martedì 28 gennaio 2014

fuori appare un giorno strano



il mio culo piatto non l'omaggio. Sovente, l'appoggio sul divano. Il mio culo non piace a nessuno e non me ne frega un cazzo. Non cerco perdono, il perdono è fatto per chi ha acquisito il condono. Appoggio di nuovo il culo piatto sul divano. Fuori appare un giorno strano.

venerdì 24 gennaio 2014

porca noia



nei films zozzi, i protagonisti sembrano pazzi... oddìo, più che pazzi, a conti fatti, strafatti... e poi con quei cazzi! Le donne hanno tette finte, ed io come una sfinge, evito domande, non mi tange.
Ho bisogno di un segno, magari da un premonitore sogno. Come la classica fiaba, vittima di un sortilegio, si spande il contagio dopo aver bevuto acqua ragia, rendendomi malvagia e conducendo una vita randagia.

giovedì 23 gennaio 2014

l'eternità dura finché va



l'unione etero è un pacco, ogni volta che la si fa passare per un succulento piatto ricco, cola a picco. PERFETTO è un concetto astratto a forma di becco collocato da chi per mascherare l'imbarazzo, mostra il cazzo. Del resto è un pettegolezzo il fatto che un lui o una lei vomiti disprezzo nei confronti di lesbiche e gay.
L'infelicità è un'industria che frutta. L'omofobia è il mezzo di gente da strapazzo per far pagare il prezzo del vezzo. A seconda della circostanza, ognuno esercita uno stile d'esperienza, puntualmente ostacolata dall'ignoranza. Non c'è alcun bisogno della palla di cristallo per affermarlo, il solito tarlo di cui parlo mi ha consolidato da un pezzo, palle di cristallo. La spada nella bocca per circa uno acca, la lascio a chi si perde in un bicchiere d'acqua. Non programmo di succhiare un clitoride, l'importante che funzioni l'iride e che non abbia fauci e mani aride. L'eternità passa.

mercoledì 22 gennaio 2014

America 1609, i coloni cannibali di Jamestown



di Paula Neely

Gli archeologi hanno scoperto la prima prova concreta di cannibalismo da parte dei disperati coloni inglesi durante la carestia del 1609-1610 a Jamestown, in Virginia, il primo insediamento inglese stabile nel Nuovo Mondo. Lo ha annunciato un team di ricercatori dello Smithsonian Museum of Natural History, dell'Historic Jamestowne e della Colonial Williamsburg Foundation, durante una conferenza stampa che si è tenuta il primo maggio a Washington, D.C.

Esistono cinque resoconti storici scritti da o su coloni di Jamestown in cui si fa riferimento al cannibalismo, ma questa è la prima volta che si dispone di una testimonianza materiale, afferma William Kelso, direttore della sezione archeologica dell'Historic Jamestowne. 

"Si tratta di una scoperta davvero rara", dice James Horn, ricercatore della Colonial Williamsburg Foundation. "È l'unica testimonianza materiale di cannibalismo da parte di europei in una colonia europea  - che sia spagnola, francese, inglese o danese - nel periodo coloniale compreso  tra il 1500 e il 1800".

I frammenti del cranio macellato e dell'osso della tibia di una ragazza inglese di 14 anni, soprannominata "Jane" dai ricercatori, sono stati scoperti 
dagli archeologi di Jamestown lo scorso anno. I resti si trovavano a una profondità di circa 80 centimetri in un deposito di rifiuti del XVII secolo nel sottosuolo di un edificio costruito nel 1608 all'interno del James Fort. Kelso ha poi chiesto a Doug Owsley, capo della sezione di antropologia al National Museum of Natural History di Smithsonian, di esaminare i resti e determinare se fosse stata uccisa o cannibalizzata.

La scoperta mette la parola fine all'annosa controversia tra storici sul fatto che si siano verificati o meno episodi di cannibalismo nella colonia durante l'inverno del 1609, quando circa l'80 per cento dei coloni morì. 

Gesti esitanti

Owsley descrive segni di colpi e tagli multipli sul teschio della ragazza, inferti da uno o più aggressori dopo la sua morte. "Erano chiaramente interessati alla carne della guancia, ai muscoli della faccia, alla lingua e al cervello", dice. I capelli di Jane non furono rimossi.

