose nella sanità, confermando le peggiori ipotesi da tempo descritte sui media alternativi.
Beh, non ha usato propriamente queste parole il Professor Franco Berrino, già Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Ma che questa sia la realtà dei fatti, lo scoprirete alla fine dell’articolo.
Intervistato da Le iene, comincia in modo un po’… diciamo… sottotraccia!?:
“io sono molto d’accordo che bisogna pensare e usare il cibo in senso terapeutico… sa perché un tumore nasca e cresca bisogna trovare un terreno favorevole e con l’alimentazione possiamo modificare il nostro ambiente interno” e aggiunge “ci sono indizi importantissimi che con l’alimentazione si può aiutare la guarigione del tumore”.
E precisa, badate bene, che sono però solo indizi e non prove solide.
Certo che, si fossero dati la pena di verificare le decine di migliaia di casi degli ultimi cento anni di igienismo, questi indizi, come li chiama lui, sarebbero diventati non prove solide, ma macigni pesanti come montagne, che li schiaccerebbero tutti.
noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi… Mettiamola così: se noi ci ammaliamo aumenta il PIL… La sanità è la più grande industria nazionale… non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione 
La parte più interessante, quando comincia a parlare più chiaramente:
“Mediamente quello che diamo da mangiare ai nostri malati negli ospedali è il peggio del peggio.
Io ritengo che non gli faccia bene ma sa… io dico sempre che noi vogliamo bene ai nostri malati, vogliamo che tornino da noi
Mettiamola così: se noi ci ammaliamo aumenta il PIL, c’è crescita, diminuisce lo SPREAD.
La sanità è la più grande industria nazionale ricordava il professor Monti.
Non c’è direttamente… non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione… che parola si potrebbe usare per definirla?
Una gran commissione di ignoranza… e di stupidità… e di interessi”.
Fantastico! Una confessione in piena regola del vero scopo di questa falsa medicina.
Allora vi dico che, in base all’assurto…
“se non conosci, sei un ignorante, se conosci e sostieni che non è vero, sei un delinquente”
… il giudizio di cosa siano questi servi di Mammona, che lasciano morire tra le braccia dell’infame triade chemio-radio-chirurgia milioni di persone innocenti, datelo voi, io potrei usare dei termini troppo forti.

fonte: accademiadellaliberta.blogspot.it

venerdì 28 marzo 2014

puzze



ho bisogno di capire al più presto cosa sia l'euro zona, quella roba enigmatica creata da figli di donna buona. Nel contempo, permettete una parola, è in atto (scusate l'ardire) la diatriba frequente di rapper dall'alito puzzolente, argomento che getterei volentieri nel torrente. A colpi di dissing, emergono particolari personali sbattuti come polipi sulle rocce. Vissuti intessuti del passato, minati da presunti squilibrati, condensati in pochi minuti. Chi mi dice che siano d'accordo a priori, giusto per pubblicizzare il CD pronto!?... Del resto non è la prima volta, non sarà l'ultima, l'affronto. Qualunque confronto ha un tornaconto. Questi poeti metropolitani hanno un comune denominatore, approcci obbligati con le droghe, futuro monito nelle scuole, un diploma conseguito all'istituto professionale, un lavoro iniziale, una fidanzata occasionale, il talento potenziale, l'occasione speciale... Vita normale. Che io sappia, non è giunta voce di uno che abbia spalato malta e sabbia, non ci sarebbe nulla di male, anzi, ne guadagnerebbe la faccia. Ma tant'è che quasi tutti rincorrono la calamità della celebrità, una scoreggia vanitosa dinanzi al ventilatore, talmente veloce da non sentirne l'odore. Ora che hanno acquisito due lire, duettano insieme, s'insultano a vicenda e poi vanno a mangiare.

giovedì 27 marzo 2014

femministe italiane


              La nascita del movimento femminista in Italia
Scrivere oggi di femminismo significa coniugare storia e memoria; due dimensioni per altro strettamente intrecciate fra loro. La storia delle donne è infatti, prioritariamente, memoria di sé, riparata dalla marginalità in cui la colloca la storiografia ufficiale; è quindi indispensabile che essa si collochi in spazi di visibilità e accessibilità per tutti.
Va poi sottolineato che la pratica femminista ha impresso in profondità caratteri e soggettività di biografie di una generazione di donne.
Stiamo parlando delle protagoniste del movimento femminista in Italia che si è manifestato alla fine degli anni Sessanta e diffuso, con diverse modalità, nel decennio successivo.
Il movimento delle donne si è definito neo femminista nel ribadire il legame ideale con il primo femminismo di fine Ottocento, ma ovviamente, forte è stata la frattura fra il suffragismo, il riformismo dei movimenti femminili del secondo dopoguerra ed il femminismo degli anni Settanta.
Ragionare sulle appartenenze che hanno segnato l'inizio e la formazione dell'identità del femminismo italiano vuol dire riconoscere alcune radici nel radicalismo americano degli anni Sessanta e nel femminismo anglosassone e vederne le tracce e le contaminazioni. Il riferimento è alle note iniziative promosse dal Movimento per la pace e dal Movimento per i diritti civili che hanno avuto come luogo principale le Università, a partire da Berkeley in California dal 1964. Dal movement americano viene una  pratica che consiste in un nuovo modo di fare politica, fondato sulla partecipazione al gruppo, scaturita da un'esigenza comune che si condivide e con obiettivi immediati. Una modalità che non prevede gerarchie poiché la reale partecipazione presuppone la responsabilità individuale nelle  decisioni collettive.
Inoltre questa modalità di fare politica promuove gruppi che si uniscono per condizioni affini, in genere disagio, contraddizioni, conflitti e per azioni che da queste si sviluppano.
Secondo elemento del radicalismo americano da considerare è la valorizzazione di ciò che causa la discriminazione: essere nero o essere donna è un dato permanente, non contingente; costitutivo della propria identità. Si è neri o donne, da sempre e per tutta la vita. La pratica dell'autocoscienza e il separatismo ne sono gli esiti politici. 