I segni di quattro colpi vicini inferti sulla fronte indicano un tentativo fallito di aprirle il cranio, secondo Owsley. La prossimità dei colpi non andati a buon fine indica che la ragazza era già morta, altrimenti i colpi sarebbero stati più "a casaccio", spiega.

Il retro del cranio è stato poi spaccato da una serie di colpi inferti con una scure o una mannaia leggera, continua lo studioso. Le mannaie e i coltelli riportati alla luce nel sito di Jamestown sono stati confrontati con i colpi, e secondo Owsley, i colpi sono compatibili con quelli inferti da una mannaia. Sulla mandibola erano presenti anche numerosi tagli, segni di sega e segni di estrazione effettuati con la punta di un coltello per ricavarne la carne e rimuovere il tessuto della gola e la lingua.

Owsley afferma che la procedura di taglio non è attribuibile a un macellaio esperto, se si escludono forse i colpi alla tibia. "C'è esitazione e incertezza nei segni, atteggiamenti che solitamente non si riscontrano nella macellazione degli animali". 

"Il trattamento postmortem riservato al corpo di questa ragazza rivela la situazione disperata in cui si ritrovarono i coloni di James Fort durante l'inverno del 1609-1610", aggiunge Owsley.

Nonostante fossero ancora intatte solo alcune ossa della testa, i ricercatori sono stati in grado di produrre una ricostruzione facciale di Jane creando digitalmente un  cranio 3D.
Secondo lo storico di Jamestowne, Kelso, la colonia di Jamestown rappresenta "una pagina nera della nostra storia". Questa testimonianza di cannibalismo "ci proietta in quell'epoca", ha aggiunto. 

I resti raccontano

Poiché è stato ritrovato solo il 10 per cento dello scheletro di Jane, i ricercatori non sono stati in grado di dire molto della sua storia, ma esaminando la sua tibia sanno che aveva 14 anni. In base a studi isotopici sul suo terzo molare, l'alto contenuto di azoto indica che Jane forse apparteneva a una famiglia di elevato stato sociale, o ne era una domestica. Livelli elevati di azoto indicano infatti che mangiò molte proteine, che erano scarse e costose, afferma Kari Bruwlheide, un antropologo dello Smithsonian che collabora con Owsley.

I ricercatori sanno anche, grazie a un confronto tra isotopi di ossigeno nel suo dente e isotopi di ossigeno trovati in campioni di acqua freatica dell'area di provenienza che probabilmente Jane era originaria della costa meridionale dell'Inghilterra. Secondo Bruwelheide, l'analisi degli isotopi di carbonio nelle ossa, che indicano la possibile dieta della ragazza, rivela che Jane non  aveva vissuto a lungo a Jamestown prima di morire.

Una situazione disperata

Secondo Horn, della Colonial Williamsburg Foundation, Jane probabilmente arrivò a Jamestown nell'agosto del 1609 su una delle sei navi inglesi che approdarono al forte dopo essere scampate a un uragano durante la traversata. Le nuove riserve di cibo arrivarono guaste e in quantità ridotta: la maggior parte delle provviste andò perduta quando la nave ammiraglia Sea Venture affondò durante la tempesta, e molti nuovi coloni erano in cattive condizioni di salute.

I coloni di Jamestown stavano già morendo di fame quando arrivarono i 300 nuovi coloni, provati da malattie e carenza di cibo. 

La crescente domanda di cibo alle tribù indiane vicine, unita alla grave siccità, portarono al deteriorarsi delle relazioni con gli indiani Powhatan, una potente tribù che occupava gran parte della regione costiera della Virginia. Il capo della colonia, il capitano John Smith, che era stato ferito in un'esplosione, partì con la flotta per il suo viaggio di ritorno per l'Inghilterra, lasciando Jamestown senza una guida.

A novembre, i Powhatan avevano già dichiarato guerra agli inglesi, assediando Jamestown e tagliando ai coloni ogni aiuto esterno. "Le condizioni divennero sempre più disperate", racconta Horn.

All'inizio i coloni mangiarono i loro cavalli, poi i loro cani e gatti. I residenti di Jamestown mangiarono anche ratti, topi e serpenti, secondo un resoconto  di prima mano di George Percy, che divenne il capo temporaneo della colonia dopo la partenza di John Smith. Percy scrive che alcuni coloni mangiarono i loro stivali, le loro scarpe e qualsiasi altra pelle che riuscirono a trovare. Altri lasciarono il forte per cercare radici degli alberi, ma furono uccisi dai guerrieri Powhatan.

Atti indicibili

Con il proseguire dell'assedio durante l'inverno, racconta Percy, "per sopravvivere si ricorse a ogni mezzo, compresi atti indicibili". Il colono si riferiva al cannibalismo, afferma Horn. "Solo nelle circostanze più disperate gli inglesi sarebbero arrivati a tanto". A primavera del 1610, erano sopravvissute al forte solo una sessantina di persone, secondo i calcoli di Kelso. Quanti morti furono cannibalizzati non è noto, ma Jane non fu un caso isolato, secondo resoconti storici.

La colonia si salvò grazie all'arrivo di Lord de la Warr, primo governatore di Jamestown, che portò provviste per un anno e altri coloni. Jamestown sarebbe diventata la prima colonia inglese permanente nel Nuovo Mondo.

2 maggio 2013

fonte: www.nationalgeographic.it

domenica 19 gennaio 2014

conciliare fede e omosessualità. Due lesbiche si raccontano


Articolo tratto dal blog La Revue de Lili (Francia), del 5 settembre 2012, liberamente tradotto da Domenico Afiero

Lo scorso 29 maggio, alla vigilia del Gay Pride, il Primo Ministro francese, François Hollande, annuncia che “sarebbe stato istituito il diritto al matrimonio e all’adozione per tutti”. Allora, una delle sessanta priorità del Primo Ministro francese, quella al 31° posto, sarebbe stata una sfida sociale considerevole.
Eppure, se il 61% dei Francesi approva il matrimonio delle coppie gay, questo progetto di legge suscita numerosi dibattiti, specie di natura religiosa, nei mass-media. Mentre a Valérie Précresse, deputata del centro-destra, non piace che la maggioranza presidenziale non abbia  consultato i rappresentanti religiosi, Alain Escada, segretario generale di un movimento cattolico tradizionalista, parla di “nocività” dell’omosessualità.
L’omosessualità è una “minaccia”

Queste polemiche sembrano evidenziare la difficile coesistenza tra omosessualità e religione. Anzi, una forte ostilità, a prescindere degli attacchi omofobi ricchi di citazioni bibliche o coraniche.
Nel 2008, il Papa Benedetto XVI afferma che la confusione dei sessi costituisce una minaccia tanto grave per la sopravvivenza dell’umanità quanto i cambiamenti climatici. Una simile dichiarazione scandalizza, soprattutto dal momento che l’omosessualità è ormai diffusa e sempre più accettata dai credenti.
Da alcuni anni, certi rabbini e certi preti dichiarano la loro omosessualità. Due imam soltanto, Moulana Mushin Hendricks e Daayiee Abdullah, hanno dichiarato pubblicamente di essere gay. Per un numero crescente di credenti, la religione non è più ostacolo all’amore tra due persone dello stesso sesso. Perfino la città di Gerusalemme diventa, solo per un giorno, il teatro di un Gay Pride festoso.

Altri credenti, come Marie e Sonia, sono più discreti. Tutte e due sono lesbiche, ma non si conoscono: una proviene da una famiglia protestante evangelica, l’altra è una fervente musulmana. Dopo aver messo da parte i propri sentimenti per un po’, Marie decide di svelare la sua omosessualità alla famiglia. L’omosessualità, sebbene l’omofobia sia condannata, è considerata come una devianza patologica grave per molte Chiese evangeliche.
”I miei genitori non hanno capito come avessi potuto diventare lesbica quando ho svelato loro la mia omosessualità! Continuo a essere la loro figlia e non mi abbandonano.
Ma i miei genitori non accettano la mia sessualità e quando vado da loro, devo andare da sola. Non è che non vogliono bene alla persona che amo, è che non vogliono che la loro figlia sia omosessuale. È una situazione davvero molto dura per una coppia come la mia!”.
Non svelare la propria diversità