Altro dato forte è quello di mettere al centro la persona che viene prima di obiettivi organizzativi, politici, economici; il femminismo italiano lo mutuerà nella pratica del partire da sé e nella rivendicazione che il personale è politico.
In altri termini si può affermare che, più in generale, nei paesi occidentali di tipo capitalistico nuove identità sociali diventano visibili, da sommerse o escluse che erano e tendono a trasformarsi in soggetti politici, in grado di negoziare un nuovo rapporto con la società intera.
Queste istanze si correlano ad eventi politici degli anni Sessanta come la guerra nel Vietnam, la rivoluzione cubana ad opera di Fidel Castro, l'azione guerrigliera di Che Guevara, vissuti ed agiti con grande passione soprattutto dai giovani come momenti di lotta contro chi prevarica.
Le donne, in questi stessi anni, cominciano a prendere coscienza di essere subordinate in una società a dominanza maschile e di vivere una notevole contraddizione fra l'immagine esaltata da pubblicità, mass media che le rappresentano come mogli e madri felici - loro ruolo naturale - e la realtà in cui sono escluse dall'esercizio del potere e da condizioni egualitarie.
Juliet Mitchell, protofemminista inglese in un testo di grande diffusione in Italia scriveva che in tutte le società dove sono sorti i movimenti di liberazione delle donne si riscontrano analoghe discriminazioni contro di loro. La somiglianza tra le varie posizioni femminili è importante per lo sviluppo del movimento in questi paesi e spesso anzi ne costituisce il presupposto. Si tratta sempre infatti di paesi industrializzati, giacché nelle zone rurali e agricole il Movimento di liberazione non si è sviluppato. In Italia, ad esempio, è presente soprattutto nelle città del Nord...
Come accennato, sono state le americane a percepire per prime la matrice sessista dell'essere oppresse in quanto donne, vale a dire una prima coscienza di essere e sentirsi subordinate ed una successiva di specifica oppressione.
In una prima fase nel movimento dei diritti civili, degli studenti sembra prevalere un'idea di parità, di eguaglianza; ne rappresentano una spia quegli elementi che tradizionalmente sono attribuiti alle donne, come l'importanza dei sentimenti nelle relazioni e la fantasia, esaltati nello stile di vita degli hippies. Poco dopo negli Stati Uniti, ma anche in Italia, il fare politica delle donne si connota di caratteristiche proprie, vi è la consapevolezza di essere escluse dal potere anche nella militanza di sinistra. Si scopre che si è oggetto di discriminazione pure da parte dei compagni di lotta e il nuovo femminismo centra l'analisi sulla contrapposizione fra i sessi ed arriva all'elaborazione del pensiero della differenza di genere.
In Italia tuttavia il femminismo si caratterizzerà, almeno in una sua prima fase, nella pratica della doppia militanza: nel partito politico e nel gruppo e/o nel movimento femminista.
Ancor prima di fare queste scelte va precisato che aree comuni fra il movimento degli studenti ed il femminismo furono la volontà di mettere in discussione tutto, il prendere la parola, l'urgenza del cambiamento.
Dopo il maggio parigino del 1968, quando sembrava che la rivoluzione fosse imminente, in Italia gli studenti si muovono per costituire nuove alleanze politiche con gli operai e danno forma a inediti gruppi politici di estrema sinistra. Fra il 1968 e il 1969 nascono Lotta continua, Avanguardia operaia, Potere operaio.
In questa trasformazione furono presenti anche molte ragazze con la convinzione che l'obiettivo comune fosse abbattere il capitalismo e la liberazione delle donne e dei proletari fossero convergenti.
In un secondo momento le giovani donne si resero tuttavia conto di essere marginali nel movimento, con ruoli subalterni e soggette ai compagni maschi. Un'espressione riassume bene questa presa di coscienza: da angeli del focolare ad angeli del ciclostile.
Tale consapevolezza ha aperto la strada del separatismo e dell'affermazione della specificità a seguito della interpretazione di genere della società e del rapporto uomo-donna; la lotta di classe non ingloba anche la lotta fra i sessi.
Molti gruppi femministi nascono quindi dalle nuove formazioni politiche e dal movimento studentesco ma troviamo anche fin dal 1966 l'origine di alcune aggregazioni autonome come il Demau (Demistificazione dell'autoritarismo patriarcale) e Rivolta femminile.
Come si è detto inoltre, determinante fu la diffusione, lettura e discussione di alcuni testi delle femministe americane e anglosassoni.
Ci riferiamo in particolare a: La mistica della femminilità di Betty Friedan, La condizione della donna di Juliet Mitchell, Sesso contro sesso o classe contro classe? di Evelyn Reed, La politica del sesso di Kate Millet, La dialettica dei sessi di Shulamith Firestone, L'eunuco femmina di Germane Greer, ed anche Il secondo sesso di Simone de Beauvoir (pubblicato però nel 1949).
Siamo nei primi anni Settanta ed in forte affinità con le analisi sostenute dai testi citati si pubblicano : il Manifesto di Rivolta femminile e Sputiamo su Hegel. La donna clitoridea e la donna vaginale di Carla Lonzi.
E qui si apre il percorso che seguirà il movimento femminista italiano negli anni Settanta.

 fonte: www.spinozziattilio.altervista.org

martedì 25 marzo 2014

lo scambio di coppia e l'amore per il corpo



Ciao a tutti amici, finalmente torno con un altro post, oggi voglio trattare un argomento un pò particolare, proprio ieri è nato lo spunto per questo articolo da una bella conversazione davanti ad un bicchiere di buon vino rosso, nel mio salotto con una coppia amica.
Eravamo li seduti in salotto dopo cena, quando la conversazione è caduta proprio sul mio blog e ovviamente neanche a dirlo sullo scambio di coppia.
Loro non sono degli scambisti e la sola idea dello scambio di coppia li faceva arrossire e dipingere sul loro volto i segni del terrore ahahahah, mi viene sempre da ridere quando vedo queste reazioni eccessive, ad ogni modo mi ha molto colpito una frase: “Non riesco proprio a concepire come si possa usare il proprio corpo cosi”. La frase detta con un tono in realtà molto rispettoso e profondo mi ha molto colpita, perchè non ho trovato che ci fosse sotto nessun giudizio, ma che la cosa fosse veramente spontanea, un senso di pudore e amore per il proprio corpo. Così ho sentito di approfondire il discorso e ho chiesto che cosa volesse intendere profondamente con la sua frase, e la mia amica mi ha fatto notare che per lei fare l’amore è unire il proprio corpo in un contatto che nasce da una profonda conoscenza dell’altra persona e da un desiderio di unione che non è fisico ma spirituale come ha lei stessa detto. Forse per la prima volta nella mia vita non ho sentito di controbattere, perchè anche io la penso cosi, magari la cosa può stupire ma in effetti io credo che aprire il proprio corpo ad un’altra persona richieda un gesto di amore e che questa sia la cosa più bella, perchè non è solo amore per qualcuno ma amore per se stessi, rispetto del proprio corpo e della propria intimità.
Detto questo sono contentissima di aver riportato questa riflessione, resta il fatto che io credo questa sia una parte di un’esperienza più ampia, trovo che fare scambio di coppia o sesso in generale, sia un momento di gioco e di erotismo che nasca anche da uno sguardo di eccitazione, e che in quel momento si entra in contatto con altre persone attraverso il gioco della seduzione, non posso chiamarlo amore nè paragonarlo, trovo sia qualcosa di diverso, è un intrigo, un momento in cui si gioca ad interpretare un personaggio, una figura sensuale, io mi sento una portatrice di emozioni e piacere, una donna capace di intrigare, di far godere mentalmente prima ancora che fisicamente un uomo o una donna.
Trovo che questo non tolga niente al rispetto del proprio corpo e all’amore che si possa avere per se stessi, ovviamente fino al punto dove tutto questo non entra in conflitto con i propri reali desideri e che lo si viva sempre con passione e curiosità.
Spero di avervi lasciato un nuovo spunto di riflessione.
Baci Marika
fonte: blogscambisti.altervista.org

cosa scrisse Jacopo Fo riguardo l'AIDS nel 2006

La grande truffa dell’Aids sta per scoppiare?