Per evitare la suddetta situazione, Sonia preferisce rimanere discreta. Se Marie cerca di arrivare al pacs entro la fine dell’anno nonostante il disaccordo della famiglia, Sonia vuole sposarsi con un uomo secondo la tradizione musulmana senza svelare la sua diversità: «È chiaro che se non credessi in Dio, non mi preoccuperei un secondo a condurre una vita convenzionale solo per far piacere alla famiglia e alla gente.
Ma non è il mio caso, perché credo profondamente in Dio (…) Tengo a precisare che non mi sposerò per far piacere alla famiglia o perché sono obbligata da quest’ultima, ma perché non riuscirò a vivere diversamente. Non ho l’indole per uno stile di vita gay, sebbene sia una donna l’amore della mia vita.».
Tuttavia, le opinioni e i comportamenti di Marie e Sonia, , su molte altre questioni, sono identici. Entrambe sono favorevoli al matrimonio e all’adozione nelle coppie gay, non hanno mai partecipato al Gay Pride, in quanto lo considerano una esagerazione.

Le associazioni, ricorso alle situazioni estreme.

D’altra parte, nonostante i loro casi particolari, Marie e Sonia non si sono mai rivolte ad un’associazione gay. Eppure, le associazioni non mancano. I tre movimenti LGBT, David & Jonathan (Movimento omosessuale cristiano), HM2F (Movimento Omosessuali Musulmani francesi) e Beit-Haverim (gruppo ebraico gay), hanno regolari punti d’ascolto per persone spesso disorientate.
Samuel, il copresidente della Beit-Haverim, sostiene che i conflitti tra gli omosessuali e le loro famiglie possono essere estremi: «Negli anni ’80 e ’90 , l’associazione Beit-Haverim accoglieva giovani la cui vita era considerata in pericolo ogni mese. Recentemente, abbiamo dovuto intervenire, perché un ragazzo che conoscevamo è stato sequestrato. (…)
Anche se la religione ebraica rimane una confessione molto tollerante rispetto ad altre (Il Gran Rabbino di Francia ha ratificato una dichiarazione contro ogni forma di violenza omofoba lo scorso 17 maggio), alcune famiglie ebraiche rimangono chiuse nella loro mentalità, specie quelle provenienti dal Nord Africa e dall’Europa dell’Est.
Non è facile vivere la propria omosessualità alla luce del giorno: la famiglia si sente colpita dalla “vergogna”. L’associazione HM2F si trova ad affrontare le stesse situazioni della Bei-Haverim. L’omosessuale, nella maggior parte dei casi, deve confrontarsi con un dilemma: vivere nella fede e con l’onore della famiglia e divino oppure scegliere di vivere i suoi sentimenti pienamente nel disonore.

«Credere in Dio è un diritto»

Alla domanda «Quale messaggio indirizzerebbe ai gay che hanno perso la fede a causa delle idee delle religioni monoteiste?», Samuel, copresidente dell’associazione Beit-Haverim, risponde:«Ho sempre saputo di essere diverso.
A 15 anni, mi sono chiesto «perché proprio io?» e come conciliare la mia fede con quello che ero. Così, ho scoperto Beit-Haverim, ma ho scoperto soprattutto che non ero l’unica persona. Non siamo degli errori umani e non dobbiamo scegliere tra la religione e la nostra vita. Credere in Dio è un diritto, la fede è intima, nessuno può togliercela»


Testo originale: Concilier foi et homosexualité au quotidien
fonte: www.gionata.org

il Vajont di Marco Paolini


colori religiosi di Vincent


venerdì 17 gennaio 2014

sul "tradire" di cunnyhoney



Sul "tradire"

Quelli come noi, i traditori intendo, non godono di buona fama.
Tradimento, che parolona...
In realtà, come disse qualcuno "in amore, in quelli che il linguaggio imbecille si è fissato di chiamare tradimenti, non c'è, di tradimenti, neppure l'ombra: ci sono soltanto delle fedeltà alla vita" ed è così davvero.

Anzi, se al mondo esiste una categoria di persone che merita di godere dei piaceri del sesso, sono proprio quelli che il "linguaggio imbecille" chiama traditori.
Pensateci un attimo: esiste qualcuno che meriti di godere del sesso più di chi mette a rischio la propria vita affettiva, il proprio matrimonio, la propria famiglia, per ritagliarsi qualche ora di pura passione?
No.
Scopare la propria moglie o marito o compagno o compagna è semplice e non richiede alcun sforzo.
Anzi, averla nel letto o accanto è scontato, come scontata è la scopata.
Ma gli amanti non danno nulla per scontato. Gli amanti si desiderano per giorni o settimane e quando capita di incontrarsi è puro piacere, pura passione.
Non si scopa perché si è firmato un contratto ma solo perché il desiderio dell'altro è a livelli altissimi.

Che poi potenzialmente siamo tutti "traditori".
Alcuni non li sono perché non possono, nel senso che vorrebbero ma non trovano nessuno disposto a scoparseli, tranne che pagando, mentre altri, invece, probabilmente si accontentano perché non hanno mai provato la vera passione.
Si perché se si ignora qualcosa, non se ne sente la mancanza.

Quindi solo quelli che intrecciano relazioni clandestine sono degni di godere del sesso perché solo loro sono disposti a mettersi in gioco per qualche attimo di passione e solo sanno il significato della parola desiderio.
I primi tempi anche una relazione fissa e stabile gronda passione ma, a differenza di quelle non ufficiali, dopo un po' si placa tutto e la sensazione che la persona accanto a noi ci dia per scontata piano piano si manifesta sempre più forte.

Quelli che giudicano gli altri, quelli che fanno i "Savonarola" della situazione, quelli che hanno alti principi morali e, quindi, sputano sentenze, non meritano né il sesso e nemmeno considerazione.
Infatti Savonarola non credo avesse una vita sessuale così intensa.
Ma per carità, se siete dei puritani e sei monogami convinti, restate pure come siete eh...
Non voglio assolutamente convincervi a cambiare.
Emozioni, passione, farfalle nello stomaco, sono sensazioni che vanno meritate e guadagnate; voi continuate a fare come fate che se siete felici lo sono anche io per voi.

fonte: cunnyhoney-2.blogspot.it

martedì 14 gennaio 2014

Lealtà&tradimento



Naturalmente parlo per il mio sentire.
Un sentire nato e cresciuto in una famiglia non troppo convenzionale.  Un sentire che si è sviluppato grazie ad incontri fortunati, con uomini e donne liberi, privi (o quasi) di zavorre culturali che iniziavano con: Questo va contro la morale.
Che ha continuato a svilupparsi con altri uomini. E donne. E libri. E pensiero critico. E..
Ali dell'anima.
Tutte queste persone, anche quelle negative, hanno aiutato il mio essere a ragionare in modo diverso e  dare priorità diverse a cose che per molti sono omologate.
Quando si parla di tradimento in una coppia, io non penso al tradimento di scambio di fluidi con un partner che non è quello ufficiale.
No.
Io penso ad un tradimento del noi come coppia.
Lo so. Sembra la stessa cosa, ma per me è molto diverso.

Io non credo nella fedeltà fisica. Non la trovo importante. Non mi interessa. La trovo "contronatura". Perchè la vita è lunga. Perchè ci sono umani che toccano alcune corde e siamo mammiferi egoisti.
Ognuno può trovarsi i perchè che vuole insomma, i miei sono questi ( e altri).

Devo sentirmi unica per l uomo che sta con me. Per quello a cui do la mia vita in mano. Con cui percorro una strada. Con cui scopo. Faccio l'amore. Sperimento. Mi incazzo. 
Dobbiamo parlare con l'anima e questo ribalta il sentire comune, per il mio modo di pretendere e dare spazi alla coppia.

Non faccio tutto insieme a lui. E non l'ho mai fatto con nessuno. Sono un entità indipendente anche in coppia. 
C'è un 80% condiviso ( o un 90) e il resto è mio. Come il suo deve essere suo.
Ci sono gli amici, le serate amichette, il corso di imbalsamazione, quello di greco, quello di barchette di carta...
Indipendenza. 
Non è amare meno. E' amare molto. Moltissimo. Ma è continuare ad essere persona.
Ricordo una frase del mio compagno, i primi tempi di convivenza che mi chiese se poteva andare un week in montagna con i suoi amici.
Gli risposi che intanto non ero sua madre quindi non ero autorizzata a dare permessi e poi non solo DOVEVA andare con i suoi amici, ma che avrebbe DOVUTO continuare a tenere una sua vita privata al di fuori di noi.
Una vita di cui io non voglio sapere nulla. Di cui non mi interessa nulla. Che deve essere sua. Ma che...qualsiasi cosa lui decida di fare nel suo territorio protetto...questa cosa...non deve assolutamente mai incontrare il noi.