Quel che ho deciso di raccontarvi è scandaloso e incredibile. Ma dopo 25 anni la storia sta dando ragione a chi ha dubitato delle verità ufficiali. Vi ricordate il manifesto della Benetton che visualizzava con tante faccine l’espandersi per via sessuale dell’Aids? Vi ricordate gli spot televisivi con le persone contagiate rappresentate con l’alone blu che si diffondeva dall’uno all’altro? Ci dicevano molto chiaramente che se gli umani non avessero usato il preservativo si sarebbero ammalati. Il tutto era condito con grafici che mostravano le previsioni catastrofiche dell’espandersi del contagio. La chiamavano la Peste del 2000. Ora è un fatto che i costumi sessuali non siano cambiati di molto e il consumo di preservativi sia aumentato in modo minimo. E, ci dicevano, che se non fossero cambiati radicalmente i costumi sessuali sarebbe stata una catastrofe. Ma tutte le previsioni sull’espandersi del contagio sono state negate dai fatti. Se quelle previsioni fossero state esatte oggi dovremmo avere nel mondo parecchie centinaia di milioni di malati. Invece ce ne sono meno di 40 milioni. Come è potuto succedere? Perché i contagiati sono così (relativamente) pochi? Se poi andiamo a vedere i dati ufficiali sull’epidemia scopriamo qualche cosa di pazzesco: la maggioranza dei contagiati sono in Africa, NON hanno mai fatto il test per l’Hiv. La loro sieropositività e il loro essere ammalati di Aids è ricavata in modo induttivo, è una stima teorica NON una realtà dimostrata su test reali. Quando ad esempio la Francia mandò in Africa una missione, con l’incarico di sottoporre al test dell’Hiv (il retrovirus che diffonde il morbo) il numero dei sieropositivi si dimostrò irrisorio (vedi i documenti ufficiali pubblicati su “AIDS la grande truffa”, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM,). Ma come è possibile? Un’ipotesi ci sarebbe… Di fronte ai primi casi di Aids, il governo Usa finanziò una ricerca sul morbo e si decise che uno dei tre scienziati incaricati di dirigere il lavoro dovesse essere Duesberg che era un’autorità indiscussa nel settore dei retrovirus. Duesberg dopo lunghe ricerche si trovò ad andare contro la tesi (che divenne subito ufficiale) della diffusione retrovirale dell’Aids. Attenzione: Duesberg non negava l’esistenza dell’Aids. Sosteneva però che non fosse dovuta a un contagio portato dal retrovirus Hiv ma che l’Aids fosse, come dice la parola, una Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. Duesberg negò che vi fosse un retrovirus all’origine di questa malattia e sostenne invece che le cause erano un collasso del sistema immunitario dovuto a denutrizione e sporcizia in Africa e droga, costumi sessuali abnormi (con decine di amanti alla settimana), trasfusioni di sangue, consumo di droghe (in particolare cocaina, eroina in vena e popper) nei paesi industrializzati. L’idea era che il sistema immunitario sottoposto a superlavoro potesse collassare e essere incapace di far fronte alle infezioni. Quindi si moriva veramente di Aids ma la causa non era un retrovirus ma un crollo delle capacità di difesa dell’organismo. Duesberg, come tutti i ricercatori che sposarono la sua tesi, fu estromesso da qualunque programma di ricerca e le sue tesi furono censurate nonostante fossero più di 400 gli scienziati firmatari di un documento che contestava la teoria dell’Hiv-retrovirus-contagio per via sessuale (o attraverso il sangue). Comincia così una storia incredibile che abbiamo via via raccontato in questi dieci anni anche su Cacao. I punti essenziali che ci fanno sospettare che la storia del retrovirus sia una bufala sono: 1) Nei casi nei quali si è realmente analizzato il comportamento dei malati di Aids (come negli Usa) si è scoperto che appartenevano alla categoria di persone che avevano comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza che fosse necessario l’intervento del retrovirus Hiv: tossicomani (cocaina, eroina e popper), iper promiscui (decine di diversi amanti a settimana. Anche contemporaneamente con rapporti prevalentemente anali e contatto tra lacerazioni e feci), politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia più nera (sottoalimentazione e mancanza totale di igiene). Agli inizi degli anni ‘90, Luca Rossi andò in Usa per conto di Panorama e visitò il centro di statistica governativo scoprendo tre cose molto interessanti. --Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore…). -- I dati pubblicati sui giornali erano falsi. -- In particolare saltava all’occhio che i malati che non appartenevano a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di mille a distanza di quasi 15 anni dall’inizio dell’epidemia. Un numero irrisorio spiegabile con il fatto che anche una esposizione intensa ad agenti inquinanti può provocare un crollo del sistema immunitario. Ma soprattutto un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell’Aids in persone che avevano una vita sessuale promiscua ma non parossistica. Questa inchiesta di Luca Rossi non fu mai pubblicata da Panorama e Luca non trovò più lavoro come giornalista (tra l’altro era l’autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute, questo per dire che era un valente giornalista). Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore (la sua inchiesta l’ha pubblicata in un libro: “Sex virus”, Feltrinelli). 2) Esistono persone che si sono ammalate di Aids senza essere sieropositive. 3) Esistono persone sieropositive che dopo 20 anni non hanno sviluppato ancora l’Aids né risentono di sintomi ad essa collegabili. E poi, come si è detto, è un fatto che da 25 anni il diffondersi dell’Aids sia decisamente al di sotto di tutte le previsioni realizzate degli scienziati sulla base dell’assunto che l’Aids si diffondesse per via sessuale. Ma dopo tanti anni scopriamo anche che l’idea stessa della capacità dell’Hiv di diffondersi sessualmente è sballata. Infatti anche questo retrovirus pare abbia la capacità di essere rilevato solo in gruppi particolarmente a rischio. E questo in realtà potrebbe anche essere un elemento a favore del nocciolo della teoria dell’Hiv. Infatti l’unica spiegazione possibile della scarsa diffusione dell’Hiv in questi 28 anni dii “epidemia” sarebbe ammettere che l’analisi sulla reale infettività dell’Hiv siano completamente errate (almeno quelle). Invece autocritiche non se ne sentono. E a nulla servono le ricerche basati su test reali che ci fanno scoprire, ad esempio, che le prostitute di alcune città africane sottoposte al test dell’Hiv sono risultate sieronegative in più del 90% dei casi nonostante non facciano uso di preservativi. Così come apparre inspiegabile la bassissima diffusione dell’Hiv e dell’Aids nelle comunità lesbiche. C’è infine da aggiungere che incredibilmente (qui è tutto incredibile) neanche su che cosa sia un sieropositivo si è riusciti a mettersi d’accordo. Dopo 20 anni i test sulla sieropositività sono ancora molto discussi dagli stessi medici che sostengono la teoria ufficiale. In 25 anni i principali stati occidentali non sono neanche riusciti a mettersi d’accordo sugli indicatori di sieropositività: cioè puoi essere sano in Francia e sieropositivo in Italia. Inoltre il test in molti stati va ripetuto numerose volte perché la percentuale di falsi positivi è altissima. Dulcis in fundo Duesberg sostiene che una delle cause di morte per Aids sarebbe l’utilizzo di un farmaco carissimo e messo fuori legge negli anni ’60 perché micidiale: l’Azt 20. E in effetti ormai da tempo questo farmaco non viene utilizzato dalla comunità gay Usa nella quale si sono diffuse cure che si concentrano sull’appoggio al sistema immunitario piuttosto che nello sterminio dei retrovirus. E c’è infine da dire che l’esistenza stessa dell’Hiv non è una realtà conclamata: nessuno l’ha mai “fotografato”. La sua esistenza è stata provata per via induttiva, indirettamente. In questa storia dell’Aids c’è un altro capitolo misterioso. Da anni è in corso una campagna durissima e infamante contro il governo del Sud Africa e il suo presidente Mbeki colpevoli di credere alla teoria di Duesberg e di rifiutare l’uso dell’Azt e delle terapie retrovirali e di impegnarsi invece sul fronte della lotta alla fame, alla sporcizia e all’inquinamento (che è gravissimo anche in alcune zone del Sud Africa). Questa campagna è culminata con una causa per strage contro il governo del Sud Africa sostenuta da grandissimi avvocati e dai soldi delle case farmaceutiche. La censura contro le tesi di Mbeki è stata tale che la stampa censurò il discorso di Nelson Mandela al convegno mondiale sull’Aids di Joannesburg. I giornali scrissero che Mandela aveva criticato Mbeki mentre era vero esattamente il contrario. L’intervento di Mandela, non era neppure disponibile negli atti del convegno pubblicati su internet. Archivio articoli sull’Aids. Insomma quello che sappiamo di sicuro è che c’è una verità ufficiale monolitica che traballa sotto la spinta dei decenni. C’è una teoria alternativa sostenuta da centinaia di ricercatori. C’è una censura feroce contro chiunque abbia osato criticare la verità ufficiale (e noi ne sappiamo qualche cosa). C’è un giro d’affari mostruoso. Per chi vuole saperne di più ecco due articoli. Il primo venne pubblicato quasi dieci anni fa. A tutt’oggi quelle contestazioni restano valide e senza risposta. E già questo è un aspetto incredibile.

L'AIDS E' DAVVERO LA PESTE DEL DUEMILA?

Il1981 e il 1982 furono gli anni della mia vita durante i quali scopai di più. La sifilide e lo scolo non facevano più paura a nessuno e ce la si spassava spensieratamente. "Era scoppiata la febbre del sabato sera ma anche negli altri giorni la temperatura restava elevata. Se continuava così il sesso avrebbe travolto la società civile: orge bestiali, preti nudi alla televisione, cani che si accoppiano con gatti"... Invece arrivò il flagello di Dio, l'Aids e i bigotti ringraziarono il signore che aveva così punito tossicomani e sodomiti. "E già nel 1985 non si faceva più l'amore spensierati come prima. E poi i giornali iniziarono a ululare che anche milioni di emofiliaci e di politrasfusi erano a rischio per via delle trasfusioni con sangue infetto ed era a rischio chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con chi aveva fatto l'amore con i politrasfusi, i tossicomani e gli omosessuali. Nel 1987 prima di far l'amore con una fanciulla stavi mezz'ora a guardarle la pelle e la lucentezza degli occhi per capire se era sana come un pesce o infettiva come una bomba battereologica ambulante. Ora sono passati almeno 15 anni dall'esplosione dell'epidemia, 40 anni dai primi casi ufficiali di Aids e, diciamo onestamente, il preservativo non l'abbiamo usato mica tanto... che far l'amore col preservativo è come fare il bagno con lo scafandro. Allora, se escludiamo un 30% della popolazione che non scopa mai o che è fedele in modo schifoso e sta con persone altrettanto assolutamente fedeli, tutti gli altri, cioè noi debosciati, dovremmo avere un "Aidiesse" grossa come un topo di fogna che ci scorrazza nei linfociti e ci frulla il sistema immunitario. Invece, vivaddio, sto benissimo. Ho fatto anche il test dell'Aids e risulto pulito come un chierichetto. Fin dal1985 c'erano alcuni ricercatori che si erano accorti che qualche cosa non andava.Uscì un lungo articolo sul settimanale "Epoca" che raccontava questi dubbi. Questo virus dell'Aids pareva un tipo strano, c'era gente che era sieropositiva e non si ammalava e c'era gente che si ammalava ed era sieronegativa, ogni anno si facevano previsioni catastrofiche sul numero dei sieropositivi dell'anno successivo. E ogni anno le previsioni erano esagerate e comunque i giornali titolavano: "Si prevedono enormi sviluppi dell'epidemia per l'anno prossimo". Nel 1993 uno dei tre ricercatori americani ai quali il governo aveva affidato la direzione delle ricerche (Peter Duesberg, il grande retrovirologo scopritore del virus che provoca una rara forma di tumore al collo dell'utero) se ne saltò fuori dicendo pressappoco così: Cari ragazzi, l'Aids non è provocata dal virus dell'Hiv ma dalle droghe, dalla scarsa igiene e dalla denutrizione. Il sesso c'entra solo perché chi ha un numero esorbitante di amanti, (tipo 50-100 all'anno) sottopone il suo sistema immunitario a un super lavoro che lo rende incapace di difendersi da tutte le infezioni. Cioè l'Aids non è una malattia unica, provocata da un'unica causa (il virus Hiv) ma una sindrome, cioè un insieme di infezioni e degenerazioni che colpiscono persone già gravemente debilitate. La cosa tragica è che state curando questi malati con l'Azt che è una roba che è stata ritirata dal commercio negli anni '60 perché ammazzava i malati di tumore. é chiaro che se la date a persone giù di corda poi muoiono, ma non li uccide il virus dell'Hiv, li accoppate voi."
Questo articolo uscì sul supplemento salute del "Corriere della Sera" e provocò una serie di reazioni isteriche da parte della classe medica italiana nonostante fosse accompagnato da un documento firmato da parecchi premi Nobel e grandi capoccioni nel quale si diceva grossomodo: non vi sembra che sull'Aids state sparando un sacco di stronzate? Non sarebbe il caso di rifletterci un po' sopra? L'unico risultato tangibile fu che il giornalista di "Salute" che si era occupato di far uscire l'articolo fu mandato a occuparsi di giardinaggio in Groenlandia. All'illuminato direttore di un noto settimanale però venne un dubbio. Così diedero un po' di soldi a Luca Rossi, giornalista e scrittore (suo il libro su Falcone e Borsellino, "Disarmati: Falcone, Cassarà e gli altri", Ed. Mondadori) e lo spedirono in America a fare una grande inchiesta. Incontrai Luca Rossi l'anno scorso e me ne raccontò di tutti i colori. Era andato al centro statistico per le malattie infettive Usa e lo avevano accolto con stupore. Era il primo giornalista al mondo che si presentasse da loro per avere notizie di prima mano sull'andamento dell'epidemia (volendo controllare tutto fin dall'inizio). Tutti i giornali parlavano del fatto che ormai il virus Hiv portava l'Aids nelle cellule di tutti, non solo dei tossicomani, dei gay e dei politrasfusi... erano milioni gli eterosessuali non a rischio e di buona costituzione ammalati. 'Questi qui del centro di statistica delle malattie infettive sono tipi precisi. E si erano accorti che i dati erano un casino. Cioè se ti beccano che hai l'Aids non è che subito ti va di ammettere che sei un omosessuale, drogato, assatanato per il sesso, che non ti lavi e mangi solo merda. Così iniziarono a indagare sulla vita dei sieropositivi. Gli americani sono dei duri e hanno gente come l'ispettore Callaghan e Charles Bronson che sanno come far parlare la gente. In Italia uno ti dice che ha preso l'Aids perché una volta soltanto in vita sua è andato con una prostituta... e tu ci credi... ma lascialo nelle mani di Swarzenegger un paio d'ore e vedrai che confesserà che ha avuto 30 partner sessuali in otto giorni e si è sniffato tutto il popper e la coca e i sali da bagno del mondo. Così questi professori di statistica dissero a Luca Rossi che fra tutti i casi di Aids registrati negli Stati Uniti dall'inizio dell'epidemia ce ne sono meno di 600 che riguardano sicuramente persone con uno stile di vita normale. Gli dissero anche la recente esplosione di casi di Aids tra le donne era una questione politica e non statistica. Il movimento delle lesbiche americane si era imbufalito perché loro non apparivano mai nelle statistiche dei malati mentre era pieno di omosessuali maschi. Quelli dell'ufficio statistiche avevano cercato di spiegare che non era colpa loro se i maschi erano più birichini e la sodomia è una pratica più infettiva. Ma le donne gay non vollero sentir ragioni e dissero che erano solo dei fascisti fallocrati. Si sa che uno che si occupa di statistica è un bonaccione anche se è cugino di Rambo. Così questi smidollati, messi alle strette dalla Casa Bianca decisero di risolvere il problema iscrivendo d'autorità il tumore alla cervice dell'utero nel mix di malattie che costituiscono la sindrome dell'Aids (nel 1981 erano 3 malattie, oggi sono 30). In questo modo nel 1993 aumentò mostruosamente il numero delle donne ammalate di Aids. Non so se mi hai capito, è un trucco geniale! Poniamo che su 10.000 donne sane 5 abbiano statisticamente questo tipo di tumore. Ora se prendo 10.000 sieropositive anche tra queste solo 5 donne hanno, come logico, lo stesso tumore. Ma io (figlio di puttana statistico e cagasotto) sostengo che le 5 sieropositive non hanno quel tumore perché è statisticamente logico che lo abbiano per altre ragioni, ma dico che per loro, e solo per loro, è colpa dell'Aids (non ho nulla contro le donne gay, ma, evidentemente tra le cape del movimento lesbico americano ci sono, come altrove, persone fanatiche e idiote). Finalmente anche le lesbiche poterono avere la loro casella statistica. Così morirono felici di avere anche loro l'Aids.
Luca Rossi raccolse queste informazioni, insieme a molte altre e consegnò un bell'articolo che non venne mai pubblicato (a gennaio dovrebbe essere uscito un suo libro con la Feltrinelli).
Ora sono passati un paio d'anni e sui giornali non si è visto più niente che mettesse in dubbio il rapporto tra Hiv, Aids e l'uso del micidiale Azt. Vi risparmio una tirata sui ricercatori che sono costretti a esagerare il pericolo dell'Aids per avere i finanziamenti, le ditte farmaceutiche assetate di denaro, i giornalisti sempre a caccia di notizie agghiaccianti che facciano audience e il complotto delle lobby cattoliche sessuofobiche. Però c'è una cosa che mi brucia. Perché invece di buttarsi a pubblicizzare i preservativi così poco piacevoli, non si è fatta una campagna di pubblicità per incoraggiare la gente a masturbarsi reciprocamente? Farlo con le mani è bello, trasgressivo, piacevole e non ti puoi prendere nessuna malattia. Basta che te le lavi. Invece niente. Tutti giù a sbraitare di non farlo o di gommarsi. Soltanto il governo olandese ha speso qualche soldo per incoraggiare i rapporti occasionali fatti a mano. Comunque so già come finirà, così come sono caduti l'Impero Romano, il Muro di Berlino, Craxi, Andreotti e Berlusconi, alla fine crollerà anche tutta questa storia dell'Aids.
E allora, dopo tanti anni di paure e rinunce, chi ci fermerà più? Entro un paio d'anni si scoprirà la verità, vedrete... torneremo a fare sesso come frullatori.