E questo noi deve venire prima. Che ricordo non essere il 100%, ma solo la maggior parte.
Vuol dire che se soffro di insonnia perchè ho l'ansia e tu ti svegli. Puoi parlare con me e tranquillizzarmi. O farmi gli scherzi. O guardare un film horror.
Non vuol dire incazzarsi e dire che sono menosa perchè stai facendo confronti nella tua testa con l'altra che ti scopi.
Magari te la scopi anche con l'opzione uno. Ma sei con me. Sei nel "noi". Niente entra. Niente inquina.

Se hai già preso un impegno per una serata e magari ho la febbre. Non devi fermarti a curarmi con la faccia da avvoltoio e farmi pesare che sto male come se fossi un untrice di peste bubbonica e vaiolo.
Perchè magari devi andare a scopare. E sei incazzato. E la fai pesare a me.
Questo è tradimento.
Ma se ti fermi. E mi sorridi. Dicendo che sono una rompi palle ma mi dai un aspirina e poi mandi un sms all'amante dicendo
Altri impegni ci sentiamo.
Questo non è tradimento per me.

E' tradimento se stai appiccicato al cellulare come se fosse il tuo cazzo magari a chattare sempre con quella che ti scopi mentre sei con me.
Altissimo tradimento. Stai togliendo tempo a noi. Mi stai mettendo in secondo piano.
Gli esempi sono infiniti. Faccio i più stupidi. Tanto per capire.

E qui esce il discorso di lealtà che facevo nel post prima con Watch.
Io, mi sono sempre presentata per quello che sono.
Non sono un acchiappa cazzi, ma per la mentalità comune sono una traditrice. (o meglio per fedeli duri e puri sono una traditrice, ma per i traditori seriali sono una fedele...mah...)
Sono una traditrice perchè non ho mai promesso fedeltà fisica non sapendo se potevo mantenere un impegno così a vita.
Ma ho promesso tutto il resto. Ho promesso un progetto di vita. Ho promesso come se fossi stata in chiesa. Ho promesso fronte comune. Ho promesso pazienza. Ho promesso amore.
Ma ho promesso soprattutto di essere sempre esattamente dove voglio essere.
Io non voglio svegliarmi e guardare un uomo, il mio uomo, e pensare che al suo posto vorrei altro.
Non voglio avere il cuore pesante perchè sono dove non vorrei essere, in quanto portatrice di altri pensieri trombini.
Sarei sleale. Mi sentirei sleale. Non potrei mai fare una cosa del genere all'uomo che amo. 
No.
Per cui. Lo ripeterò fino alla nausea.
Finchè sono dove voglio essere non tradisco nessuno.
Finchè lui è dove vuole essere, non tradisce nessuno.

Tutto quanto sopra non vuol dire che per forza io debba andare a scambiare fluidi in motel con qualcuno che non è l'avente diritto.
Non è in questi termini e infatti non la vivo così.
Rotolarsi in un motel non è una medicina salva vita, ma se capitasse. Fermo restando quanto sopra.
Perchè no?


(faccio ridere a fare questi discorsi, perchè non batto chiodo. Sembra che ce l'abbia d'oro. Dico no a tutti. Che noia. Forse sto diventando vecchia.  :-)       )

(sono sempre da cell...l'italiano non guardatelo)




Huawei mobile

sabato 11 gennaio 2014

pensiero superficiale



a certi uomini pirla, fai prima a mollare una sberla che a darla.
Comunque sia sposto per un istante l'argomento terra. Anch'essa ha multipli orgasmi, entusiasmi organismi, enigmi microcosmi. Meteoriti originarono oceani, separazioni, voragini, trasformazioni.
Ed io con la mia goffaggine proietto nel limitato spazio, un passaggio prima di trasformarmi in puro spirito: praticare il 69 con una donna o fumare una canna?! So che può apparire un pensiero superficiale, ma prevale l'attrazione carnale, il fumo si dissolve, l'emozione si evolve, vergine e ruggine come sogno speciale.
Una vocina balbetta, manco a dirlo, "non puoi saperlo".


Jacopo Benassi