LA TRUFFA DELL’AIDS 


Il virus della immunodeficienza umana HIV non è stato mai isolato e fotografato. Esiste una sentenza di un tribunale tedesco del 15.01.2001 sulla inesistenza del virus HIV. La traduzione del testo della sentenza dal tedesco si trova sul sito internet: http://www.medicinenaturali.net/
Non esiste un documento scientifico ufficiale che provi che il cosiddetto HIV, ammesso che esista, provochi l’Aids. Il premio Nobel, Kary Mullis, scopritore del PCR (Polymerase Chain Reaction) usato impropriamente, a detta dello scopritore, per la misurazione della carica virale dell’ HIV, lo ha cercato invano; ma neanche Montagnier e Gallo sono stati in grado di fornirglielo. (leggi il libro: Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593).
I test dell’Aids non sono attendibili perché, oltre a non essere precisi, esistono più di sessanta fattori che possono dare dei falsi positivi.
I farmaci usati per l’Aids oltre a distruggere a medio e lungo termine la salute di chi li assume, costano al contribuente italiano diciotto milioni l’anno per ogni paziente.
Il basso livello di linfociti CD4 e una alta viremia non sono predittivi di Aids. Ci sono persone con valori normali che stanno male e persone con valori anormali che però stanno bene.
Le persone che hanno un sistema immunitario indebolito devono eliminare tutti i fattori di stress ossidativo per l’organismo (fattori chimici, fisici, biologici, nutrizionali e mentali), fare delle cure a base di antiossidanti, fare una vita sana con una buona alimentazione e farsi seguire da un medico che abbia un visione solistica dell¹uomo. Vedi a questo proposito gli articoli in inglese e spagnolo del Dott. Roberto Giraldo su internet: http://www.robertogiraldo.com/
L’aids è una malattia politica che è servita a creare un sistema di potere ed è il risultato di un accordo internazionale tra Stati Uniti e Francia. Vedi a questo proposito il sito internet: http://space.tin.it/scienza/avufi/index.html e il libro: Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441. L’aids in Africa non è diagnosticata con il test dell’HIV ma in base a sintomi clinici. Ma la causa dell’Aids in Africa è la crescente povertà. La malnutrizione, l’inquinamento dell’acqua, la mancanza di igiene, le malattie endemiche.
In Europa e in America l’Aids riguarda categorie di persone che hanno comportamenti a rischio per la salute, in particolare l’uso di droghe e stili di vita non compatibili con una buona salute. Altre cause sono il crescente inquinamento dell’ambiente e l’abuso di farmaci.
Altri articoli pubblicati da Cacao: Archivio articoli sull’Aids. La ricerca più recente sul tema è pubblicata all’interno del libro “Tutto quello che sai è falso” (Entrambi i volumi) edizioni Nuovi Mondi Media
Riferimenti bibliografici (i numeri telefonici sono di 4 anni fa) e siti internet: AIDS la grande truffa, Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM, tel. 06 85301832
L'immensa balla dell'AIDS, Robert Lombardi, 1998, Macro Edizioni, tel. 0541 344820
AIDS il virus inventato, Peter Duesberg, 1998, Baldini & Castoldi, Milano, tel. 800-242593
World without AIDS, Steven Ranson & Philip Day, 2000, Credence Publications, England
HIV e AIDS: fine degli opposti estremismi, Elio Rossi, 1998, Lombardo Editore, tel. 06 44290974
Le carte dell’AIDS, Francesco Romano e Elizabeth Vogel, 1989, Cesco Ciapanna Editore, tel. 06 87183441
La mafia della Sanità, Guylaine Lanctot, 1997, Macro Edizioni, tel. 0541 344820
La medicina sottosopra. E se Hamer avesse ragione?, 1999, Edizioni AMRITA, Torino, tel. 011 9363018 La vera storia dell'Aids, David Rasnick, 2001, Edizioni SPIRALI, Milano, tel. 02 8054417 (novità!) 
 Ballando nudi nel campo della mente, Kary Mullis, 2000, Baldini & Castaldi, Milano, tel. 800-242593 

Da Jacopo Fo il 10/10/2006

fonte: www.jacopofo.com

bufala AIDS

DOMENICA 25 AGOSTO 2013

LA BUFALA MONDIALE HIV E LA CONTEGGIATRICE DI ANTICORPI


LETTERA

TESTIMONIANZA PERSONALE

Ciao Valdo, sono Adriano e ho 25 anni e ormai un pò mi riconosci. Sono sempre quello che ti rompe l'anima per saperne di più e farti mille domande su mille altri dubbi. Ma questa volta è diverso. Voglio riportarti una mia testimonianza personale.

L'INDECOROSO TEATRO COSTRUITO INTORNO A UNA MALATTIA INESISTENTE

Anni fa, seguendo uno degli show di Genova del 1997 e 1998 di Beppe Grillo, appresi attraverso lui di tutta la pantomima e le bugie costruite attorno all'Aids ma soprattutto attorno all'ipotetico virus che la provoca. Così lui raccontò di un virus che non esiste poiché la medicina non lo ha ancora isolato e non sa nemmeno com'è fatto, ammesso che esista. La cosa mi incuriosì e mi documentai. Ho scoperto così altri documentari di approfondimento (tutti presenti a questo link su youtube,http://www.youtube.com/channel/UCeKlqjy6yrBVx5rPzINJaJg), e molti miei dubbi hanno trovato risposta.

PROVETTA SANGUE AL SERVIZIO IMMUNO-TRASFUSIONALE

Tornando a me, sono un tirocinante infermiere perciò sono soggetto ad esami di laboratorio e visite mediche da parte della medicina del lavoro. Così sono andato a depositare la mia provetta di sangue (con allegato il foglio di richiesta) al servizio immuno-trasfusionale per la rilevazione nel sangue di HBsAg, anti-HBc, e simili. Su quel foglio era presente anche la richiesta di rilevazione anticorpi anti-Hiv sulla quale dovevo apporre il mio consenso per poter effettuare pure quell'esame.

RIFIUTO DI FIRMARE

Così la tecnica di laboratorio di turno, una giovane verso i 30 anni, mi invita ad apporre la mia firma sulla richiesta di esame per poter procedere alla rilevazione, ma io mi rifiuto. Così lei mi chiede il motivo della mia scelta e io le rispondo seccamente: "Il test è totalmente inaffidabile e fasullo, oltre che fallibile e non predittivo."

TI RENDI CONTO DI QUANTO STAI DICENDO?

Da lì la conversazione si infiamma, tanto che lei mi accusa che disprezzando la sua professione giudicandola inutile. Le ribadisco che non alludevo all'inutilità del suo lavoro, e che il mio giudizio riguardava il solo test anti-Hiv. Così lei mi incalza ancora, cercando di smontare le mie convinzioni e aggiunge con disprezzo: "Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? In base a cosa lo affermi?". E così io le motivo che lo affermo sulla base della stessa medicina che ufficialmente non ha ancora scoperto questo ipotetico virus e che si basa esclusivamente su un modello immaginario.

NOI SIAMO SCIENTIFICI E CONTEGGIAMO GLI ANTICORPI

E lei ancora insiste: "Sì ma noi conteggiamo gli anticorpi!". A quel punto le rispondo: "Ma se nemmeno sapete com'è fatto il virus, come fate a distinguerne i suoi anticorpi? Potrebbero essere anticorpi di altri ipotetici virus. Inoltre sei dichiarato sieropositivo in base ad un determinato valore soglia di anticorpi anti-Hiv il quale valore cambia però di nazione in nazione e quindi potrei risultare sieronegativo in Italia e sieropositivo in Francia!"

SANO IN ITALIA E MALATO IN FRANCIA

Qui la sua risposta si fa alquanto ridicola: "Eh ma almeno in Italia sei sano!" Così ribatto ancora: "Ma ne stiamo ancora discutendo? Che cosa vuol dire? Davvero potrei essere sano nel mio paese e malato fuori dai confini? Per lo meno, se dovessi essere affetto (o sano) qui, dovrebbe essere uguale in tutto il mondo. Da quando le infezioni hanno un confine politico?" A quel punto lei si arrende con un: "Vabbè, se la metti così".

NON SONO UN PAPPAMOLLA MANOVRATO MA UNA PERSONA COERENTE

"Vabbè" un corno, avrei voluto aggiungere. Non dico che rifiutando di fare quel test io abbia fatto chissà cosa, ma se ho fatto quella scelta è stato per coerenza con me stesso. Scelgo di non credere all'esistenza dell'Hiv e poi mi faccio il test per scoprire se ce l'ho? Sarebbe incoerente, per quello ho rifiutato.

RESTARE IGNORANTI NELL'EPOCA DELLA LIBERA INFORMAZIONE È DAVVERO IL COLMO

Lo so che non è colpa di questa povera disgraziata se si è fatta infinocchiare dal sistema che ci riempie puntualmente di bufale epiche. Però io dico io, porca miseria, cosa costa informarsi? L'unica colpa di questa ragazza (e di migliaia di altre persone) è quella di delegare la propria salute e credere ciecamente in ciò che ci viene propinato subdolamente. Rimanere ignoranti nell'epoca della libera informazione, è una scelta, una scelta aberrante e scellerata.
Adriano

*****

RISPOSTA

DEBOLI E CREDULONI ALL'INVEROSIMILE

Ciao Adriano. Non starò a commentare troppo l'educativo episodio che hai appena menzionato. I primi ad essere sbalorditi dalla vulnerabilità mentale umana sono stati gli stessi inventori dell'Aids, ossia quelli del CDC (Central Disease Control) di Atlanta.

IL PIÙ GRANDE IMBROGLIO DELLA STORIA UMANA AI DANNI DELLA COLLETTIVITÀ

All'esordio intendevano usare il loro GRID (gay related immunodeficiency disease), nome iniziale dell'Aids, contro la comunità omosessuale americana, numerosa sì, ma sempre gruppo limitato e circoscritto, oltre che politicamente inattaccabile. Poi puntarono al ventre molle della società, ai portoricani, ai drogati, agli sbandati, ai neri delle varie regioni africane. Non credettero ai loro occhi quando il loro trucco per pochi, disegnato a tavolino come i cartoni e le vignette televisive, venne preso sul serio dall'intera comunità internazionale, dando inizio al più grande imbroglio mai intentato e realizzato nella storia ai danni dell'umanità.

IL CARTONE TELEVISIVO CHE SI TRASFORMA IN DOGMA SANITARIO-POLITICO-SCOLASTICO-MEDIATICO

Erano gli anni '80 e fu quello il momento in cui prese le mosse il Carrozzone Aids, fatto di grandi ladroni e opportunisti come i Gates, i Clinton e i Soros, pronti a inventare fondazioni paperoniane e a indire collette pubbliche, con elemosine miliardarie dagli emiri, dai petrolieri e dai campioni superpagati dello sport (memorabili gli 800 milioni versati dal ferrarista Michael Shumacher a Bill Clinton). La follia collettiva coinvolse la chiesa, la politica e alcune dive del cinema come la Elizabeth Taylor. Non più lo scherzo carnevalesco ai danni di qualcuno, ma un fenomeno incontenibile e un fenomeno di massa. La menzogna più banale e scimunita trasformata in verità dogmatica, codificata in leggi ed inserita nei libri di testo e nei tomi universitari.

UN MONDO DI PECORE PRONTE A SEGUIRE IL GREGGE E A FARE BEEEH

Quella dell'Aids è stata ed è una lezione per tutti. Ha fatto capire quanto gli uomini siano nell'assieme mediocri, ignoranti, creduloni e pecorai. Se vedono che tanta gente fa beeeh, si aggregano al gregge senza curarsi di capire cosa c'è sotto.

LA COMMEDIA NON È ANCORA FINITA

Tant'è che, quando in Occidente si era quasi pronti a voltare pagina, ci hanno pensato la Cina, l'India e il Vietnam a ridar vigore alla smania collettiva del virus inventato, del contagismo e della sieropositività. E così l'azienda Aids, anziché chiudere i battenti, ha trovato nuovi mercati in forte espansione. Come giustamente hai detto, qualcosa di aberrante e di scellerato.

Valdo Vaccaro

fonte: valdovaccaro.blogspot.it

lunedì 24 marzo 2014

notizia del 2012

Morta per il troppo sesso: addio a Antje Crapnik

La 47enne era soprannominata la 'ninfomane di Monaco'. Adescava le 'vittime' nei bar.

È morta praticando ciò che amava fare di più: sesso.
Si è spenta così Antje Crapnik, la 47enne soprannominata la 'ninfomane di Monaco'.
Stando però a quanto raccontato dal suo ultimo partner, Antje avrebbe fatto anche uso di vodka e cocaina. Un cocktail letale che probabilmente le ha provocato un infarto.
La polizia è comunque in attesa dei risultati dell'autopsia.
MARATONE HARD. Prosperosa e avvenente, Antje era solita adescare maschi in strada o nei locali per poi 'imprigionarli' in casa e sottoporli a estenuanti maratone di sesso.
Li attirava indossando abiti molto attillati che mettevano in evidenza il suo seno.
L'ultimo 'ospite' di casa Crapnik è stato un uomo che ha conosciuto in un bar del centro di Monaco.
Dopo aver parlato un po', l'ha convito ad andare nel suo appartamento. Trascorsa tutta la notte a fare sesso, la mattina ha trovato il suo corpo esanime. «Ho tentato di rianimarla», ha spiegato l'uomo, «ma era troppo tardi».
LA MADRE: «MANIACA DEPRESSIVA». Intervistata dalla stampa, la madre ha parlato del disagio della figlia: «Era malata, era una maniaca depressiva» e ha raccontato di come questa malattia le abbia rovinato la vita portandola dall'essere una scrittrice a una sesso-dipendente.
Le aveva anche promesso che nel 2013 avrebbe condotto una vita più sana.
Antje era stata anche una moglie, ma «aveva piantato il marito in asso perché era troppo vecchio». 

«Mi ha obbligato a fare sesso per altre cinque volte»

Gli uomini passati sotto le grinfie di Antje nel corso degli anni non sono stati pochi.
La bionda tutta curve non riusciva a dire no all'essere maschile.
Stando a quanto raccontato dal dj Dieter Schultz, Crapnik in aprile l'avrebbe portato nel suo appartamento dove avrebbero fatto sesso per tre volte.
Ma questo non era abbastanza per Antje e quando Schultz ha cercato di tornare a casa, la donna avrebbe nascosto addirittura le chiavi e lo avrebbe obbligato ad avere altri cinque rapporti.
PIÙ DI UNA DENUNCIA. Crapnik, dopo essere stata denunciata diverse volte, come riportato dal Sun, era stata mandata in cura in una clinica psichiatrica proprio per questa sua dipendenza dal sesso: ai medici aveva detto che aveva bisogno di fare sesso almeno 10 volte al giorno tutti i giorni.
Le cure a cui venne sottoposta però non sono servite e pochi giorni dopo aver lasciato l'ospedale, su un autobus che la stava riportando a casa, ha incontrato un 31enne. Lo ha convinto ad andare a casa insieme e lo ha sottoposto a 36 ore di sesso.
Dopo essere scappato, l'uomo fu trovato dai passanti nudo e in lacrime. «Mi ha invitato lei», disse. «Oh Dio, è stato un inferno».
Antje era una donna insaziabile.
Secondo i suoi vicini, si portava a casa addirittura due o tre uomini alla volta.
Lunedì, 10 Dicembre 2012
fonte: www.lettera43.it

Madrid, 1 milione in piazza


Mentre scriviamo a Madrid manifestanti provenienti da tutta la Spagna stanno occupando le piazze nel giorno della Marcia per la dignità, per chiedere reddito, lavoro, diritti e respingere le politiche di austerità imposte dalla Troika. La polizia sta caricando violentemente per sgomberare le piazze in cui sono sorte nuove acampadas. Sparati lacrimogeni e proiettili di gomma contro le barricate erette dai manifestanti, diversi i feriti e gli arresti.
Nonostante la polizia abbia bloccato fuori da Madrid oltre cento pullman di manifestanti (rispetto agli oltre 900 partiti da tutta la Spagna, oltre a quattro treni), le immagini che ci giungono dalla capitale spagnola sono impressionanti. La Marcia per la dignità ha portato in piazza quasi un milione di cittadini contro il pagamento del debito, le politiche del governo e le ricette neoliberali imposte dalla Troika, chiedendo l’immediata abrogazione di tutte le leggi neoliberali imposte dai governi degli ultimi anni. Le rivendicazioni della piazza vanno dal reddito garantito alla gratuità dei servizi pubblici, dall’università alla salute, alla richiesta di casa e lavoro, alla democrazia diretta.
Migliaia di persone sono partiti dai quattro angoli del paese per arrivare fino alla capital nel giorno della dignità, accolti dalle assemblee di quartiere e dai movimenti sociali di Madrid questa mattina, mentre nel pomeriggio sono state occupate le piazze centrali della capitale. In alcune di questesono state portate le tende e montate le Acampadas de la dignidad, ma pochi minuti dopo la polizia ha annunciato che avrebbe considerato illegale la permanenza nelle piazze e sono cominciate le cariche. Secondo il quotidiano Publico.es in questi minuti stanno avvenendo le cariche più violente mai avvenute da quando sono iniziate le mobilitazioni del 15M.

fonte: www.nocensura.com

cortese attenzione


*** ALLA CORTESE ATTENZIONE DEI BLOGGER E DI CHI GESTISCE PAGINE FACEBOOK ***

Abbiamo redatto un appello a sostegno della Procura di Trani, che ha aperto un'inchiesta sul "vaccino trivalente"; inchiesta che andrebbe estesa, ma visto lo strapotere delle lobby big pharma, il compito della procura è arduo.

Vedi l'appello:http://www.nocensura.com/2014/03/sosteniamo-la-procura-di-trani-che.html

La procura di Trani tra l'altro è la stessa che ha aperto l'inchiesta sulle agenzie di rating... una procura CORAGGIOSA che va sostenuta senza indugio!

Stiamo cercando di coinvolgere altri blog e pagine Facebook, interessati a sottoscrivere l'appello; per ora oltre a Nocensura.com hanno aderito Informatitalia e Frontediliberazionedaibanchieri.it - e stiamo aspettando la risposta da numerosi altri blog e pagine.

In seguito tutti insieme valuteremo se dare vita ad altre iniziative, come una petizione oppure l'invito a scrivere email ai media, o alla Procura, o altro.

Se gestite blog o pagine e vi interessa sottoscrivere l'appello, pubblicatelo sul Vs blog, anche integrandolo con Vs considerazioni e link, specificate che sostenete l'iniziativa  e comunicatecelo tramite email (redazione @ nocensura.com) o un messaggio FB al mio profilo (http://www.facebook.com/alessandro.raffa) e vi inseriremo nell'elenco dei sottoscrittori, indicando il Link al Vs articolo inoltre pubblicate l'articolo, integrandolo con vs osservazioni o link, e specificate di averlo sottoscritto.

Coinvolgete se possibile altri blog, pagine e/o associazioni se possibile, cerchiamo di fare "fronte comune", sostenere la Procura è importante, sicuramente subiranno forti pressioni ... le lobby sono intoccabili!

Anche se non possedete blog-pagine, se volete aiutare, contattate i blog che conoscete e invitateli a sostenere l'iniziativa! Inviate loro questo appello!

CONFIDIAMO CHE QUESTO APPELLO NON CADA NEL VUOTO, VISTA L'IMPORTANZA CRUCIALE DELLA QUESTIONE; andate a vedere i dati relativi all'AUMENTO DI INCIDENZA DI CASI DI AUTISMO: 

"Parlare di autismo in questi primi anni del terzo millennio, è parlare di un’epidemia. (...) Se fino agli anni ottanta si contavano 3-5 casi su 10.000, oggi si può affermare che un bambino su 155 nati, sviluppa sintomi rientranti nello spettro autistico..." 

LEGGI TUTTOhttp://www.genitoricontroautismo.org/index.php?option=com_content&task=view&id=962&Itemid=93&lang=it_IT OPPURE leggete questo: AUMENTO del 276 % dell'Autismo negli USA per i Vaccini !http://www.mednat.org/vaccini/autismo%20276.htm - su google trovate numerose fonti:https://www.google.it/#q=aumento+incidenza+autismo

Aumento casi di autismo...

CI AUGURIAMO CHE DA PARTE DEI BLOGGER NON CI SIA INDIFFERENZA AD UNA QUESTIONE COSì GRAVE E CHE RIGUARDA DA VICINO *TUTTI*...
cordiali saluti a tutti

Alessandro Raffa, di Nocensura.com

Vedi l'appello: http://www.nocensura.com/2014/03/sosteniamo-la-procura-di-trani-che.html 

fonte: www.nocensura.com

sabato 22 marzo 2014

Der Spiegel, le sanzioni alla Russia saranno nefaste


DER SPIEGEL: ''NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA SARANNO NEFASTE''
DER SPIEGEL: ''NEL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA SARANNO NEFASTE''

Il famoso analista economico del Finacial Times, Wolfgang Münchau, ospitato in questa occasione dal settimanale tedesco Der Spiegel, spiega ai tedeschi - ma in realtà a tutti gli europei - la follia delle decisioni UE sull'Ucraina, che potrebbero nel centesimo anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale portare un'altra volta l'Europa nell'abisso dello scontro militare.

Leggiamo.

"Vere sanzioni commerciali da parte dell’Occidente danneggerebbero pesantemente la Russia – ma potrebbero anche far divampare nuovamente l’eurocrisi e dividere gli europei. Putin lo sa molto bene e ci specula sopra. Avevo sempre pensato che la crisi dell’euro sarebbe stata la tempesta perfetta per l’Unione europea. Mi sono decisamente sbagliato, la crisi in Crimea l’ha relegata nell’ombra.

E nemmeno l’osservazione che Vladimir Putin sarebbe più debole a livello politico, ci aiuta molto; che vivrebbe spiritualmente isolato in un universo parallelo; che, ad un certo punto, si arriverà ad un colpo di Stato in Russia. Potrebbe essere vero oppure no, ma Putin è in ogni caso in grado di condurre l’Unione Europea alla divisione.

Ciò si verificherà non appena abbandoneremo le schermaglie della prima e della seconda fase della politica delle sanzioni, ed entreremo nella terza – le vere sanzioni economiche: la sospensione delle relazioni commerciali, la chiusura dei rubinetti del gas ed il congelamento dei conti bancari. Finora, le sanzioni comminate  equivalgono ad un colpo d’avvertimento di una pistola ad acqua. Lo possiamo anche notare dal fatto che alcuni deputati della Duma si sono lamentati di non far parte della lista dell’UE.

Ma quale potrà mai essere il bersaglio di una politica delle sanzioni? Con le sanzioni non riusciremo mica a farci restituire la Crimea da Putin. Il massimo che ci si potrebbe aspettare, è un impatto nel medio periodo: l’indebolimento economico della Russia ed un possibile contraccolpo politico in patria. Un embargo commerciale avrebbe conseguenze disastrose sull’economia russa. Per esempio, il solo blocco delle importazioni di gas russo da parte dell’Occidente, ridurrebbe del 3% l’economia. Senza contare i conseguenti effetti negativi indiretti sulla crescita e sul bilancio dello Stato della Russia.

Le sanzioni economiche sono strumenti strategicamente potenti. Ma non bisogna dimenticarsi di considerare anche la strategia dell’avversario. Putin non è uno stupido. Egli imporrà delle sanzioni a sua volta, strutturandole  asimmetricamente, in modo da dividere l’Unione Europea. Egli potrebbe, per esempio, limitare le sanzioni ad alcuni paesi. Potrebbero subirle Austria e Finlandia, per esempio? Abbiamo tutti abbastanza fiato per una politica delle sanzioni? Resisterà la solidarietà?

Putin potrebbe preferire di punire le aziende tedesche, e confiscare i patrimoni in Russia. La nostra pragmatica Cancelliera, riuscirebbe a proseguire nel suo corso? Metterà a rischio le prossime elezioni europee, solo per la questione di principio di mettere in chiaro le cose come stanno?

Ogni giocatore di scacchi sa che si può uscire e vincere da posizioni strategicamente scomode, se vengono soddisfatte determinate condizioni. Per esempio, Putin sa che un’Europa economicamente più forte della Russia, semplicemente non può permettersi di compromettere la ripresa. I dati economici della Germania sono sufficientemente decenti, ma non lo sono nel resto dell’eurozona.

Una guerra commerciale con la Russia danneggerebbe molto di più l’economia russa, ma il nostro minor danno potrebbe arrecarci conseguenze ben più gravi. Il livello di debito dei Paesi in difficoltà aumenterebbe. E i mercati si porrebbero nuovamente una domanda, che durante gli anni passati è stata tralasciata: ce la farà mai l’Europa, a ripagare i suoi debiti? Putin potrebbe far riaffiorare l’Eurocrisi, se solo lo volesse. È così importante per noi la Crimea, da poter accettare tale possibile conseguenza?

Queste sono domande a cui dovremmo rispondere prima di impegnarci in una vera strategia delle sanzioni. Temo che a causa di sanzioni irragionevoli, potremmo essere costretti ad esporci. Nel peggiore dei casi potremmo dare a Putin la possibilità di prolungare la sua politica aggressiva negli Stati baltici. La Lettonia ha quasi il 30 per cento della popolazione di lingua russa.

A differenza dell’Ucraina, la Lettonia è un membro della NATO, dell’UE ed addirittura dell’eurozona. In caso di un conflitto territoriale, la Lettonia potrebbe far valere l’articolo 5 del trattato NATO, che assicura l’assistenza militare al Paese. Un intervento nel Paese baltico sarebbe per Putin momentaneamente troppo rischioso, come minimo.

Ma se con la reazione alle sanzioni, Putin dovesse riuscire a dividere l’Occidente, allora il suo calcolo potrebbe cambiare. Quante probabilità ci sono che un Occidente litigioso rischi di far divampare nuovamente una crisi finanziaria, per difendere un piccolo Paese all’estremità del mar Baltico? Oltretutto, nel centesimo anniversario dello scoppio della prima guerra mondiale?

La mia conclusione è che non metteremo mai in pratica una strategia di vere sanzioni economiche. E credo anche che Putin lo sappia altrettanto bene".

Articolo scritto da Wolfgang Münchau per Der Spiegel e tradotto da Voci dall'Estero - che ringraziamo.



Fonte: www.ilnord.it

fonte: www.nocensura.com